Cos’è il Marine Cloud Brightening, la sfida della geoingegneria solare per raffreddare gli oceani

La tecnologia salverà il pianeta? Se lo chiedono in molti. L’anno scorso, l’ultimo rapporto dell’IPCC (il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici) era stato molto chiaro: la finestra temporale per limitare il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale si sta chiudendo. E poche settimane fa è arrivato l’annuncio allarmante del Copernicus Climate Change Service: nel periodo febbraio 2023 – gennaio 2024 il mondo ha superato per la prima volta la soglia di 1,5°C. Sono stati i 12 mesi più caldi da quando esistono le misurazioni.
 

Di fronte alla gravità della crisi climatica e alla necessità di guadagnare tempo per evitare il peggio, si sente parlare sempre più spesso di geoingegneria solare, ovvero di soluzioni tecnologiche che hanno come scopo quello di schermare parzialmente la radiazione solare, impedendo che raggiunga il nostro pianeta e abbassando così la temperatura terrestre.

Lo studio Geoingegneria per salvare le calotte

Continua la lettura su: https://www.repubblica.it/green-and-blue/2024/02/28/news/marine_cloud_brightening_geoingegneria_nuvole_oceani-422193886/?rss Autore del post: La Repubblica Fonte: https://www.repubblica.it

Articoli Correlati

Emergenza Coronavirus COVID-19: notizie e provvedimenti

Ordinanza del 2 giugno 2021 Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. 

Ordinanza 29 maggio 2021 Ai fini del contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2, le attività economiche e sociali devono svolgersi nel rispetto delle “Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”, elaborate dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome, come definitivamente integrate e approvate dal Comitato tecnico scientifico, che costituiscono parte integrante della presente ordinanza

Ordinanza 21 maggio 2021 Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-Cov-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro.

Ordinanza 21 maggio 2021 Linee guida per la gestione in sicurezza di attivita’ educative non formali e informali, e ricreative, volte al benessere dei minori durante l’emergenza COVID-19.

Ordinanza 21 maggio 2021 Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Benvenuti nell’era più rovente della storia

Non ci sono più dubbi: il 2023 è stato l’anno più caldo da 150 anni a questa parte, da quando cioè sono cominciate le rilevazioni della temperatura globale. La conferma di quanto ipotizzato negli scorsi mesi arriva dai dati satellitari del servizio Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, ma lo stesso messaggio sarà probabilmente ribadito nei prossimi giorni anche dalla NASA, dalla NOAA (la National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense) e dal gruppo di ricerca Berkeley Earth, che si preparano a pubblicare i loro dati.

Come riporta un articolo pubblicato sul New York Times, non solo l’anno appena trascorso ha battuto i precedenti record di temperatura media globale: li ha proprio inceneriti, una tendenza che molti esperti temono possa indicare un “cambio di passo” nei cambiamenti climatici di origine antropica.

Escalation senza fine. Ogni mese da giugno a dicembre 2023 è stato più caldo dei corrispondenti mesi in qualunque anno precedente, e in particolare l’estate boreale, tra giugno e agosto, è risultata la più calda di sempre. Le temperature medie globali sono risultate 1,48 gradi °C più elevate rispetto all’era pre-industriale e 0,60 °C più alte rispetto alla media 1991-2020. L’anno appena trascorso ha persino battuto il 2016, il precedente anno più caldo della storia, con una temperatura media globale di 14,98 °C, 0,17 °C più elevata rispetto al 2016.

Oltre l’asticella. Anche il mese di dicembre 2023 è stato il più caldo mai registrato, con una temperatura media globale più alta di ben 1,78 °C gradi rispetto al periodo 1850-1900. Circa la metà dei giorni del 2023 ha oltrepassato la soglia dei +1,5 °C dall’era pre-industriale indicata dagli scienziati e negli Accordi di Parigi come limite da non superare, per scongiurare gli effetti più devastanti dei cambiamenti climatici.

Il numero di giorni in cui la temperatura ha ecceduto la media pre-industriale, dal 1990 al 2023. Il rosso più scuro indica temperature uguali o superiori ai +1,5 °C.
© C3S/ECMWF

D’ora in avanti sarà così? Quello che i climatologi stanno ora cercando di capire è se l’ampio margine con cui il 2023 si è piazzato in cima agli anni più torridi di sempre non sia indicativo di un’accelerazione nel riscaldamento globale, nonché un triste monito su come andrà nel futuro. «Gli estremi che abbiamo osservato negli ultimi mesi forniscono una drammatica testimonianza di quanto siamo lontani dal clima nel quale la nostra civiltà si è sviluppata» ha detto Carlo Buontempo direttore del servizio Copernicus.

Sembra poco, invece… Ogni decimo di grado di rialzo delle temperature globali porta energia in eccesso nel sistema termodinamico dell’atmosfera terrestre e alimenta ondate di calore, sistemi temporaleschi più violenti e prolungati, fusione dei ghiacci, innalzamento del livello dei mari e imprevedibilità delle stagioni.

Basta ripercorrere con la mente la cronaca del 2023 per ricordare i record di temperatura in Cina, Iran, Grecia e Spagna, Texas e Sud America; gli incendi che hanno devastato il Canada e il record al ribasso del ghiaccio marino formatosi attorno alle coste dell’Antartide sia in estate sia in inverno.

La concentrazione media mensile di ghiaccio marino attorno all’Antartide nel 2023 secondo il servizio europeo Copernicus. Si noti il confronto con il periodo 1991–2020.
© C3S/ECMWF/EUMETSAT

Oltre alle emissioni. I gas serra e in particolare CO2 e metano sono i principali responsabili di questo disastro annunciato. Ma nel 2023 anche altri fattori, umani e non, potrebbero aver influito. Il primo è l’eruzione del vulcano della nazione insulare di Tonga nel Pacifico: un’esplosione senza precedenti la cui emissione di vapore in atmosfera, avvenuta nel 2022, ha contribuito a intrappolare calore vicino alla superficie terrestre. Il secondo è l’introduzione di limiti sul contenuto di zolfo nel carburante delle navi, che ha abbassato le quantità di aerosol in atmosfera che riflettono la radiazione solare e facilitano l’effetto di raffreddamento. La norma è in vigore dal 2020 ma potrebbe ora iniziare ad avere effetto.

Una zanzara della specie Aedes aegypti, che può diffondere la dengue. Commentando i record di temperature del 2023, la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), ha ricordato che l’aumento delle temperature medie crea le condizioni ideali per la trasmissione di agenti patogeni come zecche, zanzare e parassiti che diffondono malattie anche gravi come il virus Zika, la febbre dengue e la malaria. I fenomeni climatici estremi come le piogge intense e le alluvioni moltiplicano invece il rischio di malattie idrotrasmesse, perché fanno straripare fiumi e mandano in tilt i sistemi fognari.
© Shutterstock

E il 2024? Un terzo elemento è El Niño, il fenomeno oceanico che si manifesta con un aumento della temperatura superficiale della zona costiera del Pacifico orientale e che è spesso legato a record mondiali di alte temperature. Ciò che preoccupa gli scienziati è che negli ultimi decenni, gli anni molto caldi sono stati quelli cominciati mentre El Niño era attivo; ma nel 2023 il fenomeno è iniziato a metà dell’anno e quindi, per molti studiosi non è stato il principale facilitatore dei record registrati. Mentre potrebbe esserlo per il 2024, che potrebbe proseguire le tendenze fin qui viste e piazzarsi se non in cima, comunque nella top 3 degli anni più caldi della Storia.

Oceani quasi saturi. E anche se un singolo anno, per quanto eccezionale come il 2023, non è indicativo della direzione del clima mondiale, ci sono altri segnali molto preoccupanti del fatto che il mondo sembra riscaldarsi più rapidamente di quanto si temesse. Per esempio, il 90% dell’energia intrappolata dai gas serra è assorbita dagli oceani, e recenti osservazioni hanno mostrato che questo accumulo di calore è aumentato in modo drammatico dagli anni ’90, arrivando quasi a raddoppiare tra il 2010 e il 2020 relativamente al periodo 1990-2000. Si tratta di «una curva chiaramente non lineare», ha spiegato Sarah Purkey, oceanografa della Scripps Institution of Oceanography presso l’Università della California a San Diego.

Anomalie mensili di temperature oceaniche superficiali del 2023 rispetto agli stessi mesi nel periodo 1991-2000, evidenziate dal servizio Copernicus.
© C3S/ECMWF

Sempre più caldo. Un altro studio dell’Università di Tolosa uscito a dicembre 2023 documenta un’accelerazione del riscaldamento globale del sistema-Terra (oceani, terraferma, atmosfera, ghiacci) dal 1960, ossia da quando si è registrato un deciso aumento delle emissioni di anidride carbonica.

Segnali preoccupanti che fanno sospettare che il caso del 2023 non rimarrà isolato, e che ci siano fattori in gioco che ancora non comprendiamo pienamente.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000