Insegnamento della sicurezza e prevenzione sul lavoro: la montagna ha partorito il topolino
Ci vuole una buona dose di immaginazione per condividere la soddisfazione espressa ieri dalla ministra del lavoro, Marina Calderone, per l’approvazione alla Camera della proposta di legge (pdl) ordinaria C.630 recante “modifica all’articolo 3 comma 1, della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l’introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica”, come risultante dagli emendamenti approvati in sede referente. Chiariamo subito, a scanso di equivoci, che siamo anche noi convinti che per promuovere la cultura della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro si debba partire dai banchi di scuola nell’intento di evitare tragedie e infortuni ma non ci sembra affatto che la proposta di legge approvata alla Camera il 5 marzo scorso si muova nella giusta direzione sia per una valutazione di metodo che per una considerazione sul merito della pdl.
Sul metodo
Non ci risulta affatto, purtroppo, che la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera, di cui è Presidente l’on. Federico Mollicone (FdI) abbia svolto un adeguato e articolato ciclo di audizioni sulla proposta di legge in questione. Ci risulta, invece, che il ciclo di audizioni, pur essendosi svolto nel lungo periodo ricompreso tra la metà di febbraio e l’inizio di luglio dello scorso anno, tra i soggetti auditi annovera, giustamente, il CNEL, l’INAIL, l’INL, l’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (ANMIL), l’ Associazione Professionale degli Insegnanti delle Discipline giuridiche ed economiche (APIDGE), due esponenti del Governo
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