Il cinema sostenibile riparte da Cinecittà
I set cinematografici sono vere e proprie comunità in movimento da montare e smontare, con i mezzi di ripresa da trasportare, le costruzioni scenografiche, lo spostamento della troupe e dell’attrezzatura, la confezione dei “cestini” per il cast e i tecnici. L’industria cinematografica inquina. E anche molto. In Italia 1500 settimane di produzione generano migliaia di tonnellate di anidride carbonica. E secondo una ricerca condotta nel Regno Unito dalla piattaforma “Albert”, promossa dalla British Academy of Film and Television Arts (BAFTA), l‘intero settore cinema e audiovisivo consumerebbe, in media all’anno, l’equivalente di una lampadina accesa per 500mila anni o 7mila voli aerei intorno al mondo. Così, se sul grande schermo il tema ambientale acquista sempre più rilevanza e le star lanciano appelli in difesa di terre e popoli minacciati dal cambiamento climatico, l’industria cinematografica fino a pochi anni fa non mostrava lo stesso impegno. Almeno nell’organizzazione di quello che c’è dietro la macchina da presa.
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