Che cos’è la balbuzie e come si cura

La balbuzie è caratterizzata da involontarie interruzioni nel fluire del discorso che costringono a ripetere o allungare suoni, sillabe o parole. Fra i 2 e i 6 anni di età, cioè negli anni dell’infanzia dedicati all’apprendimento del linguaggio, il disturbo è molto diffuso: affligge un bimbo su 20. I maschi hanno un rischio maggiore di contrarlo e di continuare a balbettare fino all’età adulta. La balbuzie può rendere difficile la comunicazione con gli altri, e spesso danneggia la qualità della vita del balbuziente. 

A volte, lo sforzo di parlare può provocare contrazione dei muscoli del viso, o far comparire tic come un rapido batter di ciglia o tremori delle labbra. Ma c’è una buona notizia: fra gli adulti questo disturbo è abbastanza raro, colpisce circa un individuo su 100 e questo significa che in quattro casi su 5 si risolve da solo, o con l’aiuto del logopedista. È vero, non siamo in grado di predire chi conquisterà un eloquio fluente, ma sappiamo che la balbuzie è legata alle circostanze: parlare a una platea o al telefono può aggravarla, mentre cantare, cantilenare e leggere o parlare in un ambiente rumoroso che impedisce di udire la propria voce sembra ridurre le difficoltà. terapie storiche. 

Nel film Il discorso del re del 2010 (sulla storia di re Giorgio VI) si attribuisce la balbuzie a cause psicologiche, oggi molto ridimensionate. Ma nella storia della balbuzie non mancano le teorie strampalate.

Vecchie teorie e nuove certezze. Nel II secolo, Galeno l’attribuiva alla secchezza della lingua, e per risolverla proponeva uno straccio imbevuto di succo di lattuga attorno a essa. Per Bacone, invece, tra XVI e XVII secolo, la causa era la rigidezza della lingua e per scioglierla consigliava… il vino. Nel periodo vittoriano non si andava per il sottile: si ricorreva al bisturi. E nel XX secolo si diede la colpa a negligenze genitoriali e/o a desideri insoddisfatti durante la fase in cui i bimbi mettono tutto in bocca: in entrambe le ipotesi, la soluzione era sul lettino dello psicanalista.

Finché pochi anni fa Luc De Nil, dell’Università di Toronto, studiando il cervello dei balbuzienti attraverso la diagnostica per immagini, cioè con la Pet (tomografia a emissione di positroni) e la fMRI (risonanza magnetica funzionale), documentò che nel cervello dei balbuzienti certe aree dove si produce il linguaggio sono più attive del normale, mentre altre aree dove invece si percepiscono i suoni lo sono meno.

Nel 2011, a una riunione dell’Associazione americana per il progresso delle scienze, De Nil affermò: «A chi balbetta risulta difficile compiere tutti i movimenti che servono a produrre un linguaggio fluente. Non fatica a sviluppare vocaboli o sintassi, anche se forse elabora il linguaggio in modo diverso. Ha difficoltà però a coordinare in modo efficiente il movimento (della lingua, dell’ugola, delle labbra ecc., vedi infografica della prossima pagina); il linguaggio richiede il controllo fine di abilità motorie in modo estremamente veloce e sincronizzato». 

Chi non ha disturbi del linguaggio la fa facile, ma parlare è faccenda assai complessa. Oltre alla precisione dei movimenti, serve la coordinazione precisa di varie aree cerebrali; non solo quelle del linguaggio, ma anche dell’udito, della pianificazione, delle emozioni e della respirazione.


L’articolo di Focus (in edicola dal 21 marzo al 20 aprile 2024) in cui la geologa Laura Gulia racconta la sua esperienza di balbuziente. Gulia è anche l’autrice dell’intervista qui sotto e gestisce un canale Youtube in cui parla di parole: www.youtube.com/@parole_difficili.

Abbiamo chiesto alla geologa Laura Gulia, che soffre di balbuzie e per Focus ha scritto un articolo in cui racconta la sua esperienza di balbuziente (vedi sopra), di intervistare la sua tutor, Anna Toraldo, psicologa per il Centro Medico Vivavoce di Milano, che le ha permesso di superare questo disturbo in età avanzata. «La balbuzie è molto di più rispetto al solo disturbo linguistico o a una difficoltà esclusivamente di natura psico-emotiva» spiega Toraldo, «è un fenomeno cognitivo complesso, che impatta su più sfere della persona, toccando aspetti motori, verbali, emotivi e anche comportamentali. Sul piano verbale la balbuzie può manifestarsi non solo con il classico tartagliare, il prolungamento del suono, il blocco nella voce, di cui ci si può accorgere facilmente, ma anche con l’utilizzo di sinonimi, intercalari, giri di parole per esprimere un concetto immediato, così come pause durante le quali prendere tempo e fingere di pensare a cosa dire».

 

Esistono altri “sintomi” nascosti?

Oltre alle manifestazioni verbali c’è anche un aspetto che proprio non si vede della balbuzie, ovvero le manifestazioni non verbali e, in particolare, le “non azioni” cioè il sottrarsi dal fare qualcosa. Chi balbetta spesso decide di non andare al bar a bere il caffè perché implicherebbe ordinarlo davanti al cameriere – rischiando di bloccarsi o rimanere in silenzio – o di non tendere la mano ad uno sconosciuto perché implicherebbe dirgli il proprio nome che inizia magari proprio con quella lettera ostica da pronunciare; di non iscriversi all’università perché implicherebbe sostenere esami orali e discutere in pubblico la tesi di laurea.

La balbuzie, infatti, può arrivare a coinvolgere l’intera vita di una persona arrivando a condizionarne le scelte, i pensieri, le emozioni e i comportamenti: spesso chi balbetta tende a procrastinare, rinunciare o delegare in determinati contesti di vita per paura di essere giudicato per il modo in cui parla.

 

Cosa accade nel cervello di un balbuziente?

Spesso si pensa, erroneamente, che la balbuzie dipenda dall’ansia, e che colpisca le persone più introverse, ansiose ed emotive. Fattori quali ansia e stress possono sicuramente andare ad incidere sulla balbuzie, in quanto possono aggravarne le manifestazioni, ma non possono essere considerati la causa di questa fatica, altrimenti tutti balbetteremmo in ogni situazione di stress.

In realtà per comprendere davvero ed intervenire su questa fatica dobbiamo andare più in profondità, a livello neurologico, in quanto la balbuzie coinvolge aspetti sensoriali e motori legati alla programmazione e alla produzione del linguaggio ed è correlata a specifiche attivazioni psico-fisiologiche. Recenti studi evidenziano altresì un coinvolgimento del sistema dopaminergico, cioè della dopamina, un neurotrasmettitore che presiede anche al controllo motorio, compreso quello necessario a pronunciare le parole. Circa l’88% dei bambini con balbuzie ha una regressione spontanea entro il sesto anno di vita e ciò sarebbe riconducibile all’avvenuto sviluppo dei meccanismi neurali che sottostanno il controllo motorio oppure a dei meccanismi di compenso che un cervello in crescita mette in atto per ovviare ai deficit.

Esistono tecniche per superare la balbuzie? 

Storicamente, quando parliamo di balbuzie la associamo a un disturbo puramente del linguaggio o a una difficoltà di natura psico-emotiva. In questo caso, gli interventi clinici sono mirati ad aspetti fisiologici legati alla respirazione e alla produzione del suono o ad aspetti di natura psicologica legati alla gestione dell’ansia e alla regolazione delle emozioni. In realtà, con la balbuzie siamo di fronte a un fenomeno molto complesso e dinamico, che non tocca solo un aspetto della persona, ma la coinvolge nella sua totalità. 

Per una riabilitazione di successo e a lungo termine della balbuzie è necessario un approccio a 360 gradi sulla persona, intervenendo sui vari livelli di questa fatica in modo mirato e personalizzato per ognuno. 

In particolare, il metodo riabilitativo Muscarà Rehabilitation Method for Stuttering (MRM-S) adottato da Vivavoce si basa sul riprendere il controllo della propria voce con un lavoro multidisciplinare su: motricità, propriocezione sensoriale, comportamento, cognizione ed emotività.

Il paziente infatti apprende dapprima a conoscere e controllare gli schemi motori (respiratori, fonatori ed articolatori) sottostanti la produzione verbale attraverso il supporto del Clinico e con la specifica tecnologia di Vivavoce, per poi essere guidato a sperimentare tale controllo in contesti di vita quotidiana e in situazioni stressanti. L’esperienza ripetuta di successo nella comunicazione farà sì che progressivamente anche il condizionamento della balbuzie e il suo impatto sulla qualità di vita vada sempre più a ridursi, facendo così esperienza di libertà e sicurezza nelle interazioni quotidiane.

Superare la balbuzie non è però solo una questione di “perfezione estetica” e di non avere più ripetizioni o piccole incertezze nell’eloquio, ma è raggiungere la libertà, è riuscire ad eliminare pian piano quel filtro, quel condizionamento, che la balbuzie frappone tra una persona e il mondo esterno e che ne limita la quotidianità. 

 

Qual è l’età media dei balbuzienti che iniziano un percorso con voi?

L’età media degli allievi è di circa 20 anni. Il più piccolo che ho seguito ha 6 anni, il più grande 83.

 

Nella mia esperienza con voi, anche io soffro di balbuzie e l’ho superata grazie al vostro aiuto, mi è parso di essere sempre la più “grande”: crede che, superata una certa età, i balbuzienti, in certo senso, si arrendano?

No, non credo si arrendano. Penso sia più una questione di organizzazione, di equilibrio.
Aumentata l’età aumentano anche i fattori contingenti che possono pesare sulla decisione di intraprendere un percorso impegnativo come quello di riabilitazione della balbuzie. Ad esempio, un ragazzo di venti anni deve “solo” organizzarsi con lezioni, esami, o al massimo un lavoretto part-time; mentre un adulto deve far coincidere le esigenze della famiglia, un lavoro più strutturato, quindi fattori più determinanti. Penso possa essere anche una questione di priorità, per cui un adulto può dare priorità alle necessità di un figlio più che alle proprie. Poi può subentrare anche il fattore abitudine e per esempio pensare “chissà se riuscirò anche io a non balbettare più”. Quindi non credo sia questione di resa, forse più di percorso di vita.

 

C’è un caso specifico, un paziente che l’ha colpita in modo particolare?

Più che il singolo, a colpirmi è quella sensazione di appagamento, gioia ed anche emozione che mi prende quando mi sento dire che non è più una fatica fare una telefonata, chiedere un’informazione o ordinare un caffè al bar. Una frase che ultimamente mi è stata detta da un ragazzino di 10 anni e che mi ha colpito molto è stata: “Ho letto in classe e sono stato molto bravo, ci sono riuscito benissimo, ero così contento che mi veniva da piangere. È stato il giorno più bello della mia vita!”. Un bel giorno anche per me.

Continua la lettura su: https://www.focus.it/scienza/salute/che-cos-e-la-balbuzie-e-come-si-cura Autore del post: Focus Rivista Fonte: http://www.focus.it

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Esercizi di Analisi delle Sillabe: Impara a Dividere le Parole in Sillabe

L’analisi delle sillabe è una delle prime abilità linguistiche che i bambini imparano durante la scuola primaria. Imparare a dividere correttamente le parole in sillabe è fondamentale per migliorare la lettura, la scrittura e la pronuncia. Gli esercizi di analisi delle sillabe aiutano i bambini a comprendere la struttura delle parole e a leggere in modo più fluido e sicuro. Questa capacità non solo migliora la capacità di lettura, ma facilita anche l’apprendimento della grammatica e dell’ortografia.Per i bambini della scuola primaria, in particolare quelli di prima e seconda elementare, imparare a riconoscere le sillabe e a dividerle correttamente è un passo essenziale. Questi esercizi non solo li aiutano a migliorare la precisione nella scrittura, ma permettono anche di leggere con maggiore sicurezza e velocità. In questo articolo, esploreremo diversi esercizi di analisi delle sillabe, progettati per supportare i bambini nella divisione corretta delle parole, aiutandoli a diventare lettori più competenti e sicuri.A fine articolo potrete scaricare gratuitamente in formato PDF gli “Esercizi di Analisi delle Sillabe: Impara a Dividere le Parole in Sillabe, Italiano per la Scuola Primaria“.Indice
Perché è importante imparare a dividere le parole in sillabe?Imparare a dividere le parole in sillabe è una competenza chiave nell’apprendimento della lingua italiana. Le sillabe sono i mattoni della fonetica e permettono ai bambini di capire meglio la struttura delle parole. I vantaggi dell’analisi delle sillabe includono:Aiutare la pronuncia: Dividere le parole in sillabe aiuta i bambini a pronunciare meglio le parole, soprattutto quando si trovano davanti a parole nuove o difficili da leggere.Migliorare la lettura: Dividere le parole in sillabe permette ai bambini di leggere in modo più fluente e senza esitazioni. La lettura segmentata facilita la comprensione dei testi, soprattutto per parole lunghe o complesse.Sviluppare una scrittura più accurata: Quando i bambini imparano a sillabare correttamente, riescono anche a scrivere meglio, riducendo gli errori di ortografia. Riconoscere le sillabe giuste aiuta a non confondere le lettere o le doppie.Favorire la comprensione della grammatica: L’analisi delle sillabe supporta l’apprendimento delle regole grammaticali, aiutando i bambini a riconoscere prefissi, radici e suffissi nelle parole.Esercizi di analisi delle sillabe per bambini della Scuola PrimariaEsercizio 1: Dividi le parole in sillabeUno degli esercizi più semplici e diretti per iniziare a insegnare ai bambini a sillabare le parole è quello di fornire una lista di parole e chiedere loro di dividerle correttamente in sillabe.Come svolgere l’esercizio:Fornisci una lista di parole semplici come “cane”, “tavolo”, “bicicletta” e chiedi ai bambini di dividerle in sillabe: ca-ne, ta-vo-lo, bi-ci-cle-tta.
Incoraggia i bambini a battere le mani o a toccare il banco ogni volta che sentono una nuova sillaba, per aiutarli a interiorizzare il ritmo della parola.Questo esercizio aiuta i bambini a sviluppare un’idea chiara di come le parole siano composte da più parti e favorisce una lettura più fluida.Esercizio 2: Giochi di sillabazioneI giochi sono uno strumento potente per insegnare ai bambini attraverso il divertimento. Un modo interattivo per praticare la divisione in sillabe è attraverso giochi di carte o puzzle.Come svolgere l’esercizio:Crea delle carte con parole divise in sillabe (ad esempio, “ca”, “ne”, “ta”, “vo”, “lo”) e chiedi ai bambini di abbinarle per formare la parola completa.
Puoi anche usare immagini di oggetti e chiedere ai bambini di abbinare l’immagine alla parola corretta suddivisa in sillabe.Questo tipo di esercizio è perfetto per rendere l’apprendimento della divisione in sillabe più coinvolgente e meno formale, aiutando i bambini a visualizzare e comprendere meglio il concetto.Esercizio 3: Scrivi le parole sillabateUn altro esercizio utile è chiedere ai bambini di scrivere parole sillabate. Questo non solo aiuta a consolidare la comprensione delle sillabe, ma migliora anche la loro abilità di scrittura.Come svolgere l’esercizio:Fornisci una serie di parole e chiedi ai bambini di scriverle, suddividendo correttamente le sillabe. Ad esempio, “bicicletta” diventa bi-ci-cle-tta.
Puoi aumentare il livello di difficoltà aggiungendo parole più lunghe man mano che i bambini acquisiscono più fiducia nella divisione sillabica.Esercizi avanzati per bambini più grandiMan mano che i bambini progrediscono nella loro capacità di sillabazione, possono affrontare esercizi più complessi che li sfidano a riconoscere sillabe in parole lunghe e complesse.Esercizio 4: Identifica la sillaba iniziale e finaleUn esercizio avanzato consiste nel chiedere ai bambini di identificare la prima e l’ultima sillaba di una parola. Questo aiuta a sviluppare una comprensione più profonda della struttura delle parole.Come svolgere l’esercizio:Fornisci una lista di parole come “telefono”, “matita”, “fiore” e chiedi ai bambini di identificare la sillaba iniziale (te-, ma-, fio-) e quella finale (-no, -ta, -re).
Dopo aver individuato la sillaba iniziale e finale, invita i bambini a pronunciare l’intera parola sillabata.Questo esercizio rafforza la capacità di riconoscere le sillabe in diverse posizioni, migliorando la comprensione della struttura delle parole.Esercizio 5: Completa le paroleUn altro esercizio utile per affinare la capacità di analisi delle sillabe consiste nel fornire ai bambini parole incomplete, chiedendo loro di aggiungere le sillabe mancanti.Come svolgere l’esercizio:Scrivi parole incomplete, come “te-le-“, “ma-ti-” o “fi-re”, e chiedi ai bambini di completarle con le sillabe corrette: “fono”, “ta”, “ore”.
Puoi rendere l’esercizio più interessante proponendo delle immagini corrispondenti alle parole da completare.Questo esercizio stimola il pensiero logico e la memoria visiva, migliorando la capacità di riconoscere le sillabe mancanti e completare correttamente le parole.Suggerimenti finali per migliorare la divisione in sillabeRipetizione quotidiana: Anche solo 10-15 minuti al giorno di esercizi di sillabazione possono fare una grande differenza. La ripetizione è fondamentale per consolidare l’apprendimento e migliorare la sicurezza del bambino.
Integrare la lettura: La lettura regolare di libri adatti all’età dei bambini aiuta a rafforzare la comprensione delle sillabe. Leggere lentamente e dividere le parole in sillabe durante la lettura è un ottimo esercizio.
Lodare i progressi: Ogni volta che un bambino riesce a sillabare correttamente una parola, è importante lodarlo e riconoscere i suoi progressi. Questo rinforza la sua motivazione e fiducia.
Rendere la pratica un gioco: Trasformare la sillabazione in un gioco, come gare di velocità o puzzle, rende l’apprendimento più divertente e meno stressante per i bambini.Seguendo questi esercizi e suggerimenti, i bambini della scuola primaria saranno in grado di dividere le parole in sillabe in modo corretto, migliorando la loro capacità di leggere, scrivere e pronunciare correttamente le parole. L’apprendimento dell’analisi delle sillabe è un passo cruciale nel percorso linguistico di ogni bambino e, con la pratica costante, diventeranno sempre più abili nel padroneggiare la lingua italiana.Potete scaricare e stampare gratuitamente in formato PDF gli “Esercizi di Analisi delle Sillabe: Impara a Dividere le Parole in Sillabe, Italiano per la Scuola Primaria“, basta cliccare sul pulsante ‘Download‘:Domande Frequenti su ‘Esercizi di Analisi delle Sillabe: Impara a Dividere le Parole in Sillabe, Italiano per la Scuola Primaria’Cosa sono gli esercizi di analisi delle sillabe?Gli esercizi di analisi delle sillabe aiutano i bambini a imparare a dividere correttamente le parole in sillabe. Questo processo è fondamentale per migliorare la lettura, la scrittura e la pronuncia, poiché permette ai bambini di comprendere meglio la struttura delle parole.
A che età sono indicati questi esercizi?Questi esercizi sono ideali per i bambini della scuola primaria, solitamente a partire dalla prima elementare, quando iniziano a familiarizzare con la divisione delle parole in sillabe durante l’apprendimento della lettura e della scrittura.
Come si svolgono gli esercizi di analisi delle sillabe?Gli esercizi includono attività in cui i bambini devono dividere parole in sillabe, identificarle o completare parole separandole correttamente. Alcuni esercizi possono prevedere l’uso di schede didattiche, giochi o attività di gruppo.
Perché è importante imparare a dividere le parole in sillabe?La divisione delle parole in sillabe è importante perché aiuta i bambini a leggere in modo fluido, migliorare la comprensione delle parole e a pronunciarle correttamente. Inoltre, è una base utile per l’ortografia e la scrittura corretta.
Questi esercizi possono essere fatti a casa?Sì, molti esercizi di analisi delle sillabe possono essere svolti a casa con materiali semplici come carta e penna. Esistono anche giochi e app educative che possono supportare l’apprendimento in un contesto più interattivo.
Quanto tempo dovrei dedicare a questi esercizi con mio figlio?Anche solo 10-15 minuti al giorno sono sufficienti per praticare la divisione in sillabe e migliorare gradualmente le competenze del bambino. La costanza è fondamentale per rafforzare l’apprendimento.
Cosa fare se mio figlio ha difficoltà a dividere le parole in sillabe?Se il bambino trova difficoltà, prova a usare parole più semplici e suddividere insieme a lui ogni parola battendo le mani per ogni sillaba. Puoi anche aiutarlo con immagini o giochi per rendere l’esercizio più divertente e interattivo.
Gli esercizi di sillabazione possono migliorare la lettura del mio bambino?Sì, imparare a dividere le parole in sillabe migliora la fluidità e la velocità di lettura, poiché permette al bambino di leggere le parole in modo segmentato, rendendo più facile la comprensione e la pronuncia corretta.Clicca per votare questo articolo!Maestra di Sostegno – Scuola Primaria

Emergenza Coronavirus COVID-19: notizie e provvedimenti

Ordinanza del 2 giugno 2021 Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. 

Ordinanza 29 maggio 2021 Ai fini del contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2, le attività economiche e sociali devono svolgersi nel rispetto delle “Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”, elaborate dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome, come definitivamente integrate e approvate dal Comitato tecnico scientifico, che costituiscono parte integrante della presente ordinanza

Ordinanza 21 maggio 2021 Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-Cov-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro.

Ordinanza 21 maggio 2021 Linee guida per la gestione in sicurezza di attivita’ educative non formali e informali, e ricreative, volte al benessere dei minori durante l’emergenza COVID-19.

Ordinanza 21 maggio 2021 Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

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