La gravidanza fa aumentare l’età biologica

I profondi cambiamenti fisici, ormonali e chimici connessi alla gravidanza possono far girare più rapidamente le lancette dell’invecchiamento, regalando all’età biologica della futura mamma fino a un paio di anni in più. Un fatto curioso, ma non sorprendente: quello che davvero stupisce, però, è che questo processo sembra essere reversibile.

Nei mesi successivi al parto, infatti, l’età biologica parrebbe tornare allo stadio precedente; anzi, alcune donne in allattamento finiscono per sembrare biologicamente più “giovani” rispetto a prima del concepimento. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Cell Metabolism.

Quanti anni hai, davvero? L’età biologica è un indicatore dello stato di salute generale dell’organismo, che guarda alla funzionalità di cellule, organi e tessuti. Può non coincidere con l’età anagrafica ed essere influenzata da fattori genetici o ambientali (come clima, inquinamento, stile di vita). Il fatto che la gravidanza, con il carico di stress che impone all’organismo, sia connessa a un invecchiamento prematuro era già stato appurato nell’aprile 2023 in uno studio su femmine di uomo e di topo dell’Harvard Medical School.

tira e molla. Il nuovo studio, coordinato da Kieran O’Donnell, ricercatore perinatale della Yale School of Medicine, aggiunge un tassello in più, e cioè che questo processo di invecchiamento potrebbe non essere lineare, ossia non andare in una direzione soltanto. Già, ma come è stato misurato l'”effetto-gravidanza” sull’età biologica?

Tic, tac. Gli scienziati hanno analizzato campioni di sangue di 119 donne in diverse fasi della gravidanza e del post parto, concentrandosi sulle modifiche epigenetiche del DNA cellulare, quelle alterazioni che non dovrebbero essere ereditabili e che dipendono piuttosto dalla capacità dell’ambiente e delle abitudini di vita di regolare il genoma.

In particolare hanno guardato alla metilazione del DNA, l’aggiunta di un gruppo chimico in punti specifici del DNA che in genere blocca l’espressione del gene, rendendolo inattivo. Poiché questa ed altre variazioni epigenetiche si accumulano normalmente nelle cellule con l’invecchiamento, un aumento o – viceversa – una diminuzione, di queste, possono indicare che i tessuti stanno invecchiando a ritmo accelerato, oppure al rallentatore.

vita accelerata. Gli scienziati hanno trovato segni elevati di usura del DNA nei campioni di sangue prelevati in gravidanza, inclusi livelli di metilazione del DNA di solito riscontrati in persone di uno o due anni più vecchie. La gravidanza aveva avuto lo stesso effetto sull’organismo di un invecchiamento accelerato – come in fondo confermato dal fatto che in gravidanza, specialmente nell’ultima fase, aumenta la probabilità di incorrere in alcune malattie.

Come prima (o meglio?). Tuttavia, come spiegato su Science, le analisi del sangue di 68 partecipanti che avevano partorito da tre mesi hanno riservato un inatteso “dietro-front”. La loro età biologica appariva da 3 a 8 anni inferiore rispetto a quella che avevano all’inizio della gravidanza: un effetto più smorzato nelle donne che erano sovrappeso prima della gravidanza, e più pronunciato nelle donne dedite all’allattamento al seno esclusivo.

Davvero più giovani? Gli autori dello studio invitano a usare con cautela termini come “ringiovanimento” perché l’età biologica delle partecipanti prima della gravidanza non era nota, e perché molti fattori dello stile di vita di una persona, a partire dall’alimentazione o dall’abitudine all’attività fisica, possono influire sulla velocità di invecchiamento cellulare.

In altre parole non esiste una misura di cosa costituisca una “normale” velocità di invecchiamento biologico, né è noto se quello accumulato, e poi perso, con la gravidanza, abbia effetto sulla salute futura. Tuttavia, quanto scoperto potrebbe risultare interessante per future ricerche sull’impatto della gravidanza sul corpo umano.

Continua la lettura su: https://www.focus.it/scienza/salute/la-gravidanza-accelera-l-invecchiamento-anche-di-due-anni-ma-l-effetto-e-reversibile Autore del post: Focus Rivista Fonte: http://www.focus.it

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