Federica Agosta, la neurologa che allena algoritmi per sconfiggere l’Alzheimer
Basta un semplice prelievo di sangue per permettere all’intelligenza artificiale di dirci se abbiamo un’alta o una bassa probabilità di ammalarci di Alzheimer fra 20 anni. Fantascienza? No, è già realtà. E non siamo in Silicon Valley. In Italia c’è un’isola felice, dove si usano tecnologie avanzate e intelligenza artificiale per studiare e prevenire le malattie neurologiche. Siamo al San Raffaele di Milano. Qui una scienziata di 45 anni dirige un gruppo di ricerca, composto da medici, bioingegneri, informatici, psicologi e fisioterapisti, che allena algoritmi in grado di predire le malattie neurodegenerative prima che si manifestino. “L’Artificial Intelligence fa cose che un medico non riuscirebbe a fare: analizza, in modo automatico e rapido, una grande quantità di dati. Identifica i primi segnali di una malattia neurologica, come Alzheimer, Parkinson e altre demenze, ma aiuta anche nello sviluppo di nuove terapie e nel monitoraggio dei loro effetti”.
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