Solo 7 esopianeti potrebbero ospitare la vita

Sono trascorsi quasi trent’anni da quando Michael Mayor e Didider Queloz confermarono la scoperta del primo esopianeta orbitante attorno a una stella simile al Sole, 51 Pegasi b. Da allora ne sono stati individuati migliaia e altrettanti sono in attesa di essere confermati negli elenchi ufficiali dei pianeti che ruotano attorno a stelle (che non siano il nostro Sole).

Compatibili con la vita? Di fronte a una tale mole di scoperte gli scienziati si sono posti una domanda fondamentale: “Ma tra questi corpi ne esiste almeno uno che sia così simile alla Terra da poter ospitare la vita?” Lo scienziato Balazs Bradak dell’Università di Kobe in Giappone ha cercato di dare una risposta, con il suo studio.

Per esclusione. «Qualsiasi pianeta extrasolare in grado di ospitare la vita deve trovarsi nella zona abitabile della sua stella madre, ossia nella fascia dove l’acqua possa scorrere liquida sulla superficie o almeno in prossimità», sottolinea Bradak. Questo elemento, da solo, restringe drasticamente il campo potenziale dei candidati. Per semplicità, Bradák ha eliminato anche i pianeti definiti “sub-Nettuniani” come potenziale classe planetaria: pianeti troppo voluminosi per immaginare l’esistenza di una vita simile alla nostra, allo stesso modo ha escluso esopianeti con massa simile o superiore a Giove.

Questione di età. Ma c’è un altro fattore in gioco: l’età dei pianeti. «Sappiamo», continua Bradak, «che ci sono voluti circa 4,5 miliardi di anni perché la vita sulla Terra si evolvesse al punto da essere come oggi, e poter teoricamente, inviare oggetti verso altri sistemi stellari, come ha fatto l’umanità con il lancio delle sonde Voyager. Questo fa ipotizzare che i pianeti extrasolari che abbiano sviluppato una civiltà tecnologicamente avanzata debbano avere almeno l’età della Terra, se non superiore».

Diamo i numeri. Una volta individuati i parametri che devono rispettare i pianeti potenzialmente abitabili, Bradák ha consultato l’Archivio dei Pianeti Extrasolari della NASA, che attualmente vanta 5.271 corpi. Di questi, però, solo 7 soddisfano i criteri di posizionamento, età, dimensione e zona abitabile. Secondo la nostra attuale conoscenza sugli esopianeti e su come si è evoluta la vita, infatti, sono pochissimi i pianeti che potrebbero ospitare una civiltà simile o superiore per tecnologia, alla nostra.

Così lontani, così vicini. Tra questi spicca un pianeta in particolare: Kepler-452 b, che ruota attorno a una stella simile alla nostra e su un’orbita simile.

Quel sistema si trova a soli 1.400 anni luce di distanza dalla Terra, relativamente vicino a noi per gli standard astronomici. Questo elemento è di grande importanza perché si possono svolgere indagini approfondite, compresa la valutazione dell’atmosfera, che più di ogni altra cosa può dirci l’abitabilità di un corpo. Probabilmente però, dovremo aspettare la prossima generazione di grandi telescopi per raccogliere informazioni utili a questa ricerca.

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