Nasa: un aiuto per recuperare le rocce marziane

Si era capito che la conferenza stampa annunciata dalla NASA per il tardo pomeriggio (ora italiana) del 15 aprile 2024 avrebbe annunciato qualcosa di importante. Gli esperti avevano intuito che l’ente spaziale americano avrebbe annunciato modifiche nella missione “Mars Sample Return”, il complicato progetto che prevede di riportare sulla Terra campioni di suolo e rocce marziane che il rover Perseverance sta raccogliendo in appositi contenitori che lascia sul suolo del Pianeta Rosso.

La speranza… L’idea di molti era, però, che la NASA illustrasse novità, qualche nuovo progetto su come, nei prossimi anni, intendesse andare a recuperare quei campioni, magari con la collaborazione dell’Agenzia spaziale europea e, chissà, altre agenzie spaziali.


L’animazione mostra il rover Perseverance Mars della NASA che (a marzo 2024) raccoglie un campione di roccia utilizzando una punta da carotaggio all’estremità del suo braccio robotico. Si tratta del 24° campione complessivo raccolto durante questa missione su Marte.
© Nasa

E invece, delusione: l’amministratore della NASA Bill Nelson ha annunciato che il Programma Mars Sample Return (MSR) – che per altro aveva subito già ritardi rispetto ai programmi iniziali – potrà attuarsi, stando alle attuali condizioni dell’ente spaziale americano, solo nel 2040. E questo perché alcune “revisioni indipendenti del progetto” hanno stimato che esso verrebbe a costare tra gli 8 e gli 11 miliardi di dollari, una cifra insostenibile per la NASA. E così dopo il ritardo annunciato nel 2021, quando la NASA fece sapere che la missione MSR si sarebbe svolta a fine Anni Venti o inizio Anni Trenta, ecco un nuovo rinvio sostanziale, anzi quasi insostenibile.

Qual era il programma. Prima di questo annuncio la missione (molto complessa, a dire il vero) prevedeva il lancio, tra il 2027 e il 2028, di una sonda costruita dall’Agenzia Spaziale Europea che avrebbe trasportato il necessario (piccoli elicotteri e un razzo) per raccogliere i campioni e inserirli nell’orbita marziana, e di un’altra sonda che da lì avrebbe preso in custodia il prezioso carico per poi trasportarlo sulla Terra, dove sarebbe arrivato nel 2033. Ora tutto questo sembrerebbe sfumato.

Dopo aver annunciato la “nuova” strada che la NASA intende seguire, Nelson ha aggiunto che non saranno scartate eventuali altre soluzioni. E ha formulato quasi una richiesta d’aiuto. Per far sì che la missione possa realizzarsi, infatti, la NASA chiede assistenza ai sui vari centri ricerche, ai laboratori (come il Jet Propulsion Laboratory o JPL, per esempio) che formano la sua “comunità” affinché «si crei un nuovo progetto meno complesso dell’attuale, che abbia una maggiore resilienza e un atteggiamento verso il rischio», ha affermato Nicky Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA.

Aiuti, ma subito! Nelson ha fatto sapere che vorrebbe avere sul suo tavolo nuove idee per l’autunno 2024, per iniziare subito a lavorarci.

Ma non è da escludere che la NASA possa avviare anche un progetto simile a quello che ha sviluppato per la Luna, ossia finanziare società private nel caso in cui proponessero idee e soluzioni a costi più contenuti per recuperare quei preziosi campioni di materiale marziano.

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