Giacomo Matteotti ci mise in guardia dal fascismo, più che dai fascisti. Un libro

Nel centenario della sua morte, un libro di Antonio Funiciello ricostruisce l’isolamento coraggioso di un politico votato al riformismo, ma rimasto inascoltato. Il racconto “Tempesta. La vita (e non la morte) di Giacomo Matteotti”, in libreria

Nel centenario della morte di Giacomo Matteotti, Antonio Funiciello ne celebra la voglia di vivere. “Tempesta. La vita (e non la morte) di Giacomo Matteotti” (Rizzoli) è una dichiarazione d’amore per la vita e per la politica, intesa come passione esistenziale e sforzo quotidiano per migliorare le condizioni reali delle persone. Non, però, come mera pratica amministrativa: Matteotti fu un politico di solide convinzioni, che seppe costruire consenso attorno alle idee e non viceversa. Fu questo che lo rese, contemporaneamente, una luce in quegli anni bui, un ostacolo per i fascisti e un fastidio per molti antifascisti.
 

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