Il T. rex non era intelligente come un babbuino
Il T. rex non era intelligente come un babbuino, ma più… astuto come un coccodrillo gigante. Uno studio internazionale confuta la conclusione di una dibattuta ricerca del 2023, secondo la quale il T. rex avrebbe avuto un numero così elevato di neuroni da raggiungere un’intelligenza comparabile a quella di un babbuino, e da essere capace persino di trasmissione culturale e di utilizzo di strumenti. In base al nuovo studio, le dimensioni del cervello del tirannousauro sarebbero state decisamente sovrastimate.
Metodo sbagliato. L’articolo contestato, firmato da Suzana Herculano-Houzel, neuroscienziata della Vanderbilt University di Nashville, Tennessee, avrebbe stimato in modo non corretto il numero di neuroni partendo da un endocasto o endocalco, il calco interno della cavità della scatola cranica del T. rex, una metodologia però non attendibile per dedurre le dimensioni del cervello di animali di questo tipo.
«Nei rettili viventi e nella maggior parte dei dinosauri estinti, il cervello riempie solamente una frazione della cavità del cranio, e quindi la forma e le dimensioni dell’endocasto risultano molto diverse da quelle del cervello originale», ha spiegato a IFLS Kai Caspar, tra gli autori del nuovo studio, pubblicato su The Anatomical Record.
Una macchina difficile da muovere. Il nuovo lavoro di “debunking” del precedente studio ha coinvolto un gruppo di 11 scienziati afferenti a diversi campi del sapere, dalla paleontologia alla neurobiologia, coordinati da Cristian Gutierrez-Ibanez, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Alberta, Canada. Nei rettili odierni (e presumibilmente nei rettili teropodi come il T. rex), il cervello non riempie completamente la cavità del cranio, che risulta occupata anche da una buona parte di fluido cerebrospinale.
Poi c’è la questione delle dimensioni: nel T. rex, un animale di 7 tonnellate, un numero eccezionale di neuroni doveva servire a malapena a garantire le basi del movimento di un corpo così colossale, senza che ne rimanesse granché per cimentarsi in attività più complicate come maneggiare utensili o trasmettere conoscenza.
Senza offesa… Dunque focalizzarsi sul numero di neuroni come ha fatto Herculano-Houzel sembra avere poco senso. Senza contare che i rettili non hanno lo stesso tipo di connessioni cerebrali e di circuiti neurali presenti in mammiferi e uccelli, un fatto che limita la complessità del loro modo di ragionare e delle loro interazioni.
Alla luce di queste considerazioni, il T. rex doveva essere più probabilmente astuto come un coccodrillo, e non intelligente come una scimmia.
Il che comunque non gli impediva di avere comportamenti che potremmo comunque definire intelligenti, posto che esista una definizione univoca per questo termine. Come per esempio – è ragionevole ipotizzare – tessere legami a lungo termine, avere relazioni vantaggiose con altri esemplari e intrecciare alleanze, giocare, esplorare, essere curioso.
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