Plastica e reti da pesca per il costume da bagno che vuole salvare il mare
“Siamo orgogliosi di essere sostenibili, ma non lo sbandieriamo. Se ti impegni davvero per l’ambiente, non hai bisogno di dirlo”. Alessandro Vergano, il creatore di Kampos, risponde così quando gli si chiede se i costumi da bagno intereamente realizzati con plastiche raccolte nel Mediterraneo sono uno degli esempi più lampanti di greenhushing, il contrario del greenwashing: riduci l’impronta carbonica della tua azienda, ricicli il più possibile e limiti gli scarti di lavorazione, ma il tuo marchio non viene associato alle produzioni sostenibili.
Cavallucci marini, tartarughe e coralli disegnati prima su acquarello e poi digitalizzati dall’artista sarda Claudia Filigheddu, però, diffondono un messaggio chiaro: gli ecosistemi marini sono nel dna di Kampos e nel cuore del suo fondatore. “Il mare è sempre stato la mia vita, anche quando per lavoro me ne sono dovuto allontanare”, dice l’imprenditore, che a 40 anni vanta esperienze da dirigente in grandi multinazionali. “Sono nato da
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