Infinito con valore predicativo del greco antico
 
					Nel greco antico, l’infinito (ἀπαρέμφατον, aparémphaton, letteralmente “senza determinazione”) è una forma verbale nominale, cioè partecipa della natura del verbo (perché indica un’azione o uno stato) e del nome (perché può funzionare come soggetto, complemento o attributo).
Può dunque esprimere un’idea di azione in modo astratto e non personale, come se fosse un “verbo sostantivato”.
Quest’articolo si concentrerà sull’esposizione di una delle tante particolarità di questo modo verbale: l’infinito con valore predicativo.
Definizione
L’infinito con valore predicativo è un infinito che completa il significato di un verbo di senso incompleto, fungendo da predicato del soggetto o dell’oggetto del verbo reggente.
In altre parole, l’infinito non è un semplice nome dell’azione (come nell’infinito sostantivato), ma esprime ciò che il soggetto o l’oggetto “è”, “fa”, “può fare”, “vuole fare”, “sa fare”, ecc.
Verbi che reggono l’infinito con valore predicativo
L’infinito predicativo compare dopo verbi che implicano un’idea di volontà, possibilità, dovere, sapere, percezione, o dichiarazione, come:
| Categoria | Verbi reggenti | Esempio | 
|---|---|---|
| Volere / desiderare | βούλομαι (voglio), ἐθέλω (voglio, sono disposto) | βούλομαι ζῆν → voglio vivere | 
| Sapere / potere | οἶδα (so), δύναμαι (posso) | οἶδα γράφειν → so scrivere | 
| Dovere / necessità | δεῖ (bisogna), χρή (è necessario) | δεῖ σε ἀποθανεῖν → devi morire | 
| Percezione | ἀκούω (odo), ὁράω (vedo) | ἄκουσα αὐτὸν λέγειν → l’ho sentito parlare | 
| Dichiarazione / opinione | λέγω (dico), φημί (affer-mo), νομίζω (ritengo) | φησὶν αὐτὸν ἥκειν → dice che egli è arrivato | 
| Tentativo / inizio / cessazione | πειρῶμαι (cerco di), ἄρχομαι (comincio a), παύομαι (smetto di) | πειρᾶται λέγειν → cerca di parlare | 
Funzione logica
Quando l’infinito ha valore predicativo, la relazione logica tra il verbo reggente e l’infinito è simile a quella di due predicati coordinati, in cui il secondo specifica o completa il primo.
Esempio:
δύναται γράφειν → può scrivere
Il verbo δύναται (può) è di senso incompleto e trova il suo completamento in γράφειν (scrivere).
L’infinito predica l’azione che il soggetto è in grado di compiere.
Analisi sintattica
A livello sintattico:
- l’infinito funge da complemento predicativo del soggetto o dell’oggetto;
- può reggere a sua volta un soggetto proprio, espresso o sottinteso, che va in accusativo (costruzione dell’accusativo con infinito).
Esempi:
- Complemento predicativo del soggetto: ὁ ἀνήρ δύναται λέγειν → l’uomo può parlare
 (λέγειν predica ciò che il soggetto ὁ ἀνήρ è capace di fare)
- Complemento predicativo dell’oggetto (accusativo con infinito): ἀκούω τὸν ἄνδρα λέγειν → sento l’uomo parlare
 (λέγειν predica ciò che l’oggetto τὸν ἄνδρα sta facendo)
Uso dell’articolo con l’infinito predicativo
Generalmente, l’infinito predicativo non è accompagnato da articolo, poiché non ha valore nominale.
Tuttavia, se è reso esplicito o determinato (per esempio con un aggettivo, un complemento, o una specificazione), può prendere l’articolo, diventando più sostantivato.
Esempio:
τὸ γράφειν ἡδύ ἐστι → scrivere è piacevole (qui però l’infinito ha già valore sostantivato)
Traduzione italiana
Nella resa italiana, l’infinito predicativo si traduce con un infinito semplice o con una proposizione completiva implicita:
- βούλομαι γράφειν → voglio scrivere
- οἶδα ποιεῖν → so fare
- λέγει ἥκειν → dice di essere arrivato
Esempi letterari
- Platone, Apologia 38a: ὁ ἀνεξέταστος βίος οὐ βιωτὸς ἀνθρώπῳ.
 (Una vita non esaminata non è degna di essere vissuta.)
 → Qui l’infinito βιωτός è di valore predicativo implicito (“degna di essere vissuta”).
- Omero, Iliade VI, 441: ἄμμι δὲ χρὴ Τρώεσσι μάχεσθαι.
 (A noi spetta combattere contro i Troiani.)
 → χρὴ regge l’infinito μάχεσθαι come predicativo di dovere.
- Senofonte, Anabasi I, 3, 7: οἶδα γράφειν → so scrivere.
 → οἶδα è verbo di sapere, e l’infinito predicativo completa il significato.
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