Addio a Giancarlo Cerini

La scomparsa di Giancarlo Cerini priva la scuola di una delle menti più lucide e di una competenza che è maturata nel mondo della scuola. Ho condiviso con Giancarlo la stagione dell’IRRSAE, quando era responsabile della documentazione dell’IRRSAE Emilia Romagna; ha poi proseguito la sua carriera come Ispettore e abbiamo collaborato insieme a lungo e su tanti progetti di innovazione.
È stato per me anche un amico, franco ed affidabile, nei tanti anni di lavoro insieme.
Mi mancherai e ci mancherai Giancarlo; mancherai non solo a INDIRE, ma a tutta la scuola italiana.

IL PRESIDENTE INDIREGiovanni Biondi

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Sulle orme di Giancarlo Cerini

Sulle orme di Giancarlo

L’eredità di Cerini, un visionario della Scuola Italiana

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Commemorare per ricordare, ma anche per non perdere la direzione, per ritrovare la bussola, per richiamare quei maestri, che con le loro parole, i loro scritti ti hanno indicato la strada.In una scuola quella di oggi, soffocata da sempre più adempimenti burocratici, ricordare Cerini, è un po’ come ritrovare se stessi, o meglio, quell’entusiasmo che ogni uomo e donna di scuola ha nell’animo, e che ha come fine l’amore incondizionato per le nuove generazioni, per il loro presente e soprattutto per il loro futuro.

Giancarlo Cerini è stato più di un semplice educatore: è stato un visionario che ha saputo infondere coraggio e speranza nella scuola italiana, un pilastro per chiunque creda nel potere dell’educazione come strumento per costruire una società migliore. La sua vita è stata un viaggio dedicato a una missione che andava oltre l’insegnamento tradizionale: creare una scuola che non solo trasmette conoscenze, ma costruisce ponti verso il futuro, accogliendo ogni bambino e ogni bambina, ogni insegnante e ogni dirigente, come parte di un grande progetto comune.

Cerini sapeva che l’educazione non è mai neutrale, che ogni gesto educativo racchiude la potenza di una scelta: scegliere di includere invece che escludere, scegliere di guidare invece che imporre, scegliere di accendere la curiosità invece che limitarla. Per lui, la scuola era un luogo sacro, dove si coltivano speranze e si forgiano sogni, e il suo obiettivo era che ogni bambino potesse trovare lì lo spazio per diventare la versione più autentica di sé.

In un mondo scolastico sempre più frammentato, Cerini è stato un faro, una luce che ha indicato la rotta quando le acque sembravano turbolente e l’approdo incerto. Ha saputo coniugare innovazione e tradizione, accogliendo le sfide moderne senza mai tradire i valori essenziali che costituiscono la vera anima dell’educazione: la dignità, la giustizia e la possibilità per ciascuno di scoprire il proprio talento e di contribuire al bene comune.

Ricordare Giancarlo Cerini significa riscoprire la forza dell’educazione come atto d’amore, un dono che si rinnova giorno dopo giorno. La sua eredità è un invito a sognare una scuola dove la crescita umana è al centro, dove ogni lezione diventa un passo verso un futuro più luminoso, dove ogni insegnante è un esempio e ogni studente una promessa. Cerini ci ha lasciato una mappa, un’ispirazione e una responsabilità, ricordandoci che educare non è mai solo un mestiere, ma un atto di fede nel potenziale umano e nel futuro che possiamo costruire insieme.

Un percorso dedicato all’istruzione e all’infanzia

Nato a Forlì, Cerini ha mosso i primi passi come maestro elementare, innamorandosi della bellezza e della delicatezza dell’infanzia. Questo legame con i più piccoli ha caratterizzato tutta la sua carriera. Come direttore didattico, prima, e ispettore scolastico, poi, Cerini ha orientato le sue energie verso un modello di scuola attenta alle specificità di ogni bambino, senza trascurare l’importanza di offrire pari opportunità e strumenti educativi che stimolassero lo sviluppo integrale degli studenti. È stato un fervente promotore della scuola dell’infanzia come base imprescindibile per l’apprendimento futuro, sostenendo l’importanza di un’educazione precoce che fosse di qualità, equa e accessibile.

L’impegno di Cerini nella scuola dell’infanzia ha trovato la sua massima espressione nei “Nuovi Orientamenti del 1991”, documento che rappresenta ancora oggi una pietra miliare nella storia della scuola italiana. In esso, Cerini e i suoi collaboratori delineano un modello pedagogico in cui ogni bambino è riconosciuto come un individuo unico, con specifiche inclinazioni e potenzialità da coltivare. Cerini ha sempre creduto in una scuola capace di accogliere, includere e valorizzare ogni diversità, gettando le basi per un sistema educativo che considera la pluralità un valore e non un ostacolo.

Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo

Giancarlo Cerini ha anche svolto un ruolo cruciale nell’evoluzione del sistema educativo italiano, contribuendo significativamente sia alle “Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione” del 2012 che al successivo documento “Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari” del 2018.

Nel 2012, Cerini ha partecipato attivamente alla revisione delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione. Questo documento ha ridefinito gli obiettivi e i contenuti dell’istruzione italiana, promuovendo un’educazione centrata sullo sviluppo integrale dell’individuo e sull’inclusione. Cerini ha contribuito alla stesura del testo, collaborando con un gruppo di esperti per elaborare linee guida che rispondessero alle esigenze di una società in continua evoluzione. Le Indicazioni 2012 hanno enfatizzato l’importanza di competenze chiave come la cittadinanza attiva, la consapevolezza culturale e l’apprendimento permanente.

Nel 2018, Cerini ha partecipato all’elaborazione del documento Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari, che ha aggiornato le linee guida del 2012 alla luce delle nuove sfide educative. Questo documento ha introdotto temi come l’educazione alla sostenibilità, il pensiero computazionale, l’uso consapevole delle tecnologie digitali e l’educazione alla cittadinanza globale. Cerini ha sottolineato l’importanza di una scuola capace di adattarsi ai cambiamenti sociali e tecnologici, preparando gli studenti a diventare cittadini responsabili e consapevoli.

Attraverso il suo impegno in questi documenti, Giancarlo Cerini ha contribuito a delineare una visione dell’educazione che valorizza la centralità della persona, l’importanza della cultura e il ruolo fondamentale della scuola come comunità educativa.

Giancarlo Cerini e Mariella Spinosi architetti dell’educazione italiana

La collaborazione tra Giancarlo Cerini e Mariella Spinosi ha rappresentato uno dei momenti più alti e significativi nella storia recente della scuola italiana. Una coppia di intellettuali e professionisti che, con passione e dedizione, ha contribuito a ridisegnare l’evoluzione del sistema educativo nel nostro Paese, lasciando un segno profondo nelle politiche scolastiche e nelle pratiche didattiche. La loro collaborazione ha dato vita a numerosi progetti e pubblicazioni che hanno influenzato profondamente il dibattito pedagogico, offrendo strumenti concreti e visioni innovative per affrontare le sfide educative.

Un sodalizio professionale e intellettuale in cui Mariella Spinosi, saggista ed esperta in politiche formative, ha affiancato Cerini in molte delle sue iniziative, condividendo con lui una visione dell’educazione centrata sullo sviluppo integrale dell’individuo e sull’inclusione. Insieme, hanno curato la collana “Voci della scuola”, composta da dieci volumi, in cui, attraverso oltre 300 voci inedite, esplorano le caratteristiche fondamentali e le principali novità del sistema educativo italiano. Quest’opera, che raccoglie e approfondisce questioni pedagogiche centrali, è uno strumento prezioso per educatori, dirigenti e policy maker, offrendo spunti e orientamenti concreti per innovare e comprendere a fondo la realtà scolastica.

Tra le altre pubblicazioni di rilievo, “Le linee pedagogiche per il sistema integrato 0-6”, un’opera che rappresenta un punto di riferimento per l’educazione dei più piccoli, promuove un approccio integrato tra nido e scuola dell’infanzia e valorizza l’importanza di una continuità educativa fin dai primi anni di vita. Altri testi, come “Competenze chiave per la cittadinanza. Dalle indicazioni per il curricolo alla didattica”, si sono concentrati su come tradurre le competenze chiave in pratica didattica, diventando un riferimento nel settore per insegnanti e dirigenti.

Cerini e Spinosi hanno poi esplorato aspetti fondamentali della riforma scolastica con testi come “Una mappa per la riforma. Viaggio tra i 212 commi della legge 107/2015” e “Una bussola per le deleghe. I nuovi decreti legislativi”, fornendo interpretazioni e strumenti per orientarsi all’interno delle nuove normative scolastiche. Queste opere hanno rappresentato delle vere e proprie guide, chiarendo obiettivi e impatti delle riforme e mettendo a disposizione del personale scolastico risorse pratiche per affrontare i cambiamenti.

La loro capacità di coniugare riflessione teorica e applicazione pratica ha reso i loro lavori punti di riferimento duraturi per chiunque creda nel potere trasformativo dell’educazione, offrendo una visione di scuola che promuove la crescita personale e sociale. La sinergia tra Cerini e Spinosi continua a essere una fonte di ispirazione per chi lavora nel mondo della scuola, tracciando un cammino per un’educazione inclusiva e sempre orientata al bene comune.

La sua eredità come ispettore e formatore

Giancarlo Cerini ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama educativo italiano, distinguendosi non solo come ispettore scolastico, ma anche come prolifico autore e direttore di prestigiose riviste pedagogiche. La sua visione dell’ispettorato scolastico era innovativa: si considerava un “facilitatore” piuttosto che un “controllore”, promuovendo il dialogo, la condivisione di buone pratiche e l’adozione di metodologie didattiche innovative. Le scuole che visitava si arricchivano di nuovi spunti, obiettivi ed energie.

Cerini ha contribuito significativamente a diverse pubblicazioni su tantissime riviste. È stato direttore della “Rivista dell’Istruzione”, edita da Maggioli, e del settimanale online “Scuola7”.

Ha collaborato con “La Vita Scolastica”, dove ha condiviso riflessioni sull’importanza di una scuola capace di promuovere l’autonomia degli alunni e una forte responsabilità civica. Inoltre, ha contribuito a “Scuola dell’Infanzia”, offrendo approfondimenti sulla didattica per i più piccoli.

La sua attività editoriale comprende anche la direzione di “Notizie della Scuola”, dove ha affrontato temi legati alle riforme educative e all’innovazione didattica. Ha collaborato con “Psicologia e Scuola”, offrendo contributi sull’importanza del benessere psicologico nell’ambiente educativo. La sua capacità di coniugare teoria e pratica ha reso i suoi scritti una fonte preziosa per insegnanti, dirigenti e operatori scolastici.

Cerini ha sempre considerato l’educazione come una missione, dedicando la sua vita alla costruzione di una scuola inclusiva e di qualità. La sua eredità continua a ispirare chiunque creda nel potere trasformativo dell’educazione.

Il ricordo e l’impatto di un “servitore dello Stato”

Alla sua morte, numerosi sono stati i messaggi di cordoglio e gli attestati di stima da parte di colleghi, dirigenti scolastici e docenti di tutta Italia. Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione di allora, lo ha ricordato come un “servitore dello Stato” che ha dedicato la vita a migliorare il sistema scolastico italiano. Marco Rossi Doria, presidente della fondazione Con i Bambini, ha definito Cerini “una guida e un compagno di viaggio prezioso”, sottolineando come il suo lavoro abbia lasciato una traccia indelebile nella vita di tanti.

Giancarlo Cerini è stato un uomo che ha fatto della scuola la sua casa, la sua vocazione, il suo orizzonte. Non ha mai smesso di lottare per un’educazione che fosse veramente alla portata di tutti, capace di rispondere alle sfide della modernità senza mai perdere di vista l’essenza umana.

L’eredità di Cerini: un invito alla responsabilità

L’eredità di Giancarlo Cerini è un richiamo alla responsabilità che ogni educatore ha nei confronti degli studenti e della società. Il suo esempio ci ricorda che fare scuola non è solo trasmettere conoscenze, ma educare alla cittadinanza, all’etica, all’amore per la verità e per la giustizia. Cerini sapeva che ogni gesto educativo ha un peso nella formazione dei futuri cittadini e che ogni errore è un’occasione di crescita. Il suo sogno era una scuola capace di aprire le menti e i cuori, una scuola che fosse davvero al servizio di tutti.

In un’epoca in cui l’istruzione viene messa continuamente alla prova, l’eredità di Cerini diventa un faro. La sua vita è un invito per tutti noi a continuare il suo lavoro, a impegnarci per un sistema scolastico inclusivo, innovativo e radicato nei valori dell’umanità. Giancarlo Cerini ci ha mostrato che seguire un ideale di educazione autentica è possibile e che ciascuno di noi ha il potere di lasciare un’impronta indelebile nel cuore delle future generazioni.

Dopo la sua morte, è stato pubblicato il libro postumo Atlante delle riforme (im)possibili, edito da Tecnodid nell’ottobre 2021. Quest’opera raccoglie le riflessioni di Giancarlo Cerini sulle riforme educative, offrendo una sintesi dei temi più urgenti da affrontare nel sistema scolastico italiano. In questo volume, Cerini continua a tracciare il suo percorso di idee e proposte, delineando una mappa che invita a riflettere e a guardare al futuro con speranza e determinazione.

Il suo pensiero, radicato in una visione di scuola aperta, inclusiva e al servizio di ogni studente, rimane un invito a non arrendersi mai davanti alle sfide dell’educazione. L’eredità di Giancarlo Cerini ci ricorda che ogni passo verso un’educazione migliore è possibile, se guidato dal desiderio di costruire un mondo più giusto e accogliente. E oggi, ogni educatore che si lascia ispirare dalle sue parole contribuisce a tenere viva la sua visione.

Concludendo, possiamo dire che il percorso tracciato da Cerini continuerà a indicare la rotta a chiunque creda nell’importanza dell’educazione come strumento di cambiamento. Come lui stesso ci ha insegnato, una scuola che abbraccia il futuro con coraggio è una scuola che, davvero, può trasformare la realtà e seminare speranza per le generazioni a venire.

Giovanni Modugno: a master of the senses

GIOVANNI MODUGNO: UN “MAESTRO DEL SENSO” PER LA SCUOLA ITALIANA DI OGGI

di CARLO DE NITTI

Alle “voci archetipe” della mia remotissima adolescenza

per sempre nei miei spazitempi mnesici, con infinita gratitudine.

Nascoste ai molti, si palesano,

a chi le cerca con animo puro,

perle, veri tesori delle profondità,

che rivelano le nostre vite,

la nostra intima essenza

di cercatori tra le pagine …

1. PROLOGO

Non mi è possibile iniziare questo intervento senza ringraziare con sentimenti di sincera gratitudine il prof. Vincenzo Robles, illustre cittadino bitontino e studioso di preclara fama, per avermi invitato a partecipare – bontà sua – a questo evento sul pensiero di Giovanni Modugno, pedagogista del ‘900 pugliese, italiano, europeo.

Non è quella che segue una forma di excusatio non petita: non sono un esperto di Giovanni Modugno nel senso accademico della parola, ma ho avuto, da molti anni, con la sua storia di vita, di pensiero, politica, culturale e religiosa una frequentazione che mi affascina. Sì, perché una personalità come quella di Giovanni Modugno non può non sé-durre, a prescindere dalle idee di chi a lui si accosti, purché lo faccia con onestà intellettuale e disinteresse, anche venale. Caratteristiche che egli stesso possedette in modo assoluto e che costituirono la cifra peculiare della sua personalità di uomo, di docente e quindi, di pedagogista.

Tutti gli altri intervenuti a questo evento – certamente molto più competenti di me – hanno lumeggiato o lumeggeranno da par loro al meglio il pensiero del pedagogista: a me, che raccolgo “materiali per chi voglia scrivere di storia” (alla maniera dei Commentari cesariani) piace interrogare la figura di Giovanni Modugno per cogliere – provando a suggere l’essenza del suo pensiero – quanto egli possa dire (rectius: insegnare) a noi persone di scuola del XXI secolo, che operano nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (sebbene, ahimè, io mi trovi nel “pronaos” della quiescenza). Il ri-pensare Giovanni Modugno nella scuola di oggi non può, né deve, essere un mero esercizio di erudizione storiografica, ma un interesse squisitamente teoretico che interroghi il pedagogista, a partire dagli interrogativi del presente che scaturiscono, ovviamente, da bisogni didattici, educativi e pedagogici che urgono alle persone di scuola.

2. I “MAESTRI DEL SENSO”

E’ possibile connotare Giovanni Modugno come un “cercatore di Cristo”, un “apostolo dell’educazione”, un “pellegrino dell’Assoluto”: queste locuzioni possono legittimamente compendiarsi – per utilizzare il lessico della pedagogia di Papa Francesco – nell’espressione “maestro del senso”. Non trovo migliore sintetica definizione se non quella delle parole usate dal Pontefice recentemente a Lisbona, parlando ai giovani dal Pontefice per definirli: . 

E Giovanni Modugno lo è stato, di sicuro, ante litteram, … e lo è ancora oggi, a sessantacinque anni dalla sua scomparsa!

Leggere Giovanni Modugno oggi significa affrontare in modo efficace le urgenze educative del mondo contemporaneo: riformare la scuola, per Modugno, voleva dire formare le coscienze delle degli educandi. Al centro del processo educativo – come sostenevano in quegli anni i pedagogisti dell’attivismo pedagogico – non possono che esserci gli educandi con i loro vissuti, le loro storie interiori, i loro bisogni. Nel processo di educazione, non si può che “ascendere insieme”, per riprendere il titolo di un testo del 1943 dello stesso Modugno, per cambiare se stessi e contestualmente la società in cui si vive. L’unica vera riforma della scuola doveva essere, a parere di Giovanni Modugno, la “riforma interiore”, quella della formazione dei docenti.

La sua vita, la sua ricerca culturale, il suo insegnamentoincarnano l’anelito verso una società più giusta e più libera, nella quale ogni persona, consapevole della sua dignità, possa recuperare e vivere il significato dei valori fondamentali, in primis, la vita e la libertà, senza dei quali non è possibile praticare alcun altro valore. L’attualità del suo messaggio si focalizza prioritariamente intorno alla finalità dell’educazione, riprendendo le istanze più significative della tradizione pedagogica cristiana, arricchita dal dialogo fecondo con autori contemporanei. A partire dalla fine degli anni Venti, intensa fu la relazione di Giovanni Modugno con il gruppo di pedagogisti cattolici che si raccoglieva in quel di Brescia intorno alla casa editrice La Scuola, fondata nel 1904, ed alla rivista Scuola Italiana Moderna, nata nel 1893. Il medesimo milieu cattolico in cui, com’è noto, nacque (nel 1897) e si formò un giovane sacerdote (proclamato santo nel 2018), don Giovanni Battista Montini (il cui padre, l’avvocato Giorgio, era stato tra i fondatori della casa editrice), che alle posizioni di Giovanni Modugno fu certamente vicino, anche attraverso la filosofia della persona di Jacques Maritain (1882 – 1973).  

Nel gruppo di docenti e pedagogisti cattolici bresciani e nelle loro iniziative, di cui fu ispiratore e sodale anche attraverso il suo discepolo e figlioccio Matteo Perrini (1925 – 2007), Giovanni Modugno trovò quella consonanza intellettuale e religiosa che spesso gli mancò in Puglia, una sorta di accogliente “rifugio” ma anche la possibilità di incidere nella scuola militante: basti pensare alla comunanza di interessi e alla sua consonanza intellettuale con Laura Bianchini (1903 – 1983), docente di filosofia bresciana e madre Costituente.  

Anche dopo la seconda guerra mondiale, Giovanni Modugno continuò a collaborare con Scuola Italiana Moderna, la rivista scolastica più diffusa tra i docenti di scuola elementare, ed ispirò anche una filiazione diretta del gruppo bresciano: il “gruppo di maestri sperimentatori” di Pietralba (BZ),  dal nome dalla località dolomitica nella quale il gruppo si riunì per la prima volta nel 1948, cui partecipò anche un altro grande pedagogista pugliese, allora appena venticinquenne, suo allievo all’Istituto Magistrale di Bari: Gaetano Santomauro (1923 – 1976).  

Giovanni Modugno riconosce che la pedagogia è la “scienza della vita”: si preoccupa di affinare una riflessione rigorosa ma anche che manifesti un’efficacia pratica, fondata su principi e valori saldi, applicabili sia alla prassi quotidiana, scolastica e non. Per Modugno, la scienza della vita costituisce la risposta più significativa all’esigenza di riaffermare il primato della moralità, della razionalità e della spiritualità, come qualità peculiari di ogni persona che impara a riconoscerle come espressioni ineludibili della propria dignità e della propria coscienza morale.

Giovanni Modugno ricerca sempre il “perfezionamento interiore” anche nei momenti più drammatici della sua vita personale, come nel 1934, con la precoce morte dell’unica figlia Pina. Evento – collegato con altri lutti familiari (i genitori) – che interroga la coscienza del pedagogista. Quando la figlia si ammala, il progetto del Modugno è di lavorare per ‘cristianizzare la vita’, in lui e attorno a lui. E’ convinto che le disuguaglianze sociali e le miserie non si eliminano soltanto con le leggi e le riforme, ma con l’amore. La vera riforma interiore consiste nel disporsi a comprendere i bisogni di ciascuna persona in difficoltà e nel sentirsi responsabili se manca il necessario per vivere.

I motivi fondamentali che accompagnano la vita di Modugno sono quelli di ‘ascendere insieme’, ‘salire alla sublime vetta’,‘aiutare gli altri a salire’: l’insegnamento gli consente di adempiere a questa sua idea. Nella prospettiva del suo pensiero, la religione costituisce il principale centro d’interesse dell’intero curricolo scolastico, oltre che il contenuto più significativo della scienza della vita. Essa è la guida per cogliere nella vita concreta le relazioni tra le singole azioni ed i principi della ragione e della morale. Con la didattica della ‘provocazione riflessiva’, stimolata dal docente, la pratica del riflettere durante le lezioni li sollecitanella chiarificazione dei criteri direttivi e li pome nelle condizioni di osservare, giungendo a scoprire le istanze più profonde della vita.

3. GIOVANNI MODUGNO VIVANT

Riflettere oggi, nel terzo decennio del XXI secolo, sulla figura, sul pensiero e sulla storia di Giovanni Modugno, “cercatore di Cristo” ed “apostolo dell’educazione” è un atto “rivoluzionario” nella sua essenza, che modifica radicalmente i paradigmi del pensiero corrente, spesso incentrato sui tecnicismi della pedagogia– declinati in tutte le sue branche – e della scuola, piuttosto che sulla persona, quale punto di imputazione ultimo di ogni azione educativa.

Questo è il continuum che attraversa la vita di Giovanni Modugno, anche prima di insegnare, quando, da giovanissimo, iniziò ad impegnarsi nelle vicende della politica della sua città, in solido con lo storico molfettese Gaetano Salvemini (1873 – 1957), cui lo unì un lunghissimo sodalizio intellettuale e politico, nonostante le diverse posizioni, che ha attraversato la storia italiana dai primi anni del XX secolo agli anni ’50 del medesimo.Pressocché coetanei, furono entrambi “figli”, molto diversi tra loro, della medesima temperie culturale, quella positivistica, da cui furono entrambi però sempre alieni, giungendo a posizioni politiche diverse che avevano in comune l’impegno infaticabile e diuturno per il riscatto dei contadini meridionali rispetto ai soprusi dei latifondisti assenteisti, attraverso la conquista del primo e più fondamentale dei diritti, quello all’istruzione.   

Il fulcro dell’attività di Giovanni Modugno – che volle essere sempre “maestro di maestri” – fu sempre l’educazione dei giovani al pensiero critico, lontano da ogni possibile strumentalizzazione da qualunque “luogo” essa provenisse. Egli non fu mai uomo “di parte”, rifiutò sempre per se stesso incarichi, cariche ed onori di ogni tipo, proprio per conservare la sua libertà di pensiero: com’è noto, rifiutò la carica di Provveditore agli studi di Bari, sia nel 1923, quando gli fu proposta da Giuseppe Lombardo-Radice (1879 – 1938) perché temeva che avrebbe dovuto venire a compromessi con il fascismo, sia dopo la seconda guerra mondiale, quando fu invitato a ricoprire la medesima carica da Tommaso Fiore (1884 – 1973), a nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Parimenti, non a caso, nel 1929, fu assordante il suo silenzio – in un’Italia osannante – di fronte alla firma dei Patti Lateranensi, che, com’è noto, ponevano fine alla sessantennale “questione romana”.

Questa missione – cui adempì senza deroga alcuna – non gli impedì di mantenere relazioni intellettuali con i più sensibili ed insigni pedagogisti del suo tempo, a cominciare dalla “scoperta” di Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966) e Josiah Royce (1855 – 1916). Con ed attraverso di loro, Giovanni Modugno difese la persona umana, la sua dignità e la sua libertà interiore, trovando nel cristianesimo, inteso come “fede nella Resurrezione”, il miglior fondamento per conseguire questo obiettivo. In quest’opera educativa, massima era la sintonia del pedagogista con l’allora Arcivescovo di Bari, Mons. Marcello Mimmi (1882 – 1961), di cui condivideva in toto il metodo pastorale.

La cifra di tutta l’esistenza del pedagogista che si può compendiare nel titolo del volume – pubblicato dieci anni dopo la sua scomparsa, a cura dell’amatissima moglie, Maria Spinelli Modugno – Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno: mediante un’ascesa interiore, mai disgiunta dall’adempimento del dovere della missione educativa, indirizzata alla conquista, da rinnovare continuamente, della libertà, della coscienza critica e della dignità della persona umana. Un’eredità pedagogica e morale da raccogliere e praticare con rinnovata lena anche, se non soprattutto, nelle scuole di ogni ordine e grado. 

Quella ‘coscienza critica’ di cui oggi – dopo oltre sessanta anni dalla sua morte – si avverte uno smisurato bisogno: VINCENZO ROBLES, da storico, con i suoi volumi, ne rende seriamente consapevoli noi tutt*, uomini del XXI secolo, persone di scuola e non.

4. EPILOGO “APERTO”

Più che un epilogo – per quanto aperto – mi piace avanzare una proposta concreta per continuare a riscoprire e valorizzare il pensiero di Giovanni Modugno nel XXI secolo. Mi piace avanzarla qui in un luogo simbolo della sua città natale, alla presenza delle autorità civili e religiose e di tanti illustri esperti.

Come si è diffuso nella scuola barese, pugliese ed italiana, forse melgré lui, il pensiero di Giovanni Modugno? A questa domanda,penso, si possa dare una risposta certa: attraverso i suoi studenti cui è toccato in sorte di averlo avuto come docente, prima a Corato, per sette anni, poi. dal 1920 al collocamento in quiescenza. presso l’Istituto Magistrale “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari.

Essi hanno “abitato” ed “innervato” la scuola – segnatamente e prioritariamente quella elementare – barese, pugliese e non solo portando nella loro attività didattica e professionale gli insegnamenti ricevuti. Sarebbe molto interessante – non certo per mera erudizione storiografica – ricercare i loro nomi, la loro provenienza geografica attraverso i registri del prof. Giovanni Modugno, raccolti nell’archivio storico dell’istituto scolastico frequentato.

Consultando quell’archivio, tanto si potrebbe scoprire su Giovanni Modugno e sulla storia della scuola pugliese: potrebbe essere un ottimo argomento per un’efficace e non convenzionale attività di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (vulgo PCTO, come negli acronimi di cui è saturo lo ‘scolastichese’, nota neolingua iniziatica), ovvero, anche per tesi di laurea (triennali, magistrali e di PhD) sicuramente molto interessanti e nietzscheanamente “inattuali”.

Del resto, l’influenza del pensiero di Giovanni Modugno,attraverso i suoi studenti del “Bianchi–Dottula”, ha anche travalicato anche i confini della scuola e della pedagogia: basti ricordare anche soltanto il nome di uno di loro, divenuto un Maestro del Diritto dell’Università degli studi di Bari (e tantissimo altro…), il prof. Renato Dell’Andro (1922 – 1990).

Ma questa sarebbe un’altra storia, che mi ricondurrebbe alla mia ormai remotissima adolescenza… 

5. BIBLIOGRAFIA

• AA.VV., Maestri del senso: competenze e passione per una scuola migliore, a cura di DE NITTI, CARLO e LAVERMICOCCA, CARLO, Bari 2023, Ecumenica editrice, di prossima pubblicazione;

• CAPORALE, VITTORIANO, Educazione e politica in Giovanni Modugno, Bari 1988, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Un pedagogista del Sud, Bari 1995, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Pedagogia Scienza della Vita, Bari, 1997, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, La proposta pedagogica di Giovanni Modugno, Bari, 2004, Cacucci;                                                                                                              

• CAPORALE, VITTORIANO, Pedagogia e vita di Giovanni Modugno, Bari 2006, Cacucci;

• CAPURSO, GIOVANNI, Due Maestri per il Sud: Gaetano Salvemini e Giovanni Modugno, Corato, 2022, SECOP;

• MICUNCO, GIUSEPPE, La buona battaglia. Santità e laicità in Giovanni Modugno, Bari, 2013, Stilo editrice;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Bari, 2020, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno e il suo “rifugio”bresciano, Bari, 2022, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO – AUFIERO, ARMANDO, Giovanni Modugno: il volto umano del Vangelo in AA.VV., Op. cit.;

• SANTOMAURO, GAETANO, Giovanni Modugno attraverso gli inediti, «La Rassegna pugliese», 1969, 4-5, pp. 3 – 22;

• SARACINO, DOMENICO, Giovanni Modugno. Politica, cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Bari 2006, Stilo editrice; 

• SPINELLI MODUGNO, MARIA, Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno, Bari 1967, Editoriale Universitaria.

Et si parva licet …

• DE NITTI, CARLO, La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI secolo. Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino, ”Educazione & Scuola”, XXVI, marzo 2021, 1123;

• DE NITTI, CARLO, In difesa del Sud: storia dell’amicizia di due Maestri tra Molfetta e Bitonto, ”Educazione & Scuola”, XXVII, settembre 2022, 1141; 

• DE NITTI, CARLO, Giovanni Modugno: un “cercatore di Cristo”, apostolo dell’educazione, in VINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2023, Edizioni Dal Sud, pp. 9 – 12.

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