“La vita di un docente spezzata dal Covid per colpa di chi non ha coscienza”
La notizia della morte del professor Stefano Urciuoli, docente 66enne del De Santis-D’Agostino di Avellino, dove stava per concludere la sua carriera, ha generato non pochi commenti sui social. Tanti hanno espresso dolore non senza lanciare critiche a chi ancora spinge per il ritorno della scuola in presenza.
Tra pochi mesi sarebbe andato in pensione. Sul web si legge
“Un’altra tragedia. Un altro docente che se n’è andato a causa di questo maledettissimo virus. Una vita intera a lavorare e poi spezzata quasi al raggiungimento della pensione. E’ una ingiustizia assurda. Il tutto per che cosa? Per permettere la scuola in presenza a chi ha una vita davanti.
E invece quella del professore probabilmente non sarebbe finita se avesse potuto lavorare da casa, in tutta sicurezza, come la maggior parte degli impiegati in Smart.
Non vorrei essere la coscienza di chi ha permesso questo, come non vorrei essere la coscienza di tutti i genitori che protestano perché non sono in grado di tenere i figli a casa a studiare. Del resto non potrei nemmeno essere la loro coscienza. Perchè non ce l’hanno”.
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