Boris Godunov e gli zar del male

Stalin non perdeva mai una prima del Bolshoi. Poi commentava. Questo Boris Godunov, con tanta abbondanza di fantasmi di bambini trucidati e insanguinati, non gli sarebbe piaciuto. Nel 1936 aveva convocato il direttore d’orchestra Samuil Samosud, appena nominato a capo del Bolshoi, per dirgli che sia Puškin, sia, dopo di lui, Musorgskij, avevano pervertito l’immagine di Boris Godunov. “E’ rappresentato come un piagnone, un mollaccione, uno che ha tormenti di coscienza solo per aver ammazzato un ragazzino”. Sarebbe una sciocchezza. Contraddirebbe l’evidenza, cioè il fatto che, da uomo di stato, Boris doveva sapere benissimo che “tutto questo era necessario per portare la Russia verso il progresso e verso un autentico umanismo”. 

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