Tesla’s Cybertruck batte la Porsche 911 with a sorpresa episode

La gar tv la pick elettrico dell’azienda di Elon Musk electronic la car tedesca esta organizatzata per l’evento Tesaldedicato alla consegna dei primi eremplari of Cybertruck, the futuro auto del della arrivo è stato annunciato en possibili di anni.

Leggi-McK unveiled the first Tesla Cybertruck, which is currently on display every four years.

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Le CAR-T hanno eradicato tumori solidi nei topi

La possibilità di usare le cellule CAR-T anche nella terapia contro tumori solidi (e non solo per tumori del sangue) si fa ancora più concreta: questa forma rivoluzionaria di immunoterapia è stata usata con successo per estirpare alcune neoplasie nei topi.

Cellule immunitarie umane geneticamente modificate per potenziare l’attività anti-cancro sono infatti state dispiegate contro tumori fatti di cellule umane cresciuti nei topi, e sono state in grado di distruggerli.

Linfociti con i superpoteri. La capacità delle cellule cancerose di rendersi invisibili fa sì che il sistema immunitario spesso fatichi a riconoscerle e a prenderle di mira. Le CAR-T (la sigla sta per Chimeric Antigens Receptor Cells-T) sono linfociti T (i globuli bianchi che di norma riconoscono le minacce costituite da virus o cellule maligne, mantenendo la memoria degli attacchi subiti) ingegnerizzati in vitro per riconoscere e prendere di mira uno specifico antigene cellulare, come quelli espressi dalle cellule tumorali. Una volta modificate, queste cellule immunitarie vengono reinfuse nell’organismo del paziente, dove si comportano come esperti cecchini.

Potenzialità in espansione. Da ormai una decina di anni le CAR-T sono sfruttate nella pratica clinica: oggi offrono possibilità di cura ai pazienti con tumori del sangue come linfomi o leucemie, o del midollo (come il mieloma multiplo) che non rispondano alle cure iniziali o siano effetti da ricadute.

Da alcuni anni si studiano protocolli per utilizzare questa forma di immunoterapia anche contro i tumori solidi, cioè con massa compatta di tessuto, che non forniscono un microambiente favorevole all’azione delle CAR-T. Di recente, un gruppo dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma guidato dal Professore Franco Locatelli è riuscito per la prima volta a impiegare le CAR-T nelle cura del neuroblastoma, un tumore solido molto aggressivo che si può manifestare in età pediatrica.

Correzioni più precise. Oltre a questo ostacolo nel bersaglio tumorale, ci sono altri due problemi: le CAR-T possono scatenare reazioni avverse molto importanti, e dover modificare le cellule di ogni singolo paziente che ne necessiti è un’operazione molto costosa. Stephen Hatfield, ricercatore della Northeastern University nel Massachusetts, ha affrontato queste difficoltà sfruttando un nuovo tipo di editing genetico, che permette di apportare più modifiche ai linfociti T ma con maggiore sicurezza.

Ha sfruttato l’editing di basi, una tecnica che permette di ridisporre gli atomi in una delle quattro “lettere” che compongono DNA e RNA, trasformandola in un’altra base senza alterare le combinazioni circostanti, per affinare il processo di modifica delle CAR-T senza fare troppi taglia alla doppia elica – un processo che rischia di favorire mutazioni indesiderate nel paziente.

Nessun tallone d’Achille. Ha così ottenuto CAR-T con sei modifiche, il numero più alto mai tentato prima (il precedente era di 4): tre correzioni volte a trasformare le cellule del donatore in cellule pronte all’uso, e altre tre introdotte apposta per permettere alle CAR-T di aggredire i tumori solidi. Le modifiche hanno messo fuori uso nelle CAR-T i recettori di due sostanze espresse dai tumori per sopprimere l’azione immunitaria, l’adenosina e la proteina PD-L1. Per rendere le CAR-T insensibili a un’altra proteina “silenziatrice” emessa dal tumore, il fattore di crescita trasformante beta (TGF-β), è stato necessario ricorrere a una tecnica di editing genetico tradizionale (che prevedeva il taglio della doppia elica) perché più efficace.

Risultati incoraggianti. Le cellule modificate sono state reinfuse in topi in cui i tumori solidi fatti di cellule umane erano stati lasciati crescere per un mese, fino a diventare, dice Hatfield, «ragionevolmente grandi, più grandi di molti dei tumori degli altri studi sulle CAR-T». Come si legge nello studio postato su biorXiv, in otto topi trattati con le cellule riprogrammate, i tumori si sono ridotti in dimensioni e sono scomparsi entro qualche settimana, mentre hanno continuato a crescere in quelli trattati con CAR-T senza le tre modifiche “chiave” o non trattati.

Inoltre, il sistema di editing usato ha permesso di ottenere CAR-T efficaci a dosi molto più basse rispetto alle solite terapie con questo tipo di cellule. Un vantaggio che potrebbe ridurre gli effetti collaterali e aumentare la sicurezza per i pazienti.

Ricerca e pazienza. Servirà comunque tempo prima di poter indagare la possibilità di usare questa specifica terapia in ambito clinico: il successo nei topi non garantisce gli stessi risultati negli esseri umani, perché il microambiente creato dai tumori solidi è molto diverso nel nostro organismo.

Elon Musk: 56 miliardi di dollari da Tesla, oppure sarà un addio

### Elon Musk e il Pacchetto di Compensazione da $56 Miliardi: Un Voto Decisivo per il Futuro di Tesla

Robyn Denholm, presidente del consiglio di amministrazione di Tesla, ha recentemente rivolto un appello agli azionisti dell’azienda affinché approvino il massiccio pacchetto retributivo da 56 miliardi di dollari destinato a Elon Musk. Altrimenti, dice Denholm, si rischia di spingere il CEO miliardario verso altri lidi. Il 13 giugno, gli azionisti di Tesla decideranno il destino del pacchetto di compensazione di Musk, che potrebbe valere fino a 56 miliardi di dollari. Questa sarà la seconda volta che gli azionisti voteranno sulla retribuzione del CEO, dopo che un giudice del Delaware ha annullato la prima votazione all’inizio di quest’anno, ritenendo che il processo di approvazione fosse “profondamente viziato”. Ora l’azienda sta facendo di tutto per convincere gli azionisti ad approvare nuovamente la proposta.”Elon non è un dirigente tipico, e Tesla non è un’azienda tipica”, scrive Denholm in una lettera agli azionisti depositata presso la Securities and Exchange Commission. “Quindi, il modo tipico in cui le aziende compensano i dirigenti chiave non porterà risultati per Tesla. Motivare qualcuno come Elon richiede qualcosa di diverso”. Denholm suggerisce anche che Musk potrebbe trasferirsi altrove senza un incentivo adeguato. “Quello che sapevamo nel 2018 e continuiamo a sapere oggi è che una cosa che Elon certamente non ha è il tempo illimitato”, afferma Denholm. “Non gli mancano idee e luoghi dove può fare differenza nel mondo. Vogliamo che quelle idee, quell’energia e quel tempo siano dedicate a Tesla, a beneficio vostro, i nostri proprietari. Ma questo richiede rispetto reciproco”.Il voto per approvare il pacchetto retributivo da 56 miliardi, che renderebbe Musk il CEO più pagato della storia moderna, “non riguarda i soldi”, insiste Denholm. “Sappiamo tutti che Elon è una delle persone più ricche del pianeta, e lo rimarrebbe anche se Tesla non rispettasse l’impegno preso nel 2018”. La preoccupazione di molti investitori riguardo al futuro di Musk in Tesla è evidente. I suoi numerosi progetti (SpaceX, The Boring Company, Neuralink, X e xAI) hanno distolto la sua attenzione da Tesla, che è la principale fonte della sua ricchezza e popolarità. Diversi enti di consulenza hanno raccomandato di non approvare la proposta di retribuzione di Musk. Tuttavia, i primi voti sembrano suggerire che potrebbe ottenere ciò che desidera. Un rapporto della piattaforma di trading eToro del mese scorso ha mostrato che circa il 25% dei detentori delle azioni di Tesla ha già votato, e tra questi, oltre l’80% era favorevole al pacchetto di Musk.Musk sta cercando più controllo su Tesla, sotto forma di una partecipazione del 25%, per raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle auto a guida autonoma. Attualmente detiene circa il 13% dell’azienda dopo aver venduto miliardi di dollari di azioni per acquisire Twitter. Su X, ha minacciato di separare il lavoro di Tesla sull’IA in una società a parte se le sue richieste non saranno soddisfatte. “Tutti noi abbiamo preso un impegno con Elon”, scrive Denholm. “Elon ha onorato il suo impegno e ha prodotto un valore enorme per i nostri azionisti. Onorare il nostro impegno con Elon dimostra che supportiamo la sua visione per Tesla e riconosciamo i suoi straordinari risultati. Questo è ciò che lo motiverà a continuare a creare valore per gli azionisti”.

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