Sei missioni spaziali attese per il 2024

Se il 2023 si è chiuso in bellezza con il ritorno sulla Terra del prezioso carico di briciole dell’asteroide Bennu a bordo della sonda OSIRIS-REx, il 2024 non sarà un anno meno scoppiettante, per gli appassionati di Spazio. Ecco alcune missioni celesti che scandiranno i prossimi 12 mesi.

Robot sulla Luna. Nel 2024 saranno lanciate diverse missioni robotiche del programma Commercial Lunar Payload Services, che vede la NASA collaborare con varie compagnie spaziali private per preparare il suolo lunare agli astronauti in carne e ossa. I lander saranno incaricati di consegnare di volta in volta sul nostro satellite strumenti scientifici volti a misurare, per esempio, la quantità di idrogeno sulla superficie (da usare come possibile risorsa per ottenere carburante), o ancora di valutare l’entità delle radiazioni da cui si dovranno schermare equipaggi e strumenti. Quest’anno si prevedono cinque lanci di questi “apripista”, mentre a novembre 2024 dovrebbe partire la missione Artemis II, che condurrà un equipaggio in orbita lunare per diversi giorni.

La mappa dell’acqua lunare. Terrà gli occhi puntati sulla Luna anche l’orbiter della NASA Trailblazer, che dovrebbe essere lanciato nel primo quarto del 2024 e che condurrà dall’alto una mappatura dettagliata dell’acqua lunare, la risorsa più ambita per future colonie umane. Dove si trova, di preciso? Intrappolata nella struttura stessa dei minerali, o depositata in grandi distese di ghiaccio sulla superficie? Anche queste informazioni serviranno da supporto per il programma lunare Artemis.

Souvenir d’eccezione. A maggio 2024 la sonda lunare cinese Chang’e 6 partirà con un obiettivo ambizioso: riportare a Terra campioni di suolo prelevati dal South Pole Aitkin Basin, il cratere di impatto più antico e profondo presente sulla Luna (nonché uno dei più antichi del Sistema Solare). Si ritiene che in questa regione sul lato nascosto della Luna, formatasi circa 4,3 miliardi di anni fa, vi sia abbondanza di acqua ghiacciata. Mai prima d’ora gli scienziati hanno avuto tra le mani frammenti di suolo della parte perennemente oscurata della Luna.

HERA. Ricordate la missione della NASA Dart? Nel 2022, la sonda si schiantò di proposito contro Dimorphos, il più piccolo di una coppia di asteroidi binari (il partner si chiama Didymos). La missione serviva a dimostrare la possibilità di deviare un asteroide pericoloso dalla sua orbita con una missione spaziale appositamente studiata. A ottobre 2024, a due anni di distanza, la sonda dell’ESA Hera partirà alla volta della stessa coppia di asteroidi, per verificare gli effetti di quella prima missione.

Quando arriverà, nel 2026, cercherà di capire se Dimorphos abbia cambiato orbita, come suggerito dalle prime misurazioni, e di quanto: saranno dati cruciali per organizzare la difesa del Pianeta da potenziali pericoli celesti.

L’altra Europa. La luna di Giove Europa è uno dei principali mondi candidati a ospitare la vita. La sonda della NASA Clipper, il cui lancio è in programma per l’autunno 2024, esplorerà per la prima volta da vicino l’oceano salato che si nasconde sotto alla crosta ghiacciata del satellite, per capire se abbia le condizioni necessarie a supportare forme rudimentali di vita. Analizzando i pennacchi d’acqua che si innalzano dal satellite nel corso di decine di flyby, Clipper cercherà tracce di carbonio, azoto, zolfo, elementi base dei viventi, peserà la quantità di sale disciolta nell’oceano sotterraneo della Luna e ci dirà qualcosa di più su questo affascinante satellite. Per il suo arrivo attorno a Europa, però, occorrerà aspettare il 2030.

Luna marziana. A settembre 2024 l’agenzia spaziale giapponese JAXA lancerà la Martian Moon Exploration (MMX), una missione diretta alla luna di Marte Phobos. L’obiettivo è riportare campioni del satellite sulla Terra per il 2029. La missione appurerà inoltre se le lune marziane siano asteroidi catturati, o piuttosto il risultato di una collisione tra il Pianeta Rosso e un grosso corpo celeste.

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Sistema Scheletrico

Il Sistema Scheletrico è stato il primo sistema che abbiamo affrontato.Lo abbiamo fatto comprendendo che possiamo parlare di sistema poiché tutti i suoi componenti sono ossa.Non tutte le ossa del corpo hanno la stessa forma ma tutte quante si somigliano poiché sono formate da cellule dello stesso tipo, pertanto possiamo parlare di SISTEMA SCHELETRICO.Per prima cosa abbiamo osservato il nostro corpo, ciascuno ha provato a percepire le ossa al tatto e abbiamo provato a nominarle. Partendo dalla faccia abbiamo il cranio, la mascella e la madibola. Abbiamo trovato poi la clavicola e la scapola, le ossa delle braccia, le costole, la colonna vertebrale il bacino e le ossa delle gambe.Le abbiamo nominate osservando il modellino che abbiamo in classe e facendoci aiutare dall’immagine con la relativa nomenclatura presente sul del libro di testo.credit: Wikipedia Questo lavoro ci ha permesso di capire che:TUTTE le ossa presenti nel nostro corpo formano lo scheletro.Le ossa possono essere raggruppate e distinte in tre gruppi:ossa del CAPOossa del TRONCOossa degli ARTILe ossa dello scheletroFunzioni del Sistema ScheletricoAbbiamo poi riflettuto sulle funzioni del sistema scheletrico, partendo da una domanda molto banale: come saremmo se non avessimo le ossa?Le risposte sono state molto divertenti e hanno rivelato una grandissima immaginazione. Qualcuno ha ricordato un termine già visto in quarta: INVERTEBRATI e ciò ci ha permesso di capire che senza il sistema scheletrico saremmo degli invertebrati.Lo scheletro, insieme ai muscoli, è ciò che SOSTIENE il nostro corpo e permette il MOVIMENTO.Subito dopo, ragionandoci un po’, i ragazzi hanno capito che un’altra importante funzione è quella di proteggere alcuni organi vitali, come CUORE, POLMONI e CERVELLO.Abbiamo così individuato le principali funzioni del sistema scheletrico:SOSTEGNO del corpoMOVIMENTO (insieme ai muscoli)PROTEZIONE degli organi vitaliAbbiamo aggiunto che il Sistema Scheletrico ha anche le importanti funzioni di:– PRODURRE cellule del sangue, grazie al midollo spinale che scorre nella colonna vertebrale.– RISERVA di sali minerali, poiché le ossa sono formate anche da sali minerali.Questa precisazione ci ha permesso di passare alla seconda domanda:Da cosa sono formate le ossa?Struttura delle ossaSul quaderno abbiamo provato a rappresentare la struttura delle ossa, nominando le varie parti.Ci siamo soffermati, in particolare, sugli OSTEOBLASTI, la cui funzione è stata oggetto di numerose curiosità, perché abbiamo scoperto che permettono l’accrescimento delle ossa.Gli osteoblasti ricostituiscono continuamente il tessuto osseo, mentre gli osteoclasti lo distruggono. O meglio, rimuovono continuamente il tessuto più vecchio. Quindi il tessuto osseo “più usato” viene rimosso dagli osteoclasti e sostituito da tessuto nuovo di zecca prodotto dagli osteoblasti.A livello delle estremità delle ossa lunghe (epifisi) è presente, nella fase di crescita dell’individuo, un particolare tipo di cartilagine, chiamata cartilagine di accrescimento che verrà poi sostituita da tessuto osseo. Le ossa, infatti, non restano sempre della stessa dimensione ma crescono con noi.Lo scheletro di un adulto è formato da 206 ossa ed esse sono formate da acqua, sali minerali e osseina.A questo punto abbiamo preso delle ossa di pollo e un contenitore contenente dell’aceto. Abbiamo immerso le ossa nell’aceto e le abbiamo lasciate per qualche giorno.Esperimento osseinaSuggerisco di utilizzare un contenitore con coperchio se non volete avere la classe pervasa dall’odore dell’aceto.Questa esperienza ci ha permesso di osservare attentamente le ossa e ha stimolato la curiosità dei ragazzi.Ci ha dato modo di comprendere che le ossa sono sono formate da qualcosa che le rende dure e da qualcosa che le rende morbide.Prima di immergere le ossa nell’aceto abbiamo provato a spezzarle, senza riuscirci.Dopo il trattamento con l’aceto siamo riusciti a piegarle e a spezzarle potendo così osservare il tessuto spugnoso.Abbiamo pertanto dedotto, visto che l’aceto ha sciolto i sali minerali, che l’osseina rende le ossa elastiche ( quel qualcosa di morbido a cui prima non avevamo saputo dare un nome), mentre i sali minerali le rendono dure.Abbiamo registrato sul quaderno quanto appreso, dopodiché abbiamo creato uno scheletro grandezza naturale, che ci accompagnerà nel viaggio alla scoperta del corpo umano e verrà arricchito, di volta in volta dei vari organi e tessuti.Lo scheletro murale da stampare ed assemblare lo trovate QUI.Le ossa e le articolazioniComprese le funzioni del Sistema Scheletrico, la composizione delle ossa e la suddivisione delle ossa del corpo, abbiamo operato un’ulteriore classificazione delle ossa distinguendole in:ossa LUNGHE: ossa degli artiossa CORTE: vertebre, ossa delle mani…ossa PIATTE: ossa del cranio, del bacino…Abbiamo poi compreso che le ossa solo tra loro collegate e unite.Sono collegate tra loro dalle articolazioni che possono essere mobili (come quelle del ginocchio o delle spalle che ci permettono movimenti ampi), semimobili (come le aricolazioni vertebrali che permettono movimenti limitati) o fisse (è il caso delle articolazioni del cranio, le quali non consentono alcun movimento).Articolazioni e legamentiHo poi spiegato ai ragazzi che le ossa sono unite tra loro da fasci di fibre chiamati LEGAMENTI e ovviamente dai muscoli, i quali rivestono le ossa e contribuiscono a tenerle unite.Per concludere ho fornito ai ragazzi lo schema riassuntivo di Mappe per la Scuola ed ho chiesto loro di articolare un discorso sul sistema scheletrico, spiegando:Cos’è il Sistema Scheletrico?Quali sono le funzioni del Sistema Scheletrico?Da cosa è formato?Come sono formate le ossa?Che caratteristiche danno alle ossa l’osseina e i sali minerali?Come possono essere classificate le ossa dello scheletro e che funzioni anno?Cosa sono le articolazioni? Come possono essere?VerificaQUI potete trovare la verifica sul sistema scheletrico.

La NASA ha acceso un radiofaro sulla L­una

A febbraio 2024, poco prima che la sonda IM-1 di Intuitive Machines atterrata sulla Luna morisse, la NASA ha acceso con successo un radiofaro (un trasmettitore radio che trasmette costantemente un segnale su una precisa frequenza, ndr) presente sulla navicella per sperimentare un sofisticato sistema di posizionamento che renderà più sicuro per gli astronauti dell’era Artemide l’esplorazione e la permanenza umana sulla superficie lunare. Il sistema chiamato “Nodo Lunare 1” o LN-1 è un apparato autonomo destinato a fornire una rete di comunicazione in tempo reale sul nostro satellite permettendo a sonde in orbita lunare, sulla Luna e persino a singoli astronauti sulla superficie, di comunicare tra loro dando modo di verificare con estrema precisione la loro posizione, sia che siano fissi, sia che siano in movimento, come ad esempio quando si sposteranno su rover.
Sulla Luna. «Questo sistema rappresenterebbe un netto miglioramento rispetto ai tradizionali trasmettitori di dati radio che fanno riferimento alla Terra», hanno affermato i ricercatori della NASA. Sarebbe un grande passo in avanti per localizzare ogni struttura e ogni persona, e ciò sarebbe di estrema importanza se si pensa alle difficoltà che ebbero gli astronauti delle missioni Apollo scesi sulla Luna, i quali non sapevano dire esattamente a quale distanza si trovava il loro rover o il loro modulo lunare, in un paesaggio quasi ovunque grigiastro.

La prova. L’esperimento è stato messo alla prova il 15 febbraio 2024, dopo essere stato trasportato sulla Luna come carico utile dal lander Nova-C, chiamato Odysseus, che era atterrato con successo (anche se poi si era inclinato di 30° a causa della rottura di un sostegno di una delle sei zampe del lander) il 22 febbraio, vicino a Malapert A, un cratere da impatto lunare in prossimità della regione del Polo Sud della Luna. Nell’occasione aveva realizzato il primo atterraggio commerciale americano senza equipaggio sul nostro satellite naturale. Il lander ha trascorso i giorni successivi sulla superficie conducendo sei dimostrazioni scientifiche e tecnologiche, tra cui LN-1, prima di spegnersi ufficialmente il 29 febbraio.

Un problema c’è stato. Durante il viaggio translunare dell’IM-1, la squadra della NASA aveva condotto test giornalieri del radiofaro LN-1. Il piano originale poi, prevedeva che il carico utile trasmettesse 24 ore su 24 dal momento dell’atterraggio fino all’esaurimento dell’energia di bordo. La Deep Space Network (DSN) della NASA, la rete di antenne radio internazionali, avrebbe ricevuto quel segnale, in media, per 10 ore al giorno (per motivi tecnici e di posizione delle antenne).

Ma a causa dell’orientamento del lander all’atterraggio, l’LN-1 ha condotto solo due trasmissioni di 15 minuti dalla superficie. 

Le antenne del DSN comunque hanno agganciato con successo il segnale, fornendo telemetria, misurazioni di navigazione e altri dati ai ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della NASA e della Morehead State University di Morehead, nel Kentucky. «Questo sistema ha anche fornito un backup fondamentale al sistema di navigazione di bordo dell’IM-1», ha osservato Susan Lederer, scienziata del progetto CLPS presso il Johnson Space Center della NASA a Houston, «in quanto ha trasmesso i dati di posizionamento del veicolo spaziale durante l’itero volo translunare ai ricevitori del Deep Space Network della NASA presso i complessi Goldstone e Madrid Deep Space Communications a Fort Irwin, California, e Robledo de Chavela, in Spagna.

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20 luglio 1969, Apollo 11: ecco la Luna

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