La menopausa allunga la vita ai cetacei: così balene e orche si occupano dei cuccioli

Le specie di cetacei che sperimentano la menopausa hanno aspettative di vita più lunghe rispetto alle altre. Fino a 40 anni in più delle balene di dimensioni simili. E possono così occuparsi e prendersi cura della famiglia allargata, in particolare figli e nipoti. Arrivano da uno studio degli  scienziati dell’Università di Exeter, dell’Università di York e dal Center for Whale Research, appena pubblicato sulla rivista Nature con il titolo The evolution of menopause in toothed Whales, nuove risposte su quello che resta ancora, per certi versi, un grande enigma biologico.

Nella quasi totalità delle specie, infatti, le femmine continuano a produrre uova per tutta la vita. L’obiettivo? Massimizzare il loro successo riproduttivo. Un modello che ha senso, chiaramente, in termini di selezione naturale: più prole una femmina riesce a generare e allevare con successo nel corso della sua vita, più copie dei suoi geni vengono potenzialmente trasmesse alle generazioni future.

Non accade,

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L’alfabeto greco: origini, formazione e influenza

L’alfabeto greco costituisce una delle più significative innovazioni linguistiche della storia dell’umanità, avendo fornito un sistema di scrittura altamente strutturato e fonetico che ha avuto un impatto duraturo sulla cultura e sulla comunicazione.

La sua origine, risalente all’VIII secolo a.C., rappresenta un punto di svolta cruciale nella scrittura occidentale, non solo per la sua capacità di rappresentare con precisione la lingua parlata, ma anche per la sua influenza diretta sugli alfabeti successivi, in particolare il latino e il cirillico, che ne derivano in modo sostanziale.

All’interno di quest’articolo andremo ad approfondire quanto già riportato nei post precedenti che puoi trovare nella sezione del nostro blog intitolata La storia del greco, inaugurandone così una nuova: l’alfabeto greco.

Origine e sviluppo

L’alfabeto greco affonda le sue radici nell’alfabeto fenicio, una scrittura consonantica largamente utilizzata dai commercianti fenici per facilitare gli scambi nel Mediterraneo. Tuttavia, la grande innovazione introdotta dai Greci fu l’aggiunta delle vocali, un cambiamento rivoluzionario che trasformò radicalmente il modo di scrivere e leggere, aumentando la chiarezza e la precisione della rappresentazione linguistica. Questa modifica non solo permise una più efficace trasmissione del pensiero e delle idee, ma facilitò anche la nascita della letteratura scritta, contribuendo allo sviluppo delle opere filosofiche, poetiche e storiche dell’antichità.

Con il passare del tempo, l’alfabeto greco si articolò in diverse varianti regionali, tra cui l’alfabeto ionico, il dorico e l’epicorio. Ogni regione greca aveva la propria versione dell’alfabeto, con leggere differenze nelle lettere e nella loro pronuncia.

Tuttavia, nel 403 a.C., l’alfabeto ionico fu ufficialmente adottato ad Atene come standard per la scrittura greca. Questa decisione fu determinante per l’unificazione linguistica della Grecia, consolidando un sistema grafico che sarebbe stato utilizzato per secoli e che avrebbe influenzato profondamente gli alfabeti successivi.

Strutture e caratteristiche

L’alfabeto greco è composto da 24 lettere, di cui 7 sono vocali e 17 sono consonanti. Le vocali sono: Α, Ε, Η, Ι, Ο, Υ, Ω, mentre le consonanti comprendono tutte le altre lettere.

La distinzione tra vocali e consonanti ha reso l’alfabeto greco un sistema di scrittura altamente efficace per la rappresentazione della lingua parlata. Le lettere sono le seguenti:

MaiuscolaMinuscolaNomeTrascrizionePronunciaΑαἄλφα – alphaaaΒββῆτα – betabbΓγγάμμα – gammag, gn (seguita da γ, κ, χ)g gutturale o dura, gnΔδδέλτα – deltaddΕεἔψιλον – epsilonĕ (e breve)e (chiusa)Ζζζῆτα – zetazzΗηἦτα – etaē (e lunga)e (aperta)Θθθῆτα – thetaththΙιἰῶτα – iotaiiΚκκάππα – kappakkΛλλάμβδα – lambdallΜμμῦ – my*mmΝννῦ – ny*nnΞξξῖ – xixxΟοὂ μικρον – omikronŏ (o breve)o (chiusa)Πππῖ – pippΡρῥῶ – rhor, rh (iniziale di di parola)rΣσ/ςσίγμα -sigmassΤτταῦ – tauttΥυὖ ψιλόν – ypsilon*y*, u (nei dittonghi)ü, (u nei dittonghi)Φφφῖ – phiphfΧχχῖ – chichchΨψψῖ – psipspsΩωὦ μέγα – omegaō (o lunga)o (aperta)*Ricorda che dove incontri la lettera y nella pronuncia italiana, devi leggerla come se fosse una u allungata. Per rendere l’idea potresti anticipare alla u una i, emettendo un suono equivalente a iu.

Particolarità dell’alfabeto

Oltre le 24 lettere dell’alfabeto ionico, esistono alcuni segni extra alfabetici. In particolare si ricordano la Ἰώτα (jod = J), e la Δίγμα (digamma = Ϝ): due lettere che approfondiremo negli articoli venturi. Ti invito quindi a non perdertene neanche uno così da restare sempre informato.

Si ricordano anche il Κόππα (coppa = Ϙ), il Σαμπί (sampi = ϡ) e lo Στίγμα (stigma = Ϟ) che, invece, sono impiegati per l’indicazione dei numerali e precisamente:

Ϙ = 90;

ϡ = 900;

Ϟ = 6.

Influenza sull’Occidente

L’alfabeto greco ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura occidentale. Molte lettere greche sono state adottate in ambiti scientifici e matematici, come:

Alfa (α), Beta (β), Gamma (γ): utilizzate in fisica per indicare particelle e radiazioni.

Pi (π): fondamentale in matematica per rappresentare il rapporto tra circonferenza e diametro di un cerchio.

Delta (Δ): simbolo del cambiamento in discipline scientifiche.

Inoltre, il greco antico è la lingua in cui furono scritti alcuni dei testi fondamentali della filosofia, della medicina e della scienza, tra cui le opere di Platone, Aristotele ed Ippocrate.

Inoltre, continua ancora ad essere impiegato nei nomi di fraternità e associazioni universitarie, nella nomenclatura scientifica e nella simbologia matematica e fisica.

I cetacei che vanno in menopausa vivono di più

A lungo ignorata e addirittura considerata un errore evolutivo, la menopausa, negli uomini ma anche negli animali, sta rapidamente diventando un argomento di grande interesse – negli ultimi anni, per esempio, abbiamo scoperto che anche gli scimpanzé femmina la attraversano, e più di recente vi avevamo parlato di uno studio al riguardo sulle orche. Oggi torniamo a parlare di cetacei, il gruppo nel quale esistono più specie diverse che vanno in menopausa: uno studio pubblicato su Nature dimostra come le specie nelle quali le femmine vanno in menopausa sono quelle in cui questi animali vivono più a lungo – e propone anche una spiegazione di questo fatto.
 

Chi va in menopausa vive di più. Esistono cinque specie di odontoceti (cetacei con i denti) le cui femmine vanno in menopausa: il globicefalo di Gray, la pseudorca, l’orca, il narvalo e il beluga. In tutte queste specie, l’aspettativa di vita delle femmine è altissima: le orche, per esempio, vivono fino a ottant’anni, mentre i maschi della stessa specie si fermano a quaranta. Discorso analogo, ma meno estremo, per le specie di cetacei che non vanno in menopausa: le femmine di capodoglio, per esempio, vivono intorno ai 65 anni, 15 in meno in media delle orche. Secondo gli autori dello studio, il motivo di questa sproporzione è legato prima di tutto alla socialità di questi cetacei.
 

Insegnamenti. Orche, pseudorche, globicefali… hanno tutti strutture sociali complesse, nelle quali è normale che le generazioni si accavallino: le madri si prendono cura dei loro figli e anche dei loro nipoti, e continuano a farlo anche quando hanno passato la loro età riproduttiva. La loro esperienza di vita è molto utile per la loro progenie, che può imparare a cacciare e a trovare i luoghi migliori per procurarsi il cibo osservando direttamente la matriarca.

Processo di adattamento. La menopausa è dunque un modo per allungare l’aspettativa di vita di un animale senza allungarne la vita riproduttiva (che è comunque costosa): in questo modo, i cetacei che la sfruttano possono garantire l’integrità e l’efficienza del loro gruppo sociale.

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