A Pasqua niente agnello per tutelare (anche) la biodiversità

Se avete in programma di servire, al pranzo di Pasqua, l’arrosto di agnello, ora c’è un motivo in più per cambiare idea: questa portata, oltre a causare una ingiustificabile mattanza di animali, è anche la nemica numero uno della biodiversità. Lo rivela uno studio pubblicato su Plos One e realizzato dai ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore, che hanno analizzato 151 piatti provenienti da 25 Paesi del mondo, con l’obiettivo di calcolare l’impatto sulla varietà di organismi nei loro habitat. Gli scienziati hanno selezionato le portate dagli elenchi di Cable News Network e Taste Atlas, raggruppandole in tre categorie (vegane, vegetariane, contenenti carne). Per ogni preparazione hanno esaminato la ricetta, adattando le porzioni in modo che le varie vivande fornissero lo stesso numero di calorie. Quindi hanno valutato ogni singolo ingrediente.

La guida Pasqua senza sprechi, app e consigli per risparmiare il cibo a cura di redazione Green&Blue

Continua la lettura su: https://www.repubblica.it/green-and-blue/2024/03/29/news/pasqua_agnello_consumo_carne-422394136/?rss Autore del post: La Repubblica Fonte: https://www.repubblica.it

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4 cose da sapere se vuoi conoscere il METODO SINGAPORE

Era tantissimo, troppo tempo che volevo dedicare di nuovo dello spazio su questa pagina al mio adoratissimo METODO SINGAPORE! Spessissimo mi avete chiesto di parlarne e finalmente eccomi qui. Proprio questa sera parlerò alle colleghe e ai colleghi iscritti al corso Erickson di come portarlo in classe, in questi giorni inizierò la lavorazione al nuovo tutorial sul problem solving per il corso di Settembre e in più…sto scrivendo PROBLEMI MOSTUOSI 3! Insomma…questi sono proprio i giorni giusti per parlarvene. AH! Per parlarvi di Metodo Singapore mi aiuterò con le immagini tratte da PROBLEMI MOSTRUOSI 2, uscito da pochissimo e già molto amato.

Quali sono quindi queste quattro cose da sapere?

Il Metodo Singapore ha come scopo principale la comprensione profonda della matematica

Il Metodo Singapore è un approccio didattico alla matematica, sviluppato a Singapore e riconosciuto a livello internazionale per la sua efficacia, in particolare nella risoluzione dei problemi. Si concentra sulla comprensione profonda dei concetti piuttosto che sulla memorizzazione di formule.. E’ nato a partire dagli anni ’80 dal Ministero dell’Educazione di Singapore.

https://blog.edshed.com

2. Si basa sull’APPROCCIO CPA (CONCRETO, PITTORIALE, ASTRATTO)

Fase CONCRETA: nella prima fase del metodo si usano oggetti reali, manipolabili. Per esempio, per insegnare l’addizione, non partiremo subito con i numeri. Useremo 3 + 2 cubetti, mattoncini, tappi, ecc.

Fase PITTORIALE: in questa fase rappresenteremo l’esperienza concreta fatta usando disegni, diagrammi, schemi, disegni a barre (model drawing).

Esempio: dopo aver unito i cubetti, disegniamo i 3 + 2 cubetti attaccati tra loro, sul quaderno.

Fase ASTRATTA: solo a questo punto, quando il concetto è reso solido (prima con il concreto, poi con il visivo), introdurremo i simboli numerici e le operazioni scritte (3+2=5). Con questo approccio i bambini non vedono i numeri come simboli vuoti, ma come rappresentazioni di quantità e relazioni che hanno già sperimentato e visualizzato.

3. Al centro della fase pittoriale ci sono i BAR MODELS e i NUMBER BONDS

I bar models (o modelli a barre) sono uno strumento visivo fondamentale nel Metodo Singapore. Si tratta di rappresentazioni grafiche che aiutano a comprendere e risolvere problemi.

Spesso nei miei corsi mi viene chiesto: “In che senso i Bar Models aiutano la comprensione?”. Semplice:

trasformano problemi verbali in immagini chiare.

Forzano l’analisi: per disegnarli, devi estrarre e organizzare i dati essenziali.

Visualizzano le relazioni: mostrano a colpo d’occhio come le diverse quantità sono legate tra loro.

Una volta visualizzato il problema, il percorso per risolverlo diventa spesso evidente.

4. Le rappresentazioni iniziali con le barre delle operazioni possono essere di 4 TIPI

Modello “Parte-Parte-Intero” (Part-Part-Whole)

Questo è il modello più semplice e fondamentale, usato per problemi di addizione e sottrazione, dove si conoscono alcune parti e si vuole trovare il totale, o si conosce il totale e una parte, e si vuole trovare l’altra.

Come funziona: un’unica barra lunga rappresenta l’intero (il totale), e questa barra è divisa in segmenti più piccoli che rappresentano le parti. In caso di addizione si mette il punto di domanda (o uno spazio) sulla barra lunga, in caso di sottrazione su una delle barre corte.

Modello di confronto (Comparison Model)

Questo modello è usato per problemi che implicano il confronto tra due quantità, per trovare una differenza, o per determinare una quantità quando si conosce la differenza.

Come funziona: si disegnano due barre separate, una sotto l’altra, che rappresentano le due quantità da confrontare. La differenza tra le due quantità è visualizzata dalla parte della barra più lunga che “sporge” rispetto a quella più corta.

La parte che sporge tra le due barre è la differenza incognita.

Modello di Moltiplicazione/Divisione (Multiplication/Division Model)

Questo modello è usato per problemi che coinvolgono gruppi uguali o la ripartizione di un intero in parti uguali.

Come funziona: una barra viene divisa in un certo numero di “unità” uguali, ognuna delle quali rappresenta una parte della quantità.

Moltiplicazione: si conosce il valore di una “unità” (un gruppo) e il numero di unità, e si vuole trovare il totale (segmento lungo incognita).

Divisione come distribuzione: segmenti corti incognita.

Modello per la divisione come raggruppamento (contenenza):

Problema tipo: “Ho un totale di X oggetti. Metto Y oggetti in ogni gruppo. Quanti gruppi posso formare?”

Rappresentazione con il Bar Model:

Disegni una barra lunga che rappresenta la quantità totale che hai.

Poi, disegni il segmento che rappresenta la dimensione di un gruppo (Y oggetti).

L’incognita che stai cercando è il numero di questi segmenti (gruppi) che riesci a formare.

Nell’esempio a seguire mi sono divertita nel trasformare la barre in tasti del pianoforte:

Vero che è meraviglioso? Ora a seguire vi lascio un po’ di risorse utili: per scaricarle dovete cliccare sulle immagini.

Credits: https://templatesumo.com/

A seguire trovate siti preziosi per portarlo in classe:

https://mathsbot.com/manipulatives/bar

https://www.mathplayground.com/thinking_blocks_modeling_tool/index.html

https://www.mathplayground.com/factortrees.html

https://www.splashlearn.com/s/math-games/think-addition-using-bar-models

https://polypad.amplify.com/p

L’impatto del cibo sulla biodiversità

Ciò che mangiamo ha un forte impatto sull’ambiente che ci circonda: non solo in termini di emissioni inquinanti, ma anche per quanto riguarda la biodiversità. Uno studio pubblicato su PLOS ONE ha analizzato l’impatto che 151 piatti appartenenti a diverse culture del mondo hanno sulla sopravvivenza di mammiferi, uccelli e anfibi, e ciò che è emerso è solo in parte ovvio: tra i più impattanti ci sarebbero infatti non unicamente ricette di carne, ma anche piatti vegani e vegetariani a base di riso e legumi.

Per calcolare l’impatto sulla biodiversità gli autori hanno guardato alla ricchezza, lo stato di conservazione e la varietà di mammiferi selvatici, uccelli e anfibi nel terreno agricolo utilizzato per coltivare o allevare ogni ingrediente che componeva il piatto: infine, unendo i dati, hanno calcolato l’impronta di ogni piatto sulla biodiversità.

Non solo carne. Tra i venti piatti a maggior impatto ambientale troviamo diversi tagli di carne brasiliana – come la picanha (il nostro codone di manzo) o la fraldinha (controfiletto inferiore) – e altre ricette a base di carne come il maiale in salsa verde, la coreana yukgaejang (straccetti di manzo e scalogno) o il brodo di pollo.
Non mancano però anche piatti vegani, principalmente indiani, come il dahl di lenticchie (una zuppa), il rajma (a base di fagioli rossi), il chana masala (zuppa di ceci speziata) e le idli (tortine di riso salate).

Amazzonia e industrie indiane. Per quanto riguarda i piatti vegani e vegetariani del subcontinente indiano, il riso e i legumi coltivati industrialmente sono risultati essere quelli con maggiore impatto sulle specie minacciate e sulla varietà della biodiversità. Anche l’agnello e il manzo brasiliano hanno una grande impronta ambientale a causa della deforestazione in Amazzonia e della trasformazione di altri ecosistemi in terreni a pascolo.

Meglio pane e patate. Riso e legumi a parte, i piatti con minor impatto sulla biodiversità sono risultati quelli vegani e vegetariani, amidacei, a base di patate o cereali: tra questi le patate fritte, i pancake di patate tedeschi e la francese baguette, ad esempio.

Le conclusioni. Quanto emerso dallo studio evidenzia l’importanza della scelta degli ingredienti e del luogo dove vengono prodotti in termini di impatto sulla biodiversità: «Piccoli cambiamenti nei piatti che mangiamo e negli ingredienti che scegliamo possono fare una grande differenza e impedire l’estinzione di specie animali», affermano i ricercatori, ricordando che anche piatti vegetariani provenienti da Paesi ad alta biodiversità e con forte pressione umana come l’India possono essere molto dannosi per l’ambiente.

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