A quale età ci si può dire anziani?

A che età, chi ha passato da un po’ di tempo la mezza età, può “ufficialmente” considerarsi anziano? La risposta che ricevereste oggi se incautamente avanzaste questa domanda sarebbe diversa da quella che vi avrebbero dato qualche decennio fa. Si tende infatti a collocare l’inizio della terza età più avanti rispetto a una volta, e non solo: con il passare degli anni si sposta ulteriormente questo limite, forse perché a nessuno – nella cultura occidentale – piace molto l’idea di invecchiare.

Quand’è che sarai anziano? In uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Psychology and Aging, Markus Wettstein e i colleghi della Humboldt University di Berlino hanno analizzato le risposte fornite dai partecipanti a un vasto studio tedesco sull’invecchiamento che ha seguito i nati dal 1911 al 1974. Oltre 14.000 persone dai 40 ai 100 anni hanno risposto alla domanda: “A che età descriveresti qualcuno come anziano?” da una a otto volte nell’arco di 25 anni, a partire dal 1996.

I nati nel 1931 tendevano a collocare l’inizio della vecchiaia a 74 anni quando ne avevano 65, mentre la classe del 1944 riteneva che l’età avanzata iniziasse a 75 anni, quando ne aveva 65. Anche se nello studio non è stato possibile intervistare i nati nel 1911 quando avevano 65 anni, i modelli suggeriscono che avrebbero collocato l’inizio della vecchiaia a 71 anni.

Non ancora… Secondo gli autori dello studio, la tendenza a spostare più in là l’inizio della vecchiaia parrebbe in via di stabilizzazione: per esempio tra i nati tra il 1936 e il 1951 e i nati tra il 1952 e il 1974 non sembrano esserci differenze apprezzabili su questo tipo di percezione. Dalle risposte è inoltre emerso che, mano a mano che si invecchia, si tende a collocare l’età in cui ci si definirebbe anziani più in là, spostandola un poco più in avanti rispetto alla propria età attuale: potrebbe dipendere dagli stereotipi che l’idea di vecchiaia porta con sé, soprattutto nelle società occidentali.

Le possibili spiegazioni. Lo studio ha trovato che le donne tendono a spostare l’inizio della vecchiaia un po’ più in là rispetto agli uomini, e le persone con una salute più compromessa invece un po’ prima rispetto ai sani, ma nessuno di questi fattori, e neppure il livello di istruzione o l’età percepita, basta a spiegare la macrotendenza a far iniziare più tardi l’età avanzata rispetto a qualche decennio fa. Piuttosto, potrebbero c’entrare l’allungamento dell’aspettativa di vita o il fatto che si tenda ad andare in pensione più avanti con gli anni.

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