HIV: caute speranze su un futuro vaccino
Trapela un pacato ottimismo dalla sperimentazione di un candidato vaccino contro l’HIV su un piccolo numero di pazienti, che sembra aver dato i primi – seppur ancora preliminari – risultati concreti in decenni di ricerca. Un preparato messo a punto dagli scienziati della Duke School of Medicine di Durham (USA) ha stimolato modeste quantità di anticorpi ampiamente neutralizzanti, un tipo molto sfuggente ma fondamentale di risposta immunitaria a lungo cercata contro questo virus.
Un bersaglio sfuggente. Gli anticorpi ampiamente neutralizzanti sono in grado di riconoscere e bloccare diverse versioni del virus dell’HIV, un patogeno che per natura muta molto rapidamente e che è capace di integrarsi sin da subito nel genoma della cellula ospite, aggirando le difese immunitarie.
In genere anticorpi di questo tipo si sviluppano in alcune persone con HIV dopo diversi anni di convivenza con il virus, e anche in quel caso non se ne producono in quantità sufficienti per neutralizzare l’intruso. L’idea che un vaccino possa stimolarne la produzione in poche settimane, come dimostrato da questo piccolo trial di fase 1 (un momento ancora iniziale della sperimentazione) è per questi motivi incoraggiante. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell.
Nel mirino: un pezzo di involucro. Alcuni anni fa un team della Scripps Research e dell’iniziativa IAVI (International AIDS Vaccine Initiative) aveva dimostrato che è possibile stimolare nell’uomo le cellule necessarie a produrre questi anticorpi. La nuova ricerca ha fatto un piccolo passo in più, provando che un vaccino può generare queste cellule, seppur ancora a livelli bassi. Il vaccino utilizza molecole sintetiche che imitano una parte del rivestimento esterno del virus dell’HIV, nota per rimanere stabile anche quando il virus muta. Gli anticorpi diretti contro questo obiettivo riescono a bloccare diversi ceppi di HIV.
Efficace con due dosi. I ricercatori hanno somministrato il vaccino a 20 persone senza HIV; 15 ne hanno ricevute due delle quattro dosi previste, altre 5 tre dosi. Il trial è stato interrotto dopo che uno dei partecipanti ha accusato una grave reazione allergica, scatenata – si è scoperta – da un additivo che sarà rimosso dalla formulazione.
Due dosi del vaccino sono risultate sufficienti a stimolare, in poche settimane, la produzione di anticorpi ampiamente neutralizzanti. Dato importante, le cellule B (cellule immunitarie) essenziali per la produzione di questi anticorpi sono rimaste in uno stato di sviluppo che ha permesso loro di continuare ad acquisire mutazioni, e tenere il passo con le trasformazioni del virus.
Quando gli scienziati hanno testato gli anticorpi prodotti su campioni di HIV in laboratorio, si è visto che le cellule erano in grado di neutralizzare tra il 15 e il 35% di essi.
Un cammino ancora lungo. Anche se la strada per arrivare a un vaccino contro l’HIV è ancora in salita, il fatto che sia stato possibile stimolare, con un vaccino, anticorpi promettenti che il corpo umano non produce tanto facilmente dimostra che stiamo procedendo nella giusta direzione. I prossimi studi lavoreranno per aumentare le concentrazioni di anticorpi prodotti e le loro capacità neutralizzanti, ma anche per rendere il candidato vaccino così efficace che basti una singola dose per farlo funzionare. Una delle chiavi potrebbe essere colpire più regioni dell’involucro del virus, in modo che non possa più scappare.
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