L’antibiotico-Velcro nato da un fungo

La plectasina, una molecola estratta da un fungo molto efficace contro batteri resistenti agli antibiotici tradizionali, rinchiude i patogeni in una trappola che ricorda da vicino il funzionamento del Velcro. La singolare strategia dell’antibiotico, prodotto dal fungo Pseudoplectania nigrella, potrebbe essere sfruttata per studiare nuovi modi di combattere i superbatteri, come afferma una ricerca pubblicata su Nature Microbiology.

Un aiuto dalla natura. Lo Pseudoplectania nigrella, comunemente noto come coppa di ebano, è un fungo che cresce in varie parti del mondo nel suolo o nel legno in decomposizione, spesso tra gli aghi di pino. Dalla metà degli anni 2000 sappiamo che da questo organismo si estrae una molecola, la plectasina, estremamente efficace contro batteri multiresistenti come lo Pneumococco (Streptococcus pneumoniae), il principale responsabile della polmonite negli adulti, e lo Streptococcus pyogenes, che può causare faringiti, polmoniti, infezioni di cute e ferite, endocardite, sepsi. 

Non ti lascio più! Finora il principio di funzionamento della plectasina e il modo in cui essa si attacca al suo target batterico, non erano del tutto compresi. Un gruppo di scienziati dell’Università di Utrecht (Paesi Bassi) ha scoperto che le molecole di plectasina sono capaci di assemblarsi in più estese strutture che si legano al loro obiettivo sulla superficie dei batteri in modo simile a come si attaccano i due strati di una striscia di Velcro.


Una ricostruzione di come la plectasina si lega alla sua molecola-target sulla superficie dei batteri.
© Gloria Fuentes

A prova di strapPo. Tradizionalmente gli antibiotici prendono di mira molecole specifiche sulla superficie dei batteri, legandosi a esse come chiavi in una serratura. La plectasina agisce un po’ diversamente. Forma aggregazioni di molecole che si legano a una molecola essenziale per la parete cellulare dei batteri, intrappolandola. Quando la si studia a risoluzioni nanometriche, si vede che la plectasina forma tanti minuscoli “uncini” che si agganciano agli altrettanti microscopici anelli sulla molecola batterica in modo che, anche se una parte del bersaglio riuscisse a sfuggire, l’intera molecola rimane comunque contenuta in questa struttura a Velcro.

Buono a sapersi. Secondo gli autori dello studio, anche se la plectasina rimane non il candidato ideale per la lotta globale all’antibiotico-resistenza, per problemi di tossicità, questo meccanismo “a Velcro” è probabilmente molto comune tra gli antibiotici ed era rimasto finora ignorato.

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