I COBAS intervistano Francesco Pallante sul referendum contro l’AD dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale

Chiediamo al Prof. Francesco Pallante ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Torino: il 3 dicembre è stato pubblicato il pronunciamento della Corte Costituzionale sul giudizio di legittimità costituzionale della Legge sull’Autonomia differenziata. Quali sono, a suo parere, gli aspetti più rilevanti?
La legge Calderoli – così come, in precedenza, i pre-accordi Gentiloni del 2018 e le bozze d’intesa Conte del 2019 – aveva stabilito che la formula «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» consentisse alle regioni ordinarie (e persino a quelle speciali) d’impossessarsi di tutte e ventitré le materie in gioco, in tutte le loro cinquecento funzioni. Con, a complemento, le risorse finanziarie, strumentali e umane necessarie a esercitarle. In tal modo, tramite legislazione ordinaria si sarebbero interamente ridefiniti gli equilibri istituzionali tra gli enti territoriali. Sulla base del quadro ridefinito dalla sentenza della Corte costituzionale, ciascuna regione potrà invece domandare poche e circoscritte competenze solo qualora (1) non sia
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