In Cina il carbone torna a correre

Nonostante le molte iniziative che la Cina sta prendendo per produrre energia da fonti rinnovabili, il Paese è responsabile di più della metà delle centrali a carbone in costruzione su tutto il Pianeta. Durante l’ultima Conferenza delle Parti per il clima, la COP26, quasi 200 Paesi avevano “promesso” di ridurre l’utilizzo del carbone, seppure in modo graduale e differenziato, ma la realtà dice che la situazione non sta ancora prendendo la strada giusta. Secondo i dati della Global Energy Monitor, un gruppo di ricerca senza scopi di lucro, si scopre che a livello globale il numero di centrali a carbone sta aumentando: il numero di quelle in costruzione è superiore a quelle dismesse o in dismissione.

Alla Cina il record. Il maggior numero di centrali a carbone in fase di costruzione si trova in Asia, con la Cina che produrrà il 52% dei 176 gigawatt programmati per il futuro da una ventina di Paesi asiatici. La proiezione è leggermente diminuita rispetto a quanto si ipotizzava nel 2020, quando si parlava di centrali per 181 gigawatt, ma, spiega Lauri Myllyvirta (Center for Research on Energy and Clean Air), «stiamo assistendo a una situazione paradossale: quasi ovunque al di fuori della Cina i piani per costruire nuove centrali elettriche a carbone sono stati drasticamente ridimensionati, mentre le aziende cinesi hanno continuato ad annunciare nuove centrali e da parte del Governo vi è un chiaro sostegno a loro favore». Stando agli analisti, non ci si aspetta che la Cina cambi rotta sul carbone nel vicino futuro, anche se sono stati bloccati i finanziamenti per progetti per la costruzione di centrali a carbone in altri Paesi per un totale di 13 gigawatt e impianti per altri 37 gigawatt potrebbero non trovare sostegno.

Record dell’uso del carbone. In ogni caso vi è un altro dato che preoccupa: l’anno scorso è stata bruciata una quantità record di carbone, probabilmente a causa dell’aumento di prezzo del gas. Tuttavia, benché anche il gas sia un combustibile fossile è comunque auspicabile che torni a essere conveniente rispetto al carbone, che resta il combustibile peggiore per quel che riguarda le emissioni di anidride carbonica.

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