Economia circolare, Italia prima: dai rifuti riciclati alle materie prime risparmiate
Produrre consumando poco o nulla. Crescere economicamente senza dover dipendere in maniera tanto netta dalle materie prime e da chi le controlla sullo scacchiere geopolitico. In altre parole, rompere la dicotomia fin qui dominante fra aumento del Prodotto interno lordo (Pil) e maggiore sfruttamento delle risorse del Pianeta. L’economia circolare promette questo, ben oltre quindi il semplice riciclo dei rifiuti. È un modello basato sulla riduzione degli sprechi, sul riutilizzo, riparazione e riciclo dei prodotti esistenti il più a lungo possibile.
L’idea di un flusso circolare di materiali ed energia non è nuova. Ne scrisse nel 1966 l’economista Kenneth E. Boulding, anche se il termine “economia circolare” è apparso per la prima volta nel 1988 in L’economia delle risorse naturali di Allan Victor Kneese, per descrivere un sistema economico in cui i rifiuti nelle fasi di estrazione, produzione e consumo vengono trasformati in materia utilizzabile.
Una visione, prima che una pratica, opposta
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