Articoli Correlati

Elon Musk e Giorgia Meloni, un corteggiamento di interessi e ideologia

C’è una foto che meglio di altre aiuta a capire il senso politico della visita di Elon Musk a Roma. Meno nota di quella in cui abbraccia la premier Giorgia Meloni, o quella sul terrazzo dell’intervista a Nicola Porro. Musk è all’interno del Colosseo.

Guarda, smartphone alla mano, gli spalti dell’anfiteatro. Il sole gli tramonta davanti. Cerca controluce di immortalare quella grandezza, la grande bellezza che l’uomo per millenni ha costruito, anche quando macchiata di sangue. Chi l’ha condivisa su Twitter, l’informatico italiano Andrea Stroppa, che lo ha accompagnato per i corridoi di Palazzo Chigi, ha aggiunto un testo: “Per Aspera ad Astra”. Attraverso le asperità, fino alle stelle. Una didascalia perfetta della missione romana di Musk.

In filigrana si può leggere il pensiero politico dell’imprenditore, il suo senso della storia e quello che ritiene essere il suo ruolo nel mondo di oggi. Salvare l’umanità. Rimettere l’uomo al centro. Liberarlo dalle catene in cui regole, controlli e controllori l’hanno imbrigliato. E poi lotta alla denatalità, scudi contro l’avvento delle macchine intelligenti, un approccio più leggero al contrasto ai cambiamenti climatici. Cerca alleati politici Musk. E il governo italiano lo è diventato. “Avanti verso le sfide comuni che ci accomunano”, ha twittato dopo l’incontro Meloni. Ma quali? 

La libertà di parola come ideologia. “È il mercato delle idee a decidere”

Musk è un imprenditore. Il fine della sua visita in Italia è di sicuro economico. Ma non solo. Il primo che ha incontrato ieri è stato il ministro Antonio Tajani. Un ministro degli Esteri. Tajani entrando a Palazzo Chigi ha elencato ai cronisti i temi della discussione appena avuta con Musk. Prima ancora di parlare di politica industriale e investimenti, Tajani ha detto che tra i temi discussi c’erano la sicurezza informatica, Twitter e il tema della libertà. Il 28 agosto prossimo entrerà in vigore il Digital Service Act. Il regolamento europeo per le grandi piattaforme tecnologiche. Uno degli obblighi previsti da Bruxelles per i social è di stilare ogni sei mesi un report sul contrasto ai discorsi d’odio.

Twitter si rifiuta di farlo. Il social con Musk ha cambiato linea. E la linea per Musk è che non ci devono essere divieti né obblighi, se non in rare eccezioni. “Musk ritiene che la civiltà muore se ha troppe regole da rispettare. Perché ha bisogno di libertà massima per poter evolvere. Ogni idea è valida, tocca al mercato delle idee stabilire quale lo sia di più, quale meno”. Fabio Chiusi è un ricercatore. È tra i più attenti osservatori del mondo del digitale. Conosce bene Musk e il suo pensiero. Ha ripercorso la sua parabola in un libro, L’uomo che vuole risolvere il futuro (Bollati Boringhieri). 

Chiusi non ha dubbi. “È venuto in Italia per due dossier. Quello sull’Intelligenza artificiale e quello sul Dsa. Ovvio che cercherà di portare acqua al proprio mulino”. Non si sa in dettaglio cosa Musk e il governo si siano detti. Ma molti oggi leggono la sua visita come un tentativo di farsi degli alleati per mettere i bastoni tra le ruote al Dsa europeo. E un modo per evitare che le norme sull’intelligenza artificiale non siano come lui vorrebbe e non siano abbastanza orientate ad evitare per lui la peggiore delle catastrofi possibili: l’estinzione dell’umanità. 

(ansa)

Musk annuncia le dimissioni da Ceo di Twitter. E cerca un “folle” che prenda il suo posto

Dopo il sondaggio in cui gli utenti lo invitavano a lasciare, il proprietario della piattaforma dice che farà un passo indietro non appena troverà un sostituto: “Gestirò solo i team software e server”. L’ennesimo ribaltone di una saga che va avati da mesi

Sullo stesso argomento:

L’annuncio, come ormai da classico copione, è arrivato via Twitter, il suo social: “Mi dimetterò da CEO non appena troverò qualcuno così folle da accettare il lavoro! Dopodiché, gestirò solo i team software e server”, ha scritto Elon Musk durante la notte italiana. Quanto di vero ci sia nell’ennesimo ribaltone lo si vedrà presto, ma intanto il proprietario della piattaforma ha inaugurato un nuovo filone delle sue peripezie.La decisione segue di un paio di giorni l’esito di un sondaggio, lanciato dallo stesso Musk, sempre a suon di cinguettii, in cui interrogava gli utenti: “Dovrei dimettermi da capo di Twitter? Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio”. Il 57,2 per cento dei partecipanti ha risposto sì, su un totale – secondo quanto dice lo stesso social network – di oltre 17 milioni di voti.

E’ l’ennesimo episodio dell’altalenante saga di Elon Musk, dopo mesi di trattative, retromarce e schermaglie legali, prima dell’ennesimo ripensamento che l’ha portato a diventare a fine ottobre ufficialmente proprietario di Twitter. In quell’occasione furono allontanati alcuni dei vertici della compagnia, Oggi invece, come riportano indiscrezioni del Financial Times,  il ruolo di Ceo potrebbe finire nelle mani di Sheryl Sandberg, ex direttrice operativa di Meta, con cui l’azienda ha ampliato fortemente la quota relativa alla pubblicità digitale. Un altro nome che gira  è quello di Sarah Friar, ceo di Nextdoor, un’altra piattaforma americana. 

Nel frattempo, passata la querelle sui profili verificati e sulle spunte blu, continua il dibattito sulla libertà d’espressione su Twitter (ed è una discussione che riguarda anche l’Unione europea), dopo che lo stesso Musk aveva bloccato l’account di un utente che tracciava i suoi spostamenti in aereo. In un’altra occasione, il fondatore di Tesla si era scagliato invece contro Anthony Fauci, chiedendone per via digitale l’incriminazione, in quanto avrebbe in maniera criminale influenzato il governo americano nell’adozione di misure di contrasto alla pandemia. Misure che Musk non considerava evidemente necessarie. 

Ma non è tutto. Perché le critiche rispetto al nuovo corso di Twitter sono arrivare anche dall’Ucraina. Mykhailo Podolyak, uno dei consiglieri di Zelensky, aveva detto settimana scorsa che “War in Ukraine” è scomparso dai trend e che c’è stato “un radicale ridimensionamento della copertura dell’aggressione russa”. In precedenza Musk si era anche speso per un presunto piano di pace che in molti tratti sembrava ricalcare la vulgata del Cremlino. Una polemica, quella tra Kyiv e Musk, che va avanti ormai da tempo e si lega anche a Starlink, il sistema satellitare che nelle prime fasi della guerra in Ucraina si è rivelato indispensabile per le le tecomunicazioni ucraine. E continua a esserlo tutt’oggi per garantire un efficace coordinamento delle truppe sul campo di battaglia. L’uomo più ricco del mondo aveva detto infatti di non potersi più permettere di pagare quei satelliti, chiedendo per questo milioni di dollari al Pentagono. 

Leggi anche:

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000