Il secolo di Katherine Mansfield
Katherine Mansfield decise di dedicarsi alla scrittura a poco più di vent’anni, folgorata dalla lettura di Anton Cechov. E Cechov fu, per il breve “sempre” che ebbe in sorte, il grande maestro della sua vocazione, ma anche uno specchio in cui si rifletteva la vita. In una lettera al marito John Middleton Murry (nell’Epistolario, edito dal Saggiatore) si esprime così: “A proposito di Cechov, non dimenticare che è morto a 43 anni. Che ne ha passati – quanti nella sua esistenza? – nella ricerca disperata della salute… Negli ultimi anni non ha avuto pace… Non ci vuole molta fantasia a immaginarlo sul letto di morte che pensa: ‘Non ho mai avuto veramente fortuna. Qualcosa è stato del tutto sbagliato’”. Parla solo di Cechov, Katherine, o anche di se stessa? La lettera è del 15 ottobre 1922, lei morirà a 35 anni, il 9 gennaio dell’anno successivo. Un secolo fa, dunque, si chiudeva la parabola di un eccezionale talento che fece in tempo a esprimersi in poche poesie, una manciata di bellissimi Racconti (raccolti in due volumi da Adelphi) e in un carattere pieno di asprezze, in un’esistenza minata dalla tubercolosi e pure da una mancanza completa di freni. Lo scrittore russo è il compagno con cui, il 5 luglio del 1918, appena trentenne, si confida nel Diario (pubblicato da Dall’Oglio) in un presentimento di fine precoce: “Ahimé, Cechov; perché morire? Perché non posso più chiacchierare con te, a tarda sera, nella buia stanza dove la luce è verde per gli alberi che, fuori, dondolano? Vorrei scrivere una serie di cieli: sarebbe qualcosa”. Ma lei, malgrado il generale apprezzamento, si sente fallita. E allora, ancora una volta, si rivolge a Cechov, ne fa il suo maestro di scrittura e di vita, citandolo in continuazione nel diario, come in questo celebre passo: “Devi smetterla una volta per sempre di preoccuparti di successi e di fiaschi. Non lasciarti influenzare da questo pensiero. Il tuo dovere è quello di continuare a lavorare giorno per giorno con ritmo costante e con perfetta calma, di mettere in preventivo errori (inevitabili) e fallimenti, e di lasciare agli altri la cura di contare le chiamate alla ribalta”.
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Continua la lettura su: https://www.ilfoglio.it/cultura/2022/12/12/news/il-secolo-di-katherine-mansfield-4754801/ Autore del post: Il Foglio Quotidiano Fonte: https://www.ilfoglio.it/