Dietro la fantascienza sovietica c’è il picnic alieno dei fratelli Strugackij
Il romanzo, da cui Andrej Tarkovskij ha tratto il suo capolavoro Stalker, ha sempre suscitato interesse anche al di fuori dei circoli fantascientifici. Per la prima volta tradotto direttamente dal russo
Da qualche anno la casa editrice Carbonio ha cominciato un meritorio lavoro di pubblicazione dei romanzi dei fratelli Strugackij, padrini della fantascienza sovietica, o forse è meglio dire padri, essendo coloro che l’hanno traghettata dalle ingenuità propagandistiche dell’èra staliniana, quando l’unico argomento pubblicabile era la celebrazione delle imprese cosmologiche a venire dell’Unione sovietica, e sfiorarne altri era quantomeno sospetto e senz’altro rischioso. E’ in un tale quadro di riscoperta italiana del lavoro degli Strugackij che si inserisce anche la pubblicazione, in questo caso da parte di Marcos y Marcos, di Picnic sul ciglio della strada, se non la loro opera migliore, certo quella in cui i loro temi si condensano al meglio, dando vita a quel “futuribile in odor di metafisica” che permise alla soviet sci-fi di competere in immaginari con quanto veniva prodotto “di qua di cortina”.
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