I rimedi di Sabino Cassese alle disfunzioni dello stato italiano
I dati Ocse restituiscono una pubblica amministrazione vecchia, indigente, senza ricambio e priva di prospettive di carriera. Nel suo ultimo libro, l’ex ministro del governo Ciampi analizza una macchina pubblica in briciole, deteriorata dalla burocrazia e piena di contraddizioni. Ma senza pessimismo
“Il lavoro burocratico è pessimamente organizzato, epperciò, sebbene le paghe siano modeste, la resa del lavoro è minima ed il costo enorme; ed opprimenti le imposte che i contribuenti debbono pagare per mantenere un ceto burocratico povero, malcontento, invidioso ed improduttivo. Finché si lascia immutata la organizzazione attuale, bisogna dichiarare che il problema è insolubile”. Così nel 1919 Einaudi descriveva la burocrazia italiana; ancora oggi, i dati Ocse ci restituiscono una pubblica amministrazione vecchia, indigente, senza ricambio e priva di prospettive di carriera. L’ultimo libro di Sabino Cassese (Amministrare la nazione. La crisi della burocrazia e i suoi rimedi, Mondadori, 2023, pp. 141, Euro 17,50) ricostruisce con cura e sapienza il perché di questa lunga crisi della sala motori dello stato, con 3,3 milioni di addetti e una spesa di circa la metà del pil. Con stile leggero, periodi brevi, ritmo serrato, l’autore offre un’analisi lucida e preziosa perché ricca di storia, dati, esempi, comparazione.
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