Uffici chiusi e 1.000 startup a rischio. Perché Israele teme l’effetto del crac Silicon Valley Bank
TEL AVIV – La sede della Silicon Valley Bank di Tel Aviv dà idealmente le spalle alla California. Guarda a ovest. In direzione del mare e di un sole che al tramonto sfida senza convinzione la foschia in arrivo. Quartiere Sarona, ma qui per tutti è ‘Midtown’. Un’ex colonia tedesca diventata negli ultimi dieci anni uno distretti finanziari e commerciali della città.
La banca è al 25esimo piano di una torre vetrata. Sulla porta d’ingresso tre lettere nere. L’acronimo della banca. Dentro è tutto immobile. Nessuno negli uffici. Nessuno nei corridoi, dove il silenzio amplifica i rumori attenti degli addetti alle pulizie. Qui nessuno mette piede da venerdì. Ultimo giorno di apertura prima dello shabbat. E solo poche ore prima che Silicon Valley Bank dichiarasse fallimento mandando a casa anche i 45 dipendenti della filiale.
Un terremoto finanziario che ha messo in allarme l’intero mondo delle startup israeliane. Legato a
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