Su Marte scorrevano fiumi molto impetuosi

Sono ormai più di 460mila (alla data del 15 maggio 2023) le immagini riprese dal rover Perseverance della NASA e inviate a Terra, dal suo epico sbarco su Marte a febbraio 2021. Il rover atterrò in prossimità del delta di un fiume che ora, dalle ultime immagini, sembra mostrare segni di quello che una volta era un corso d’acqua parecchio turbolento, più profondo e più veloce di quanto gli scienziati abbiano mai visto in passato. 

a caccia della vita. Il fiume faceva parte di una rete di corsi d’acqua che confluivano nel cratere Jezero, l’area che il rover ha esplorato fin dal momento dell’atterraggio. La comprensione di questi ambienti, che un tempo lontanissimo erano ricchi d’acqua, potrebbe aiutare gli scienziati nei loro sforzi per cercare segni di un’antica vita microbica che potrebbe essere rimasta preservata nelle rocce marziane.

In questi giorni, Perseverance sta esplorando la cima di un deposito di rocce sedimentarie a forma di ventaglio, alto circa 250 metri e caratterizzato da strati curvi che suggeriscono la presenza di acqua in movimento. Vedendo quel materiale gli scienziati si sono chiesti se quell’acqua scorresse in fiumi relativamente poco profondi – più vicini a ciò che il rover Curiosity della NASA ha trovato nel Gale Crater – o in un sistema fluviale più imponente.

Nuove immagini. Due nuovi mosaici, ottenuti mettendo insieme centinaia di immagini catturate dallo strumento Mastcam-Z di Perseverance, mostrano l’esistenza di ciottoli e grani di sedimenti grossolani. «La loro presenza fa pensare a un fiume ad alta energia che trasportava un sacco di detriti. Più potente è il flusso d’acqua, più facilmente è in grado di spostare pezzi di materiale più grandi», ha affermato Libby Ives, ricercatrice presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA nel sud della California, che gestisce il rover Perseverance. 

Anni fa, gli scienziati, attraverso immagini di sonde in orbita marziana, avevano notato la presenza di una serie rocce stratificate a formare bande all’interno del cratere Jezero, che hanno soprannominato “l’unità curvilinea”. Ora quelle bande sono sotto gli occhi di Perseverance e, grazie ai primi rilievi eseguiti dagli scienziati, vi è ora la certezza che quegli strati vennero formati da acqua che scorreva prepotentemente. Ma quel fiume – si sono chiesti i ricercatori – assomigliava maggiormente al Mississippi, che si snoda come un serpente attraverso il paesaggio, o ad un fiume intrecciato come il Platte del Nebraska, che forma piccole isole di sedimenti chiamate “banchi di sabbia”?” 

Le ipotesi. Visti dal suolo gli strati curvi appaiono disposti in file che si increspano attraverso il paesaggio. Ma potrebbero essere i resti degli argini del fiume che si sono spostati nel tempo o i resti di banchi di sabbia che si sono formati nel fiume stesso. Il dubbio non è ancora stato risolto. Gli strati (che si vedono nella fotografia) erano probabilmente molto più alti in passato. Gli scienziati infatti, ipotizzano che dopo che questi cumuli di sedimenti si trasformarono in roccia, siano stati “sabbiati” dal vento nel corso degli eoni e scolpiti fino alle loro dimensioni attuali. 

Marte, Pinestand

La collina Pinestand, su Marte. Osservando slla destra si osservano degli strati puntare verso il cielo. Anch’essi potrebbero essere il risultato di sedimenti fluviali.
© NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS

«Il vento ha agito come un bisturi tagliando le cime di questi depositi», ha detto Michael Lamb di Caltech, uno specialista fluviale e collaboratore del team scientifico di Perseverance. Un secondo mosaico catturato da Perseverance mostra una collina isolata, chiamata Pinestand (foto sopra) con strati sedimentari che si innalzano verso il cielo. 

Cose mai viste. Gli scienziati pensano che anche quegli strati potrebbero essersi formati all’interno di un fiume potente, sebbene questa non sia l’unica ipotesi. «Quegli strati sono insolitamente alti per i fiumi sulla Terra», ha detto Ives. «Ma, allo stesso tempo, il modo più comune per creare questo tipo di morfologia sarebbe proprio l’esistenza di un fiume». Sottolinea Katie Stack Morgan del JPL, vice project scientist di Perseverance: «La cosa eccitante qui è che siamo entrati in una nuova fase della storia di Jezero. Ed è la prima volta che vediamo ambienti come questo su Marte. Stiamo pensando ai fiumi su una scala diversa rispetto a prima».

Continua la lettura su: https://www.focus.it/scienza/spazio/su-marte-scorrevano-fiumi-impetuosi-prove-segni-rocce Autore del post: Focus Rivista Fonte: http://www.focus.it

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