Meno scuole, scuole migliori. Ripensare l’istruzione con la denatalità (e il Pnrr)
“Il crac di un paese, il suo fallimento ontologico, è tutto qui”, scrive Repubblica mettendo in prima pagina ieri i dati della rivista Tuttoscuola, aggiornati ma non inediti nel loro significato: nell’ultimo decennio in Italia hanno chiuso 2.600 scuole, 1.756 della prima infanzia, le altre nelle primarie. E il numero certificato di 393 mila nascite in meno del 2022 non annuncia trend migliori per i prossimi anni. Un crollo strutturale che riguarda ugualmente statali e paritarie, ma che colpisce maggiormente le regioni del sud, dove la natalità è più in crisi. “Un fallimento ontologico”, dice Repubblica, ma anche un dato da affrontare. Già lo scorso anno analisi del Mef avevano indicato in un milione la popolazione scolastica “scomparsa” nel decennio precedente, ma ancor più si calcolava in un ulteriore milione e 400 mila allievi la riduzione nel prossimo. Segnalando, tra l’altro, un “esubero” di almeno 126 mila docenti. Ora si può aggiungere
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