Perché i cani hanno (spesso) gli occhi scuri?

La maggior parte dei cani domestici ha gli occhi scuri, mentre la maggior parte dei loro parenti selvatici, cioè i lupi, li ha chiari. Da cosa deriva questa differenza? Secondo uno studio della Teikyo University of Science di Yamanashi (Giappone), pubblicato su Royal Society Open Science, c’entriamo noi umani, che quando abbiamo cominciato ad addomesticare i lupi abbiamo selezionato (più o meno coscientemente) una serie di tratti favorevoli, e cercato di sopprimere quelli che non ci servivano. Tra questi c’è anche il colore degli occhi, direttamente collegato al modo in cui percepiamo l’animale e il suo carattere.

Selezione naturale. Non tutti i cani hanno gli occhi scuri, ma ci sono delle razze nelle quali la selezione del colore del mantello ha influenzato anche quella degli occhi: per esempio nei Border collie e negli Shetland. Se parliamo di percentuali, però, gli autori dello studio spiegano che gli occhi scuri sono una caratteristica comune alla maggior parte dei cani domestici, mentre al contrario i lupi tendono ad averli chiari.

Parlare con gli occhi. E nel loro caso è un vantaggio: un’iride chiara mette bene in evidenza il centro dell’occhio, e permette quindi una gamma di comunicazione più ampia con gli altri esemplari, perché le pupille sono strumenti di espressione molto potenti. È possibile che, per ragioni opposte, questo sia anche il motivo per il quale, nel corso dei millenni, abbiamo selezionato tantissime razze con gli occhi scuri: fanno sembrare la pupilla sempre dilatata, che involontariamente associamo a uno sguardo “da bambini”, innocente e quindi che si può approcciare senza pericolo.

sguardo innocente. Questa diversa percezione del carattere dell’animale in relazione al colore degli occhi è stata messa alla prova da due diversi sondaggi, nei quali a un centinaio di volontari sono state mostrate due diverse immagini dello stesso cane: una con gli occhi “naturali” e quindi scuri, e un’altra con gli occhi schiariti digitalmente. Ai partecipanti all’esperimento è stato chiesto di valutare il carattere del cane basandosi esclusivamente sulla foto: quelli con gli occhi più chiari sono stati visti come più aggressivi e meno socievoli, mentre quelli con gli occhi scuri sono stati percepiti come più “facili” (ma anche come meno intelligenti e maturi). Insomma, c’è un motivo se molti cani hanno gli occhi scuri: li abbiamo selezionati noi apposta per farli sembrare meno minacciosi.

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Esistono davvero razze di cane più aggressive?

Il tragico fatto di cronaca avvenuto a Manziana, in provincia di Roma, lo scorso 11 febbraio (Paolo Pasqualini, 39 anni, è stato attaccato e ucciso da tre rottweiler scappati dal giardino di una casa nei dintorni) ha riportato in auge un’altra volta una delle questioni più dibattute quando si parla di cani: esistono razze più aggressive di altre, e che quindi hanno bisogno di attenzioni particolari (anche legali)? La risposta che viene spontanea è sempre “sì”: in fondo le razze sono state selezionate per svolgere compiti particolari, e sembra logico pensare, per esempio, che quelle “da combattimento” possano avere comportamento mediamente più aggressivi di quelle “da compagnia”. In realtà, la situazione è molto più complessa di così, come vi spieghiamo qui sotto; volendola riassumere, però, la risposta alla domanda iniziale dovrebbe essere “no”.

È vero che alcune razze di cani sono più aggressive di altre?

Come vi avevamo già raccontato un paio d’anni fa, la risposta data dalla scienza a questa domanda è “no”: in questo studio sul genoma dei cani, per esempio, si legge che la razza determina il comportamento di un animale solo per il 9%, e che in questa percentuale rientra soprattutto una specifica caratteristica, la biddability, cioè la capacità di obbedire o meno alle istruzioni di un essere umano. Il restante 91% è determinato invece da altri fattori: i più importanti sono l’ambiente dove l’animale è cresciuto e l’educazione ricevuta dagli umani. Altri studi, come questo del 2019, sono più possibilisti, e sostengono che la genetica di un cane influisca almeno per il 50% sul suo comportamento; ma anche questo lavoro mette in evidenza come i tratti comportamentali ereditari siano soprattutto quelli legati all’obbedienza e alla capacità di venire addestrati, non a una presunta innata aggressività.

Da che cosa dipende l’aggressività di un cane?

Come detto, dipende principalmente da come il cane è cresciuto. Il motivo per cui ci sono razze che sembrano sempre spuntare fuori quando c’è di mezzo un’aggressione all’uomo, e altre che invece non compaiono mai nelle cronache, è che le prime vengono addestrate fin dalla nascita, incoraggiando certi comportamenti e inibendone altri. In parole più semplici: ci sono razze che vengono vendute, per esempio, come “da guardia”, o addirittura “da combattimento”; questo significa che chi alleva quei cani imposta tutto il suo addestramento in una direzione precisa. Un pit bull o un rottweiler che viene allevato fin da piccolo nel modo corretto non diventerà magicamente aggressivo una volta diventato adulto: siamo noi che li rendiamo tali.

Ovviamente ci sono anche caratteristiche fisiche legate alle diverse razze e che ci hanno spinto a differenziarle anche in base all’aggressività. Nessuno alleverebbe mai un chihuahua come cane da guardia, insomma, come d’altra parte nessuno regalerebbe mai un San Bernardo come cane da compagnia a una persona anziana che vive in un minuscolo appartamento. È quindi più facile ritrovare sempre le stesse razze protagoniste di certi fatti di cronaca, ma, ancora una volta, il punto non è la razza ma il singolo esemplare, e la sua educazione.
Per quanto riguarda il motivo per cui i cani diventano aggressivi, la risposta è sempre la stessa: succede quando si sentono in qualche modo minacciati, o quando sentono minacciato il loro territorio o le cose (o persone) a cui fanno la guardia. In questo studio si legge che “diversi fattori aumentano la probabilità di comportamento aggressivo verso le persone: età, sesso, paura, dimensioni del corpo, solitudine”. Incidentalmente, lo studio sostiene anche che ci siano differenze di aggressività tra le diverse razze, ma non per ragioni genetiche o “innate”: i cani di piccola taglia, per esempio, tendono a essere mediamente più aggressivi proprio perché sono molto più piccoli di noi e si spaventano quindi più facilmente.

È vero che certi cani hanno un loro carattere che non si può modificare?

Se si parla di cuccioli adottati fin da piccoli e allevati nel modo corretto, la risposta è no, almeno se parliamo solo di aggressività. Ci sono ovviamente altre differenze (estetiche ma non solo) tra razze che vanno tenute in considerazione; se è vero che l’aggressività in quanto tale non è genetica, altri comportamenti invece lo sono: per esempio, ci sono razze più naturalmente portate a fare la guardia e a custodire qualcosa che considerano di valore, e altre che sono geneticamente più protettive verso gli umani – e quindi, potenzialmente, più aggressive verso gli estranei. Si tratta però di differenze note, selezionate nel corso di centinaia di anni, e che non pregiudicano la possibilità di addestrare uno specifico cane a comportarsi “bene”. Non a caso, chi si occupa di adozioni canine ha smesso da tempo di presentare gli animali in base alla loro razza (“Pluto è un labrador, quindi è perfetto per i bambini”), preferendo puntare sulla personalità del singolo esemplare (“Pluto è un cane dal carattere dolce e paziente, quindi è perfetto per i bambini”).

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