La foresta amazzonica potrebbe collassare

La foresta amazzonica è uno degli ecosistemi più importanti del pianeta e anche uno dei più minacciati: tra deforestazione selvaggia, siccità, incendi e più in generale l’impatto dei cambiamenti climatici, la più grossa foresta pluviale del pianeta è assediata da ogni lato, tanto che più volte è stata avanzata l’ipotesi che l’intero bioma possa superare presto uno dei famosi tipping point – il limite di sopportazione oltre il quale un sistema biologico collassa. Finora però abbiamo studiato soprattutto l’impatto dei singoli fattori di rischio sull’Amazzonia; un nuovo studio pubblicato su Nature analizza invece l’effetto combinato dei cinque maggiori elementi di stress per la foresta amazzonica, arrivando a concludere che, a meno che non cambino in fretta le cose, potremmo assistere al suo collasso, parziale o totale, entro il 2050.

 

I cinque fattori di rischio. Il primo passo dello studio, condotto da un team della Federal University of Santa Catarina, a Florianopolis, in Brasile, è stato individuare i succitati cinque fattori di rischio principali, combinando dati storici con simulazioni al computer. Il risultato è, tutto sommato, poco sorprendente: la foresta amazzonica ha problemi legati al riscaldamento globale, alla quantità di precipitazioni annuali, all’intensità delle stesse durante la stagione delle piogge, alla lunghezza della stagione secca e infine, ovviamente, alla deforestazione. Il passo successivo è stato identificare i tipping point legati ai cinque fattori, per poi combinarli e capire se, e quanto, il limite del collasso si spostasse. E proprio quest’ultimo passaggio ha dato i risultati più inquietanti. 

La fine della foresta? La combinazione di diversi fattori di rischio, infatti, potrebbe far precipitare molto rapidamente la situazione, al punto che, secondo i modelli, entro il 2050 fino al 47% della foresta amazzonica potrebbe arrivare al collasso ecosistemico. Addirittura, come già suggerito da uno studio del 2021, vaste zone dell’Amazzonia potrebbero trovarsi nella paradossale situazione di produrre più CO2 di quella che riescono ad assorbire. Il primo autore dello studio, Bernardo Flores, ha spiegato che «la sinergia tra i diversi fattori di rischio potrebbe portare a degradarsi anche aree considerate resilienti», e l’ecosistema della foresta pluviale potrebbe scomparire, e venire sostituito da una savana arida.

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