L’Antartide era dominata dall’uccello del terrore

Anche l’Antartide nasconde i suoi fossili, ed era un tempo popolata da una grande varietà di specie nonostante le sue condizioni ambientali estreme. Finora, però, i resti di vertebrati ritrovati nel continente appartenevano solo ad alcune categorie: piccoli insettivori marsupiali, soprattutto, e poi uccelli di dimensioni modeste; insieme a loro, però, non sono mai stati trovati fossili di grossi carnivori, il che ha portato i paleontologi a chiedersi per anni chi fossero (e se ci fossero) i loro predatori. Una scoperta eccezionale compiuta sull’isola di Seymour potrebbe averci dato la risposta: in Antartide viveva un “uccello del terrore” alto due metri, che con ogni probabilità era il predatore apicale nella rete trofica del continente. I resti dell’animale sono descritti in uno studio pubblicato su Palaeontologia Electronica.

Gli uccelli del terrore. I resti in questione sono un paio di artigli lunghi circa 8 cm, che hanno permesso al team di attribuire l’animale alla famiglia Phorusrhacidae: vissuti da 53 milioni di anni fa fino a circa 2 milioni di anni fa, erano uccelli di grosse dimensioni, incapaci di volare ma veloci e molto voraci – da cui il soprannome terror birds, uccelli del terrore, appunto. Il fatto che i fossili antartici siano solo due artigli impedisce di collocare più precisamente l’animale all’interno della famiglia, ma secondo il team non ci sono grossi dubbi sulla sua appartenenza ai forusracidi. Nello studio si legge che, a giudicare dalla dimensione degli artigli, l’animale poteva raggiungere i 2 metri di altezza, e pesare un centinaio di kg.

Predatore apicale. Gli artigli dell’uccello del terrore sono il primo ritrovamento antartico di un grosso carnivoro: ecco perché lo studio avanza l’ipotesi che fosse lui il predatore apicale dell’Antartide, che al tempo aveva un clima rigido, sì, ma più caldo di oggi, e dunque relativamente più ospitale e ricco di vita. I forusracidi si nutrivano principalmente di mammiferi di piccole e medie dimensioni, che come detto erano presenti in abbondanza anche nel continente antartico. La speranza è quella di trovare altri resti di questo uccello del terrore per confermare il suo ruolo nell’ecosistema; speranza consolidata dal fatto che le isole antartiche sono costantemente soggette a un forte processo di erosione, che ogni anno riporta alla luce grandi quantità di fossili.

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