Sette modi per affrontare la crisi idrica globale

Emergenza idrica in Sicilia e in Calabria. In Catalogna e a Città del Messico, in Zambia e in Marocco. Il mondo sta finendo le sue riserve di acqua dolce: la cronaca ce lo ricorda di continuo e non solo nella Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day) di oggi, 22 marzo, dedicata quest’anno al tema Water for Peace, L’acqua, come strumento di pace. 

Risorsa che evapora. Oggi la metà della popolazione mondiale ha a che fare con carenze di acqua per almeno un mese all’anno. E nel 2025, secondo la FAO, 1,8 miliardi di persone sperimenteranno una “scarsità di acqua assoluta”. Un problema politico – affrontato all’inizio di marzo con una risoluzione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente che invita i Paesi a gestire meglio i sistemi acquatici – e che si potrebbe cominciare a fronteggiare con alcuni accorgimenti più o meno innovativi, come questi, ricordati dal Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite.

1. Tutelare le “spugne” naturali. Per assicurare riserve d’acqua in particolare alle grandi città, molte delle quali alle prese con emergenze idriche importanti, è fondamentale proteggere, e in alcuni casi recuperare, gli ecosistemi che naturalmente riforniscono d’acqua le aree abitate, e che sono minacciati dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento e dal sovrasfruttamento: falde sotterranee, fiumi, paludi, torbiere, bacini idrografici.

2. Usare in modo più efficiente l’acqua in agricoltura. Le attività agricole assorbono il 70% dell’acqua dolce prelevata da fonti di superficie e falde acquifere. Una gestione corretta dell’acqua è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare mondiale, ma a complicare le cose ci sono il fatto che l’uso di questa risorsa naturale per coltivare entra in competizione con altre attività in cui è indispensabile (produzione industriale, uso civile, domestico, ricreativo).

Secondo la FAO, per nutrire la popolazione mondiale, entro il 2050 occorrerà produrre il 60% di cibo in più, e per farlo occorrerà investire sia su tecniche agricole che consentano di risparmiare acqua (irrigazione di precisione, idroponica, agroforestazione…) sia nel promuovere una maggiore consapevolezza dell’impronta idrica degli alimenti nei consumatori. Sapevate per esempio che per produrre un chilo di verdura occorrono in media 300 litri di acqua, e per ottenere un chilo di carne di manzo oltre 15.000?

3. Arginare le perdite. In media nel nostro Paese circa il 36% dell’acqua dolce prelevata e trasportata non raggiunge il consumatore finale, a causa di perdite diffuse sulla rete idrica italiana, un vero colabrodo. Con un investimento economico nel ridurre questa dispersione si risparmierebbero 0,9 miliardi di metri cubi di acqua all’anno.

4. Sfruttare fonti idriche non convenzionali. Altre strade percorribili sono migliorare il trattamento e il riutilizzo delle acque reflue, cioè delle acque utilizzate nelle attività umane, domestiche, industriali o agricole; trovare tecniche di desalinizzazione meno inquinanti rispetto a quelle attualmente utilizzate, e migliorare la raccolta dell’acqua piovana: come ricorda il FAI (Fondo Ambiente Italiano), nel nostro Paese si intercetta solo l’11% dei 300 miliardi di metri cubi all’anno di acqua piovana. Con carenze soprattutto nelle aree urbane, dove la pioggia, anziché essere prontamente accumulata per usi domestici o comunali, si inquina al contatto con le strade.

5. Vigilare sulla qualità dell’acqua. Talvolta l’acqua è presente in abbondanza, ma è troppo insalubre per poter essere usata o bevuta: migliorare i sistemi di monitoraggio delle fonti idriche aiuterebbe a sfruttare anche le riserve oggi inquinate e inutilizzabili. Per questo possono essere d’aiuto anche dati satellitari, intelligenza artificiale e progetti di citizen science.

6. Rompere il circolo vizioso tra scarsità idrica e cambiamenti climatici. Affrontare la crisi climatica con strategie di mitigazione avrebbe ricadute positive anche sulla disponibilità di acqua. La crisi climatica influisce sulla regolarità delle precipitazioni, degrada gli habitat acquatici e assottiglia le riserve di acqua di buona qualità. Investire sulla protezione dei carbon sinks, ossia i pozzi naturali di assorbimento del carbonio come oceani, vegetazione e suolo, migliorerà anche quantità e qualità delle riserve idriche.

7. Affrontare il problema in modo integrato. L’acqua è indispensabile praticamente in tutti i settori economici, dalla produzione di energia all’agricoltura, ai processi industriali. Per affrontare la crisi idrica occorre organizzare piani d’azione che tengano conto di tutte queste prospettive, e che nel garantire un utilizzo sostenibile della risorsa-acqua massimizzino la produzione di cibo e di energia.

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