Giorgio Caproni

Giorgio Caproni non è forse tra i più noti poeti novecenteschi, ma certo meriterebbe un approfondimento maggiore.

In questi anni, ho notato che le Antologie delle scuole superiori lo stanno proponendo agli studenti.

In effetti la conoscenza di alcuni poeti del Novecento, più vicini ai nostri giorni, è un po’ in difetto.

Bene.

Questa è l’occasione per avvicinarsi a Giorgio Caproni, nato a Livorno il 7 gennaio 1912 e morto nel 1990.

“Caproni riassumeva la propria biografia con queste parole: Sono targato Livorno 1912 in uno scritto intitolato Luoghi della mia vita e notizie della mia poesia.

Alla città di Livorno, sua patria d’infanzia, e al mito della madre Annina …..

Continua la lettura su: https://mastrogessetto.it/giorgio-caproni/ Autore del post: Mastro Gessetto Fonte:

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Progetto lettura: la poesia salverà il mondo!

Gli alunni delle sezioni D ed F della scuola secondaria di primo grado dall’inizio dell’anno si sono avvicinati alla poesia per poter vedere il mondo con occhi diversi e per giocare con le parole attraverso le molteplici possibilità espressive del linguaggio.

Il progetto lettura d’Istituto dedica, infatti, alla parola e in modo particolare a quella poetica una ricca sezione della programmazione.

Nella nostra società sempre più travagliata da guerre, pandemia, difficoltà economiche e povertà culturale l’educazione alla poesia può rappresentare un antidoto contro il male di vivere odierno.

Educare alla poesia ci aiuta a vedere con stupore tutto ciò che abbiamo sotto gli occhi nella quotidianità ma che ci sfugge perché siamo sempre di fretta.

Le professoresse Barbara e Cinzia Pedrazzi facendo propria l’idea che, per avvicinare gli studenti alla poesia sia necessario partire dall’innamoramento e dalla meraviglia della parola, hanno condotto i propri alunni in viaggio alla ricerca della poesia che è nascosta in ognuno di noi e nelle piccole cose.

Lo scrittore Bernard Friot ha fornito utili spunti attraverso due testi: “Dieci lezioni sulla poesia. L’amore e la vita” e “Un anno di poesia”.

Un anno di poesia si propone come una raccolta di spunti per apprendisti poeti, un valido stimolo per sviluppare quella voce poetica che è presente in tutti noi.

libro, tradotto dalla poetessa Chiara Carminati, propone un’attività poetica al giorno, per un anno intero, fornendo semplici e divertenti suggerimenti creativi in grado di sviluppare l’interesse poetico di ogni alunno.

Le parole del testo, sono arricchite inoltre dalle semplici e colorate immagini di Hervé Tullet, che si fondono con le parole dando vita ad una poesia visiva, che coinvolge tutti i sensi. Parole come segni, come suoni, come gioco, la parola che diventa tutto ciò che vogliamo: è questo il messaggio delle attività proposte senza dimenticare naturalmente la struttura, le figure retoriche, la metrica, che si acquisiscono però in modo libero e assoluto.

Come si poteva iniziare il laboratorio se non con una prima poesia che prendesse lo spunto a partire da queste semplici parole: tra un anno…/ ti darò …/ una poesia per …e continuare poi con un’altra nella quale è nascosto il tuo nome.

Poesie corte, poesie cancellate, poesie rubate, colorate, ritagliate, poesie urbane e d’attualità, poesie di sguardi, poesie smembrate, poesie sensoriali o grammaticali, poesie visive. In tutto quello che ci circonda c’è poesia, l’importante è vederla.

Attraverso le 10 lezioni di poesia, invece,  i nostri alunni hanno potuto sperimentare le stesse attività suggerite nel libro dall’insegnante Simon durante dei laboratori di poesia frequentati dai due protagonisti del libro Marion e Kevin.

Marion ha 12 anni, un padre che non vede da tempo, un fratellino e la mamma oberata di impegni di lavoro e di assistenza alla nonna malata. Quest’anno non ha molta voglia di andare al campo estivo, perché si sente troppo grande per questo tipo di cose, ma sua madre non le lascia scampo.

Il primo giorno conosce gli altri partecipanti e si rende conto che tanti provano la sua stessa insofferenza nei confronti del centro estivo: Kev, ad esempio, una sorella maggiore lontana per gli studi, un papà che deve lavorare e la prospettiva di frequentare il centro per tutta l’estate.

Marion e Kev vengono inseriti nel gruppo delle attività al chiuso, cioè in un laboratorio di poesia tenuto da un quarantenne, magro, abbronzato, occhi grigi – Simon. Con loro ci sono le gemelle Lucia e Lila, 11 anni, la saggia Alice, 10 anni, Luca e i suoi occhiali, 8 anni e mezzo, Pedro e Hector, 13 anni, grande e grosso e con qualche pelo di barba.

All’inizio l’entusiasmo è poco e soprattutto Marion partecipa controvoglia, ma Simon si rivela un grande maestro – uno di quelli che seminano aspettando di vedere se qualcosa fiorisce, uno di quelli che accende scintille sperando di vedere alte fiammate, uno di quelli che lasciano il segno insomma. Pian piano questo gruppo sgangherato si appassiona al gioco della poesia.

La biblioteca scolastica diventa una vera e propria palestra di parole e sarà utilizzata come palcoscenico della recita finale. In dieci giorni Simon svolge dieci lezioni introducendo ogni lezione con una citazione di un poeta famoso che spiega il senso della lezione stessa.

cos’è la poesia: «La poesia non si sa cos’è, ma la si riconosce quando la si incontra per strada» (Jean l’Anselme).

A coinvolgere maggiormente i nostri alunni è stata appunto la prima lezione “Che cos’è la poesia”. I ragazzi sono stati coinvolti in un laboratorio di scrittura creativa. Ognuno di loro è stato invitato a completare la frase Per me la poesia è…..e a scrivere la loro definizione su fogli di carta da pacco attaccati alle pareti. Di seguito riportiamo alcune delle loro intuizioni:

“La poesia è un filo di parole, la penna lo intreccia e nasce la poesia”, “La poesia è la via delle emozioni che vagano tra le parole”, “La poesia è musica agli occhi dei poeti che danzano tra le rime”, “La poesia è una freccia lanciata dal poeta che colpisce il mio cuore”, “La poesia è viaggiare tra le strofe”.

Altri testi di riferimenti sono stati  quelli di Donatella Bisutti “La poesia salva la vita”, L’albero delle parole”, di Chiara Carminati “Quel che c’è sotto il cielo”, “Perlaparola” e “Viaggia verso”, Fare poesia con voce, corpo, mente e sguardo” e “Acerbo sarai tu” di Silvia Vecchini. 

Io ti guardo, tu mi racconti

Le classi 2D e 2F sperimentano il laboratorio di storytelling autobiografico. 
Gli alunni delle classi 2D e 2F della scuola secondaria di primo grado hanno vissuto un viaggio affascinante nel mondo della scrittura biografica ed autobiografica.

Il laboratorio, che ha visto coinvolte le due classi, parte dall’idea che riuscire a raccontarsi sia fondamentale per condividere una gioia, o a volte, trovare una tregua dall’amarezza, dal dolore o dalla paura. Le storie, i racconti generano emozioni, disegnano personaggi nei quali identificarsi, trasmettono valori, insegnano a risolvere problemi. 

Oggi si è molto rivalutato la possibilità di cogliere e di descrivere il mondo attraverso la narrazione. Al racconto autobiografico è stato riconosciuto un forte valore pedagogico, di conseguenza esso è entrato nella scuola come prassi educativo-didattica.

Se l’apprendimento poi è collaborativo è più facile rimuovere gli ostacoli e mettere in gioco le abilità di ognuno. 

Raccontare e raccontarsi diventa per l’alunno una possibilità per acquisire la propria identità nel gruppo, per sentirsi riconosciuto e per rafforzare i rapporti interpersonali. 

Dopo aver spiegato le caratteristiche principali dei generi del testo biografico ed autobiografico le docenti di italiano Barbara e Cinzia Pedrazzi hanno proposto ai ragazzi un laboratorio di storytelling.

Gli alunni hanno avuto la possibilità di narrare oralmente un’esperienza personale, significativa della propria vita scegliendo tra alcuni possibili temi proposti dalle docenti. 

In un secondo momento i ragazzi si sono trasformati in biografi e si sono “scambiati” le vite: ciascuno ha scritto la storia dell’altro.

Questo “scambio di storie” ha permesso a tutti, soprattutto ai più timidi, di esprimersi serenamente e di confrontarsi con i propri compagni. a narrazione è stata facilitata dalla realizzazione di un’autobiografia per immagini. Tutti i ragazzi hanno scelto una propria fotografia e l’hanno incollata al centro su un foglio.

Dopo hanno aggiunto altre immagini, ritagliate da riviste, libri o stampate da internet, tutte intorno a quella centrale. Naturalmente tali immagini non sono state scelte in modo casuale ma in base al valore che hanno avuto nel raccontare di sè.

Si è venuto così a comporre un “racconto” fatto di sovrapposizioni, immagini che ne nascondono altre, oggetti che esprimono passioni, forme eccentriche, accostamenti singolari ma che sono stati il frutto della loro volontà  di mostrarsi in modo diverso e originale.

A questa attività, naturalmente, é seguito lo storytelling orale, fondamentale per la conoscenza e la condivisione delle proprie storie autobiografiche.

Diversi sono i motivi per i quali si decide di scrivere un’autobiografia: per esporre le proprie idee, la propria filosofia di vita, il proprio modo di vedere le cose ma può essere anche un documento storico nel caso di personaggi che hanno partecipato o sono stati testimoni di eventi importanti.

Proprio all’interno delle lezioni di storia i docenti Mario Pio Cirillo e Barbara Pedrazzi hanno pensato di proporre agli alunni delle classi 2F e 2D un approfondimento attraverso la biografia. 

Gli alunni hanno realizzato un libro delle facce. “Il libro delle facce” nelle scuole statunitensi era l’annuario delle foto di tutti gli studenti della scuola, attraverso cui rivedere i vecchi compagni o scoprirne di nuovi appartenenti ad anni diversi. Oggi il libro delle facce (facebook) collega miliardi di persone di tutto il mondo.

Proponiamo a ciascun ragazzo della classe la realizzazione di un libro delle facce. Il prodotto finito sarà un libro creativo in formato “fisarmonica” che presenterà da un lato tutta la classe dall’altro lato l’immagine dei personaggi storici più significativi con la relativa biografia. 

Infine, il tema della biografia è stato elaborato dagli alunni attraverso un percorso di reinterpretazione digitale della Storia che ha permesso di dare voce ad alcuni grandi personaggi dell’Età moderna. Con l’ausilio di specifiche app per la creazione di contenuti audiovisivi, infatti, a parlare sono dunque volti noti della narrazione storica, le cui voci, però, spesso si perdono nelle epopee legate ai loro nomi, nella moltitudine dei fatti narrati, nella magnificenza delle loro gesta.

Così, attraverso le “biografie animate” realizzate dai ragazzi ascoltiamo, tra gli altri, Cristoforo Colombo raccontarsi, ogni volta con voci diverse e venature narrative differenti, in un inconsueto gioco di studi e interpretazioni che tenta di accorciare le distanze tra personaggi da studiare e persone da (ri)conoscere.

Tramite il confronto con le identità forti della Storia, gli alunni hanno quindi la possibilità di indagare il passato in maniera critica e trasversale, ma “entrando” poi, di fatto, nei personaggi e dando nuova vita alle loro esistenze di carta, creano un nuovo legame con essi.  

In un tempo scandito ormai dai modelli e dai ritmi delle nuove culture digitali, l’importanza di continuare a raccontarsi, costruendo narrazioni della propria quotidianità, conferma la centralità della biografia come strumento imprescindibile di introspezione e di confronto con gli altri. Apprenderne i meccanismi di generazione, evoluzione e storytelling può rappresentare una delle chiavi per decifrare meglio la contemporaneità e muoversi agilmente in un futuro sempre più alimentato non soltanto dalla Storia collettiva, ma dalle innumerevoli storie individuali che costellano lo spazio delle relazioni digitali. 

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