La feroce trasparenza di Vitaliano Trevisan, che amava camminare sui tetti della vita
Ha raccontato l’infortunio dei ricordi e l’ethos del nord-est. Con una scrittura capace di staccarsi dai modelli estraeva la sua prosa con la trivella a mano
Vitaliano Trevisan aveva una bella faccia tomwaitsiana e zigomi segnati e scoscesi. Aveva sempre la capocchia di una sigaretta “fatta su” che spiava fuori dalle labbra raggricciate, e occhi stretti, aggressivi e indifesi, lo sguardo inattingibile e una parlata reticente, delicatamente svogliata, e alle sue spalle – per lo meno in una bellissima foto reperibile in rete – una libreria molto ordinata, con gli scaffali sostenuti, alle estremità, da due bei mattoni forati 25 x 12 x 12.
Vitaliano Trevisàn …..
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