La storia dei panini

Oggi il presidente ucraino Zelensky, ieri l’imperatore Claudio, la contessa-guerriera Caterina Sforza, il sindacalista Lech Walesa, il sovrano Giorgio VI… Tutti leader per caso (o per forza) che le circostanze hanno spinto a mettersi in gioco per cambiare il corso della Storia. E ancora: nella Urbino di Federico da Montefeltro, un grande protagonista del Rinascimento; 30 anni fa, la morte di Giovanni Falcone a Capaci; lo scandalo Watergate che costrinse il presidente Nixon alle dimissioni; i misteri, mai risolti, attorno all’omicidio di Giovanni Borgia.

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Tutte le tappe dello scandalo Watergate

Il Watergate, lo scandalo che fece cadere il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, cominciò il 17 giugno 1972, quando Frank Wills, una guardia giurata di 24 anni, notò qualcosa di strano durante un’ispezione notturna nei corridoi del Watergate Hotel di Washington.
Watergate Hotel di Washington. La porta che dal piano terra conduceva al parcheggio sotterraneo era stata bloccata con il nastro adesivo per farla restare aperta. Quasi senza pensarci, Wills lo staccò e riprese il suo giro di controllo nell’edificio. Ma poco dopo vide che qualcuno l’aveva sigillata di nuovo e, insospettitosi, chiamò la polizia.
Al sesto piano dell’edificio gli agenti trovarono e arrestarono cinque uomini che si erano introdotti abusivamente negli uffici del comitato nazionale del Partito democratico. La notizia fu inizialmente relegata nella cronaca minore della stampa locale finché due reporter del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, si convinsero a indagare scoprendo che non si trattava di un semplice furto.
Come infatti racconta dettagliatamente l’articolo L’inchiesta di Riccardo Michelucci – pubblicato su Focus Storia 188 (giugno 2022) -, dopo poco più di due anni da quel 17 giugno, Richard Nixon fu costretto a lasciare la Casa Bianca. E anche se altri tre presidenti degli Stati Uniti, in passato, sono stati messi sotto impeachment – Andrew Johnson nel 1868, Bill Clinton nel 1998 e Donald Trump per due volte, nel 2020 e 2021 -, Nixon è stato il primo e unico a dimettersi. Almeno fino ad oggi.

Ecco, in sintesi, le tappe della pagina più brutta della storia politica degli Stati Uniti.
17 giugno 1972. Cinque uomini sono arrestati per essersi introdotti illecitamente negli uffici del comitato elettorale democratico nel Watergate Hotel di Washington. Uno di loro ha collaborato in passato con la Cia.
19 giugno 1972. Il Washington Post rivela che un altro degli arrestati è un addetto alla sicurezza che lavora per il Partito repubblicano. John Mitchell, capo della campagna elettorale di Nixon, nega qualsiasi legame con quanto avvenuto al Watergate.
1 agosto 1972. Un assegno di 25mila dollari proveniente dalla campagna elettorale di Nixon viene scoperto sul conto bancario di uno degli arrestati.
29 settembre 1972. Il Washington Post rivela che John Mitchell controllava un fondo segreto del Partito repubblicano per gestire operazioni di sorveglianza contro il Partito democratico.
10 ottobre 1972. L’Fbi attribuisce alla campagna elettorale per Nixon l’effrazione al Watergate, all’interno di un progetto di sabotaggio più ampio.
7 novembre 1972. Nixon, che il 5 novembre 1968 era diventato il 37° presidente degli Stati Uniti, vince di nuovo le elezioni presidenziali battendo George McGovern con ampio margine.

3 giugno 1973. L’ex consigliere della Casa Bianca John Dean dichiara nel corso delle indagini di aver discusso con Nixon dell’insabbiamento del Watergate. Comincia a montare la campagna per l’impeachment del presidente.
27 luglio 1974. La commissione della Camera approva la prima di tre richieste di impeachment per ostruzione della giustizia.
8 agosto 1974. Richard Nixon si dimette. Lo sostituisce il vicepresidente Gerald Ford, che poi lo grazierà cancellando le accuse.

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