Le coperte delle nonne rivivono con il riciclo
“Ci sono coperte fatte a mano che raccontano affascinanti storie d’antan: nei tessuti c’è il senso di vite passate, ci sono ricordi e meraviglie. Ho così pensato che fosse un peccato che finissero nelle discariche. Perché questa non è mai una scelta ecosostenibile. E allora – iniziando da una vecchia coperta che avvolgeva un comodino – ho iniziato a cercare vecchi tessuti abbandonati, tra i mercatini e nelle case delle nonne del mio Abruzzo, ricavandone cappotti e capi d’abbigliamento. Ridare vita alle cose, tenendo memoria del loro secolare trascorso: ecco quel che faccio”. Sceglie le parole con cura, accarezzando i lunghi capelli argentati, Diana Eugeni. La sua “Vusciché” è un’azienda giovane che punta tutto sull’economia circolare. “Vusciché, in dialetto abruzzese, significa proprio mescolare con forza – racconta – ed è quello che faccio con il mio brand: mixare tessuti antichi, creando nuove storie da indossare e dando un segnale preciso
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