In aiuto del rinoceronte bianco meridionale
La reintroduzione di specie ormai estinte in natura, o anche solo di esemplari cresciuti in cattività e che non hanno mai visto il loro habitat naturale, è un’operazione complessa ma essenziale, soprattutto per le specie più a rischio nelle quali ogni animale ha un peso specifico altissimo. Il rinoceronte bianco meridionale, per esempio, che nel corso del XX secolo ha conosciuto una rinascita grazie agli sforzi di conservazione, sta tornando ad avere problemi: negli ultimi dieci anni, il bracconaggio ha colpito il 50% della loro popolazione globale. Ecco perché il piano di African Parks, una ONG che si occupa di conservazione di aree protette, è importante quanto ambizioso: prevede di rilasciare in natura, nei prossimi anni, 2.000 esemplari di rinoceronte bianco meridionale, circa il 15% di tutti gli esemplari rimasti sulla Terra.
Da dove arrivano? I 2.000 rinoceronti bianchi meridionali (da non confondersi con quelli settentrionali, che è funzionalmente estinto visto che ne rimangono solo due esemplari femmina) provengono da un allevamento su larga scala di proprietà di un signore di nome John Hume, il quale lo acquistò anni fa nella speranza che, un giorno, la vendita di corno di rinoceronte potesse diventare legale. Quando ha capito che non sarebbe mai successo, Hume ha messo in vendita la proprietà (e gli animali in essa contenuti): ad acquistarla è stata appunto African Parks, che ora si ritrova tra le mani una massa di rinoceronti da smaltire e reintrodurre nel loro habitat naturale. Non si tratta del loro primo sforzo di rewilding: nel corso della sua esistenza, AP ha contribuito a ricollocare 8.000 esemplari di 14 specie diverse, dai leoni agli elefanti ai leopardi. Si tratta però del più massiccio.
Il trasloco del rinoceronte. Il piano non prevede, ovviamente, di liberare 2.000 rinoceronti tutti insieme: l’obiettivo è di mantenere un ritmo di circa 300 esemplari l’anno, a un costo che varia dai 1.500 ai 50.000 dollari per rinoceronte in base alla distanza di ricollocamento (quelli che resteranno in Sud Africa sono anche quelli che costeranno di meno). L’allevamento, che si chiama Platinum Rhino, non verrà abbandonato: una volta “svuotato” dei suoi ospiti verrà trasformato in un santuario, sotto la tutela proprio di African Parks. Ovviamente, l’operazione di rewilding del rinoceronte bianco non è senza rischi, e non è detto che tutti gli esemplari riescano ad adattarsi alla vita selvatica. Ma per gli esperti di AP, lasciarli dove stanno e non tentare mai di reintrodurli in natura è un rischio ancora maggiore per la loro sopravvivenza.
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