I bombi sopravvivono una settimana sott’acqua
Tra i tanti effetti imprevedibili e apparentemente secondari del riscaldamento globale c’è… il rischio di annegamento per i bombi. Stanno infatti aumentando gli eventi atmosferici estremi, come le inondazioni sempre più frequenti e devastanti; e poiché molte specie del genere Bombus si ibernano sottoterra per passare l’inverno, intere colonie rischiano quindi di venire spazzate via in un istante.
È quello a cui ha assistito Sabrina Rondeau della University of Guelph, in Canada, che stava studiando alcune colonie di bombi che, per un incidente, si sono ritrovate sommerse dall’acqua. Il miracolo è che le regine sono sopravvissute, e Rondeau ha provato quindi a mettere alla prova in condizioni sperimentali questo loro superpotere: i risultati del suo studio sono pubblicati su Biology Letters.
Errore tecnico. Come detto, Rondeau stava studiando tutt’altro: nello specifico, l’effetto di certi pesticidi sul bombo Bombus impatiens, il più diffuso nel Nord America nonché quello che sembra resistere meglio ai cambiamenti climatici. Il suo apparato sperimentale, però, ha avuto un problema tecnico: alcuni tubi dell’acqua si sono rotti e hanno sommerso le regine.
Super poteri. Avendole viste sopravvivere, la scienziata ha deciso di replicare l’esperimento in condizioni controllate, sottoponendo 143 regine in ibernazione a condizioni di allagamento più o meno gravi: alcune avevano spazio per galleggiare e respirare, altre sono state invece completamente sommerse, e mantenute in quella condizione per sette giorni. L’81% di questi bombi sono sopravvissuti, e non solo: due mesi dopo erano ancora vivi e in salute.
Sette giorni sott’acqua. Ovviamente questo significa che alcune regine non sono riuscite a sopravvivere all’acqua e sono morte, ma la percentuale di quelle che “ce l’hanno fatta”, e per un periodo di tempo piuttosto lungo, è rassicurante: anche di fronte a una vera inondazione, c’è un’ottima probabilità che le colonie di questi bombi possano sopravvivere. D’altra parte, Rondeau fa notare che questa specie in particolare sta reggendo meglio di altre l’impatto dei cambiamenti climatici, e la loro popolazione americana sta conoscendo un declino molto limitato. È possibile che la loro capacità di sopravvivere all’annegamento sia parte del loro segreto.
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Chi dorme non piglia… freddo
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