Ascolta! La parola al capodoglio
Possiamo usare l’intelligenza artificiale per decodificare i suoni dei cetacei? È l’obiettivo del progetto Ceti (Cetacean Translation Initiative), che si richiama nel nome al celebre progetto Seti (acronimo di Search for Extra-Terrestial Intelligence), volto a cercare segni di vita intelligente nel cosmo. Il progetto Ceti ascolta, più che segnali prodotti da civiltà aliene, le vocalizzazioni dei capodogli: registra i suoni di questi cetacei nel mare della Martinica (isola nei Caraibi) e usa l’AI per decodificarli.
Dall’analisi dei suoni, uno studio condotto dai ricercatori del progetto Ceti e del Massachusetts Institute of Technology (Mit) ha ora evidenziato che i brevi impulsi dei capodogli – chiamati click – hanno un livello di complessità inaspettato e un vero “alfabeto fonetico”.
Combinazioni diverse. “I capodogli comunicano usando sequenze di click con diversi intervalli tra un click e l’altro, chiamati “code”. Queste sono caratterizzate da un diverso numero di click e intervalli tra loro e sono tipicamente prodotte in scambi sociali che possono durare da circa 10 secondi a oltre mezz’ora”, spiega David Gruber, fondatore e leader del progetto Ceti.
“Abbiamo scoperto che le vocalizzazioni dei capodogli sono molto più complesse di quanto credessimo: hanno una struttura combinatoria e una modulazione dipendente dal contesto”, aggiunge Pratyusha Sharma del Mit . “Le vocalizzazioni combinatorie sono rare e la loro presenza indica che in linea di principio la specie può produrre un’ampia gamma di messaggi. Gli umani combinano per esempio suoni di base per formare parole con un significato e poi mettono le parole in sequenza per creare frasi. Noi abbiamo scoperto che i capodogli combinano diverse caratteristiche per formare le “code”. Innanzitutto ci sono diversi ritmi di base, ovvero sequenze di click e intervalli relativi tra i click”.
C’è per esempio il tipo “1+1+3”, che consiste in due click separati da una pausa e seguiti da tre click in rapida successione. “Ci possono essere però anche variazioni nel tempo, ovvero nella velocità di esecuzione, e aumenti o diminuzioni del tempo, che abbiamo definito “rubato” usando un termine della musica. Infine ci può essere un click extra alla fine, che abbiamo chiamato “abbellimento” come in musica”. Questo click extra per esempio sembra dare la parola a un altro capodoglio che sta ascoltando. “Ritmo, tempo, rubato e abbellimento possono essere liberamente combinati. Questo dà vita a un inventario di “code” distinguibili, un alfabeto fonetico dei capodogli”, dice ancora Gruber.
“Il sistema di comunicazione dei capodogli è quindi un sistema combinatorio e ha un potenziale per veicolare informazioni molto più grande di quanto si ritenesse”.
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