Con cellulari e smartphone spenti più attenzione in classe, vale pure per i docenti: dubbi però sul modello Malpighi in tutte le scuole
Sugli smartphone vietati a scuola non c’è alcun ripensamento: l’ex sottosegretaria Elena Ugolini, oggi Rettrice del Liceo Malpighi di Bologna, spiega che la sua scuola è soddisfatta della decisione di introdurre, dallo scorso settembre, il divieto di utilizzo del telefono cellulare in classe, regola valida sia per i ragazzi sia per gli insegnanti. Una regola, tra l’altro, che già esiste da tre lustri, introdotta da una circolare ministeriale del 2007.
Come si è giunti al Modello Malpighi
La decisione, giunta dopo un confronto anche con esperti e neuropsichiatri, è stata approvata all’unanimità dal collegio dei docenti e inserita nel regolamento d’istituto della scuola bolognese: i telefoni cellulari vengono messi in un cassetto all’inizio delle lezioni e restituiti al suono dell’ultima campanella.
“Questi primi mesi sono andati bene; ragazzi e docenti sono più concentrati sul presente e sull’altro”, ha detto Ugolini.
Un concetto espresso anche da una studentessa,
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