L’umiliazione come pedagogia di questi tempi?

Così la penserebbe il ministro Valditara, responsabile della scuola e del merito.

Può l’umiliazione essere invocata, come ha dichiarato, come “fattore di crescita” dei nostri bambini e ragazzi, come di tutti noi?

Difficile è essere d’accordo.

A meno di pretendere di sovrapporre persona e comportamenti.

Per questo esiste la scuola, per questo esiste la famiglia.

Appunto, mai confondere tra persona e le sue espressioni di vita.

Perché la persona, tutte le persone vanno rispettate a prescindere.

E non si umilia mai nessuno, perché nessuno ci è nemico, ma solo un altro, un nostro prossimo, sperando nella fraternità universale.

Forse la parola più adatta è umiltà: ognuno di noi “umilmente”, nel rispetto cioè reciproco, possiamo darci una mano per crescere riconoscendoci persone, con valori e limiti, compreso l’auto-aiuto.

Forse è questo auto-aiuto, cioè la responsabilità che è sempre anzitutto personale, che voleva invocare il ministro.

Ma la scelta

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