Dai Tribunali cominciano ad arrivare sentenze con interessanti rimborsi rivolti al personale della scuola riguardanti più tipologie di diritti negati e contemporaneamente a più lavoratori: esemplare, in questo senso, è la decisione presa dal giudice di Piacenza, del settore Lavoro e Previdenza e Assistenza, che nell’esaminare il ricorso presentato dai legali per due insegnanti ha accolto l’istanza assegnando le cifre richieste, per complessivi circa 4 mila euro, a compensazione dalla mancata monetizzazione delle ferie non godute e della retribuzione professionale docente ancora una volta negata ad un supplente.
Nello specifico, il Tribunale piacentino con una sentenza esemplare ha condannato il ministero dell’Istruzione ad assegnare 1.225,28 euro ad una docente per Rpd (Retribuzione professionale docenti) mai collocato in busta paga per quasi un intero anno scolastico.
Alla stessa insegnante sono state anche assegnate € 818,72 come “riconoscimento delle ferie non godute” e infine, sempre per quest’ultima ragione, ad una seconda docente lo stesso dicastero dell’Istruzione dovrà fare avere 1.886,33. Le cifre, inoltre, vanno incrementate con “gli interessi delle singole scadenze a saldo”.
Cosa ne pensano i sindacati?
Secondo Pacifico (Anief): “nella scuola italiana si respira sempre più un’altra aria: è composta da più diritti per il personale, ad iniziare dai precari, e porta tanti soldi che un’amministrazione miope e poco lucida vorrebbe continuare a negare.”.
Secondo Cisl “la Norma è illegittima e le ferie non godute, secondo l’art 5 comma 8 della Legge 95/12: sono obbligatoriamente fruiti secondo quanto previsto dai rispettivi ordinamenti e non danno luogo in nessun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi”.
Insomma, tra i sindacati ci sono delle discrepanze e opinioni differenti in merito,
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