8 marzo ‘23 “Donna, Vita, Libertà”: la misura della civiltà in ogni società è la libertà delle donne
Jin, Jîyan, Azadî, ovvero Donna, Vita, Libertà, sono le parole che guidano la straordinaria mobilitazione di protesta che attraversa la società iraniana da quando, lo scorso 16 settembre, una giovane donna curda, Masha Amini, è stata picchiata e uccisa dalle guardie del regime di Teheran per un ciuffo di capelli fuori dall’hijab.
Il motto, nato per la prima volta nel 1993, creato dalle donne guerrigliere curde che combattevano sulle montagne per la libertà del loro popolo e divenuto oggi simbolo della rivoluzione iraniana, non è solo un grido in difesa del genere femminile, ma espressione di un nuovo paradigma di vita: democratico, libertario ed ecologico.
Queste parole riecheggiano da mesi anche nelle nostre piazze e trasmettono al mondo un insegnamento prezioso: le donne, principali vittime dei regimi teocratici e di una secolare cultura misogina e patriarcale, sono anche i principali agenti della ribellione, rappresentano la forza di rinnovamento più critica
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