Scuola, servono 4 miliardi per stoppare il precariato e portare l’obbligo a 18 anni. Calcolo Flc-Cgil. Piange pure l’Università col 49% di supplenti
La Tecnica della Scuola
Quando si tratta di finanziare la scuola per rilanciarla e abbattere il precariato da record non ci sono mai soldi pubblici. A ricordarlo è stata il 22 aprile la Flc Cgil, durante una conferenza stampa svolta nella sala Caduti di Nassirya del Senato, dove è stata presentata la piattaforma ‘Zero precarietà’ per abbattere la precarietà nella scuola, nelle università, nella ricerca e migliorare l’intero sistema.
Durante la conferenza stampa è stato quantificato che per le operazioni più urgenti – a cominciare dalle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti – il costo a regime sarebbe di circa 8 miliardi, calcolando il ‘gradone’ di inquadramento stipendiale 9-14: dalla cifra di 8 miliardi, però, andrebbe detratta la spesa che già il bilancio del ministero dell’Istruzione copre per il pagamento degli attuali precari (4,3 miliardi l’anno), pertanto la spesa aggiuntiva necessaria per far funzionare il mondo dell’istruzione, dalla scuola dell’infanzia all’università, sarebbe realmente a regime di circa 3,7 miliardi di euro. La cifra servirebbe anche per portare l’obbligo formativo dagli attuali 16 a 18 anni.
I numeri della precarietà nella scuola, ricordati durante la presentazione del progetto, nell’anno scolastico in corso sono quasi drammatici: sono stati oltre 250 mila i lavoratori assunti con contratti a termine tra il personale docente e Ata; 87.803 quelli stipulati a tempo determinato su posto comune e 117.560 su sostegno agli alunni con disabilità; un docente curriculare su sette è precario, mentre nel sostegno addirittura i supplenti sono uno su due.
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