Un altro buco coronale si è formato nel Sole

Un secondo “buco”, grande quanto 20 volte il diametro quello terrestre, è apparso sulla superficie del Sole, e il vento solare che ne sta uscendo a 2,8 milioni di chilometri all’ora potrebbe raggiungere la Terra entro venerdì 31 marzo 2023. Un primo “buco” si era formato il 23 marzo scorso: era ancora più grande (30 diametri terrestri) e il materiale che aveva espulso aveva prodotto aurore boreali davvero spettacolari. Il pericolo, con i buchi coronali, è che il vento solare che fuoriesce da essi può essere così energetico da danneggiare, nel caso in cui arrivi dalle parti della Terra, i satelliti in orbita, con conseguenze su gps, sistemi di comunicazione ecc. Per fortuna, però questo buco coronale non dovrebbe avere grandi conseguenze negative.

Aurore boreali. Stando a Mathew Owens, professore di fisica spaziale all’Università di Reading, infatti, la quantità di materiale emessa dall’ultimo buco coronale che si è aperto, non è particolarmente elevata e quindi, se non si avranno altre violente esplosioni solari nelle prossime ore, con emissione di particelle dirette verso la Terra, il tutto potrebbe risolversi con spettacolari aurore boreali.

Che cosa sono I buchi coronali? I buchi coronali non sono veri buchi all’interno del Sole, ma aree dove la temperatura è più bassa rispetto a quelle circostanti e che per questo appaiono dunque più scure, quasi nere. Si formano perché il plasma solare (ossia i gas ad altissima temperatura che vi sono all’interno del Sole) in movimento nella stella crea campi magnetici che dall’interno salgono verso la superficie per poi spezzarsi e talora fondersi tra loro. Un buco cornale appare quando quei campo magnetici arrivano sulla superficie del Sole e nel momento in cui si spezzano rilasciano grandi quantità di plasma che, se è scagliato in direzione della Terra, si schianterà sulla nostra atmosfera dopo circa 2-3 giorni da quando è stato emesso.

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